Il fabbisogno tecnologico per supportare la transizione energetica

Lo studio di Elettricità Futura, Enel Foundation e Althesys individua la quantità di risorse tecnologiche necessarie all’Italia per centrare i target di decarbonizzazione al 2030 fissati dall’Unione Europea
Fabbisogno tecnologico per supportare la transizione energetica

Ci siamo già occupati del nuovo modello di offerta sostenibile e digitale presentato in uno studio realizzato da Elettricità Futura, Enel Foundation e Althesys. DESIRE, questo il suo nome, è l’acronimo ottenuto dai termini inglesi Digital, Efficient, Sustainable, Innovative, Renewable Energy, e punta a creare una vera e propria filiera italiana delle tecnologie per le energie rinnovabili e smart verso il 2030.

Diverse aree di investimento

L’indagine individua un fattore chiave per la creazione ed evoluzione della filiera, ovvero la corretta individuazione del fabbisogno di tecnologie e di servizi, e quindi i relativi investimenti, connesso agli scenari energetici relativi ai target europei di decarbonizzazione al 2030. Fabbisogno che va garantito in aree ben distinte della filiera tecnologica.

Un primo ambito è quello della generazione elettrica dalle rinnovabili, il cui fabbisogno è dovuto alla creazione di nuova capacità e ai rifacimenti per le principali fonti (solare, eolico, idroelettrico, etc.). C’è poi il fabbisogno legato alle gestione delle infrastrutture, ovvero reti elettriche, tecnologie di accumulo, gestione attiva della domanda, impianti flessibili. Da considerare, poi, il fabbisogno richiesto dalle tecnologie per gli utilizzi finali.

Fabbisogno tecnologico: due scenari a confronto

Delineati gli ambiti d’applicazione degli investimenti, nello studio il calcolo del fabbisogno tecnologico per realizzare gli obiettivi nazionali al 2030 viene realizzato mettendo a confronto due scenari di riferimento. Il primo è uno scenario tendenziale, chiamato BASE, che rappresenta l’evoluzione del sistema energetico a politiche correnti.

Il secondo scenario è appunto quello derivante dall’adozione del modello DESIRE, con lo sviluppo dell’elettrificazione e della decarbonizzazione in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea contenuti nel pacchetto Fit for 55. In questo scenario si ipotizza dunque un maggiore sforzo negli investimenti in tecnologie verdi rispetto al BASE.

Generazione con rinnovabili elettriche

Per quanto riguarda la generazione con rinnovabili elettriche, mentre lo scenario BASE non consentirebbe di centrare l’obiettivo di quota coperta dalle rinnovabili indicato nel Fit for 55, nello scenario DESIRE – con 123 GW di capacità installata al 2030 – sarebbe “coperto” con le rinnovabili oltre il 70% dei consumi.

il fabbisogno tecnologico per i target del Mix energetico

In particolare, per il solare si assiste a un’accelerazione della capacità installata dopo il quinto anno di previsione riconducibile al calo dei costi, soprattutto per gli impianti di grande dimensione. La differenza tra i due scenari è di circa 9 GW a vantaggio del DESIRE. Per l’eolico l’espansione riguarda quasi esclusivamente l’onshore di grandi dimensioni e l’offshore. La differenza tra i due scenari è di circa 4 GW al 2030.

Ed ancora, per le bioenergie, nello scenario BASE, si prevede un decremento della capacità installata, mentre è indicata una crescita di circa 500 MW con l’adozione dello scenario DESIRE. E anche per il geotermoelettrico è prevista una leggera espansione della capacità solo nello scenario DESIRE.

Gli investimenti nelle reti

Non esistono invece distinzioni fra scenari nella parte dello studio che si occupa degli investimenti nelle reti, ovvero le risorse destinate all’integrazione delle fonti rinnovabili e alla transizione ecologica che dovranno comunque essere dispiegate a prescindere dalla velocità del cambiamento. Investimenti che sono invece suddivisi tra quelli destinati alle reti di trasmissione e quelli per le reti di distribuzione.

In dettaglio, nel periodo 2021-2030 gli investimenti totali in Italia per il servizio di trasmissione sono pari a 16,6 miliardi di euro. Il 35% dei costi è coperto dalle opere civili (5,8 miliardi di euro). Il 20% è legato alla progettazione e permitting (3,3 miliardi), mentre il rimanente è relativo alle diverse attrezzature/componenti ed alla loro installazione.

Gli investimenti totali per le attività di distribuzione e misura ammontano invece a 24,1 miliardi di euro. Il 35% dei costi è relativo alle opere civili (8,4 miliardi). Il 20% è legato alla progettazione e permitting (4,8 miliardi), mentre il resto concerne apparati, componenti e la relativa installazione.

L’evoluzione dell’accumulo

Per quanto riguarda il comparto dell’accumulo, la potenza prevista al 2030 nello scenario BASE supera di poco i 7 GW, suddivisi per il 57% da sistemi distribuiti (4 GW) e per il 42% da sistemi centralizzati (3 GW). Invece, nello scenario DESIRE si invertono i rapporti tra accumulo distribuito e centralizzato in termini di potenza: il primo resta sui 4 GW, mentre il secondo arriva a ben 10 GW.

Gli investimenti negli accumuli per il periodo 2021-2030 sono di 19,5 miliardi di euro nello scenario BASE e 26 miliardi di euro nel DESIRE. Nello scenario BASE il totale è suddiviso tra impianti distribuiti (80% per 15,5 miliardi di euro) e centralizzati (20% per 4 miliardi di euro). Nel DESIRE cambia la quota coperta dal distribuito, che scende al 59% per un corrispettivo di 15,4 miliardi, mentre il centralizzato arriva a 10,6 miliardi di euro con il 41% del totale.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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