Il Superbonus per l’edilizia è un incentivo fiscale pensato per favorire gli interventi di riqualificazione degli edifici esistenti, con vantaggi anche per l’economia del settore. Ciò che lo rende davvero diverso dalle detrazioni proposte finora è sicuramente la percentuale dell’imposta di credito, che raggiunge il 110% del costo degli interventi ammissibili sostenuti dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2023. Il superbonus – secondo la Legge di Bilancio 2022 scenderà al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.
Il Superbonus, dopo alcuni mesi di discussione, è stato introdotto con l’art. 119 del Decreto Rilancio (DL 34/2020), per poi essere approvato dalla Camera e in seguito dal Senato. Il Decreto, infatti, è stato convertito e modificato con la legge 17 luglio 2020, n. 77. Ciò che rende realmente possibile la partenza del Superbonus è la pubblicazione delle linee guida del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Agenzia delle Entrate, pubblicate il 24 luglio.
Il bonus è richiedibile da persone fisiche, condomini, Iacp, enti del terzo settore, associazioni sportive dilettantistiche e cooperative di abitazione. Inoltre, è valido sia per le prime, che per le seconde case. Gli interventi ammessi sono inerenti alla riqualificazione energetica, nello specifico si parla di isolamento termico dell’involucro e sostituzione degli impianti di climatizzazione, e antisismica, ad eccezione della zona sismica 4.
Inoltre, purchè abbinati agli interventi di riqualificazione energetica citati, si possono aggiungere tutti gli altri interventi già previsti dall’Ecobonus, dell’installazione di impianti fotovoltaici, di sistemi di accumulo e di ricariche per le auto elettriche. In ogni caso, gli interventi attuati devono assicurare un aumento di due classi energetiche dell’edificio o, eventualmente, il raggiungimento della classe energetica più alta, risultati da dimostrare tramite la presentazione dell’Attestato di Prestazione Energetica antecedente e posteriore all’intervento.
La detrazione del 110% viene ripartita in 5 quote annuali di pari importo, con i limiti di spesa indicati nella Guida Superbonus 110% dell’Agenzia delle Entrate. I soggetti interessati e che soddisfano tutti i requisiti di accesso, possono decidere se usufruire di queste detrazioni fiscali o decidere di ottenere una sorta di “contributo anticipato” tramite una cessione del credito corrispondente alla detrazione a cui si ha diritto o uno sconto in fattura.
Per quanto riguarda la cessione del credito, è possibile disporla in favore di fornitori di beni o servizi utili allo svolgimento degli interventi, alle banche o agli intermediari finanziari e ad altri soggetti, come privati, società o enti. Lo sconto in fattura, invece, permette ai soggetti che accedono al Superbonus di poter godere di uno sconto sulle fatture dei fornitori dei beni e dei servizi necessari allo svolgimento dei lavori.
Scegliere tra sconto in fattura, cessione del credito o detrazione in 5 anni è soggettivo e dipende dalle necessità del contribuente. I vantaggi della detrazioni riguardano la somma totale che si riesce a recuperare, pari appunto al 110% del valore dei lavori. Con la cessione del credito o lo sconto fattura, invece, la somma raggiunge il 100% del valore dell’intervento, in quanto il credito d’imposta viene trasferito ad altri. Allo stesso tempo, è possibile eseguire dei lavori senza effettivamente sostenerne i costi. Lo sconto in fattura, inoltre, è particolarmente conveniente nel caso in cui il contribuente avente diritto non è soggetto a pagamento Irpef e quindi non potrebbe detrarre le spese sostenute.
Lo sconto in fattura in passato era già stato previsto per l’Ecobonus. Lo sconto di cui gode il soggetto è pari alla cifra del credito d’imposta dovuto secondo quanto previsto dal Superbonus 110% ed è vantaggioso in quanto permette di anticipare i vantaggi economici offerti dall’incentivo.
Tramite lo sconto in fattura, infatti, sono i fornitori ad anticipare i costi da sostenere per eseguire gli interventi. Il pagamento che si deve ai fornitori viene effettuato tramite bonifico per una cifra scontata pari alle detrazioni a cui si ha diritto. I fornitori, a loro volta, possono decidere di usufruire del credito d’imposta distribuito nelle rate annuali accennate nel paragrafo precedente o cedere a loro volta il credito. Con lo sconto in fattura, in un certo senso, il contribuente potrebbe riuscire a non anticipare alcun costo relativo all’intervento.
Il soggetto che decide di beneficiare dello sconto in fattura, infine, avere un visto di conformità, necessario a dimostrare che siano presenti tutti i presupposti per accedere all’agevolazione. Il visto di conformità può essere richiesto a diverse figure professionali, tra cui commercialisti, contabili, consulenti del lavoro o anche periti o Caf.