Da quando, con il Decreto Rilancio del maggio 2020, il Superbonus si è messo in moto, la sua traiettoria assomiglia a quella di un fiume carsico, con una evidenza che riaffiora in superficie ogni qual volta si profila un avvenimento destinato a rafforzare o semplicemente a far sopravvivere il più a lungo possibile la maxi agevolazione edilizia.
Sta accadendo proprio in questi giorni con il ritorno all’ordine del giorno di una proroga del Superbonus al 110%, anche perché, è bene ricordarlo, pur essendo trascorso poco più di un anno dalla sua entrata in vigore, in base alla legislazione vigente già si intravede la sua conclusione, fissata al termine del 2022. Data entro la quale i condomini dovranno portare a compimento i lavori in detrazione mentre per le unità abitative unifamiliari negli edifici c’è un ulteriore vincolo temporale, a fine giugno dell’anno prossimo, con il completamento di almeno il 60% dei lavori. Nella nota di aggiornamento al DEF (Nadef) approvata 29 settembre 2021 c’è la conferma di voler prorogare al 2023 la maxi agevolazione fiscale.
Scadenze dunque molto vicine, nonostante siano a loro volta effetto di una prima proroga dell’agevolazione, e che mettono a rischio già ora il ricorso dei privati al Superbonus. Infatti, coloro che si muovono “soltanto” adesso devono mettere in conto mesi di attesa per completare il complesso iter documentale e autorizzativo che precede obbligatoriamente l’avvio dei lavori veri e propri. Il governo sta quindi valutando già da tempo un’estensione dei termini ed il recente ok dell’Unione europea al PNNR italiano (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), con la relativa erogazione dei primi fondi, dovrebbe sbloccare la situazione.
A Palazzo Chigi si prende dunque in considerazione l’estensione del Superbonus a tutto il 2023 – da vedere se confermando la citata distinzione temporale fra condomini e unità abitative negli edifici – con l’inserimento nella prossima legge di Bilancio, un provvedimento che andrà approvato entro il prossimo 31 dicembre. L’alternativa sarebbe un varo della misura nel decreto “Milleproroghe” che però, al di là del nome appropriato, viene solitamente approvato soltanto a fine febbraio.
Si ragiona sull’anno prossimo proprio quando si sono sbloccate le risorse destinate a “coprire” la precedente proroga, complice, come detto, l’arrivo della prima tranche dei fondi europei. In particolare, ha ricevuto il via libera della Ragioneria dello Stato il decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze che assegna alle singole amministrazioni le risorse finanziarie previste per l’attuazione degli interventi del PNRR.
Tra questi interventi figurano anche quelli contenuti nel capitolo del PNRR dedicato a “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici”, comprendente, appunto, il finanziamento degli interventi con il ricorso al Superbonus al 110% per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici. Detto in soldoni, si tratta di fondi per un ammontare complessivo di 13,95 miliardi di euro, dei quali poco più di 10 miliardi destinati ai lavori già avviati e 3,9 miliardi disponibili per nuovi progetti.
Nella Nota di aggiornamento al DEF (Nadef) approvata 29 settembre 2021 dal Consiglio dei Ministri è prevista una crescita nel 2021 del 6% e un calo del deficit.
Tra le misure previste anche quelle dedicate all’efficientamento energetico degli edifici e la conferma di voler prorogare al 2023 il Superbonus 110%. Per la conferma definitiva bisogna aspettare la Legge di Bilancio che sarà approvata a fine anno.
Enea, per supportare i professionisti, ha aggiornato il poster dedicato ai bonus e alle agevolazioni fiscali attive.
Articolo aggiornato – Prima pubblicazione 16 settembre 2021