Puntare sulle rinnovabili per promuovere la transizione ecologica non comporta solo evidenti vantaggi sul piano ambientale, ma genera ricadute positive rilevanti anche in termini di occupazione. A confermarlo sono i dati del “Renewable Energy and Jobs – Annual Review 2022”, realizzato da Irena, secondo cui gli occupati nel comparto FER (Fonti energetiche rinnovabili) nel 2021 sono stati 12,7 milioni, con un incremento di 700 mila posti di lavoro rispetto all’anno precedente. Un dato a cui la sola UE contribuisce con 1,2 milioni di occupati sul totale.
Questi numeri, spiega l’agenzia, si inseriscono nel quadro più ampio di un trend di continua crescita del fabbisogno di energia rinnovabile su scala globale, che “va promosso e accompagnato attraverso politiche mirate”. Il tutto puntando su un approccio capace di integrare le sfide poste dalla decarbonizzazione e quelle di un mercato del lavoro in continua evoluzione.
A guidare i Paesi che registrano i migliori risultati in termini di occupazione in ambito FER è in particolare la Cina, che da sola rappresenta il 42% del totale dei posti di lavoro, seguita da UE e Brasile (con il 10% ciascuno), e da USA e India (con il 7% ciascuno).
Se, invece, si prendono in considerazione i dati relativi ai singoli settori, i numeri dello studio mostrano come l’energia solare abbia registrato la crescita più rilevante: nel 2021 ha infatti generato 4,3 milioni di posti di lavoro, un dato in crescita di 300mila unità rispetto al 2020, che rappresenta un terzo dell’attuale forza lavoro del comparto delle rinnovabili su scala globale.
Nello specifico, nella top ten dei Paesi con il più alto tasso di occupazione nel settore fotovoltaico al primo posto c’è ancora una volta la Cina, con un dato che si attesta a 2,7 milioni di posti di lavoro, pari al 63% su scala globale. A seguire troviamo invece gli Stati Uniti che raggiungono quota 255.000 lavoratori, l’India (217.000) e il Giappone (151.000).
Lo studio dell’IRENA fornisce inoltre un quadro dei settori in cui i diversi Paesi stanno registrando le migliori performance. Dai dati emerge in particolare il ruolo di primo piano della Cina nel dare lavoro nella produzione e installazione di pannelli fotovoltaici e nell’eolico offshore.
Numeri positivi sono registrati nel comparto fotovoltaico anche dall’India, che ha aumentato la produzione di più di 10 GW, generando molti posti di lavoro nel settore dell’installazione di questi dispositivi. I Paesi che appartengono al continente europeo si distinguono, invece, nell’occupazione legata alla produzione di energia eolica (di cui rappresentano il 40% a livello globale) e nell’esportazione di apparecchiature.
Se si analizzano i dati relativi al Brasile emerge invece come questo Paese sia il principale datore di lavoro nel comparto della produzione di biocarburanti, anche se numeri importanti sono registrati nella produzione di impianti eolici e solari. Gli Stati Uniti, infine, stanno iniziando a sviluppare un solido comparto industriale nell’eolico offshore.
Secondo Francesco La Camera, Direttore Generale di IRENA, dai numeri del report emerge con chiarezza come il settore delle rinnovabili abbia dimostrato tutta la sua “resilienza”, confermando il suo ruolo di “motore affidabile per la creazione di posti di lavoro”.
Per questo è fondamentale che i governi “rafforzino politiche industriali volte a incoraggiare l’espansione di posti di lavoro adeguatine settore”, un comparto che gioca un ruolo strategico nel garantire un approvvigionamento energetico affidabile e una maggiore sicurezza energetica.
