Un anno particolare per la certificazione energetica degli edifici

Il rapporto sulla Certificazione Energetica degli Edifici 2022 redatto da ENEA e CTI evidenzia le peculiarità del 2021 attraverso l’analisi degli APE (Attestati di Prestazione Energetica) presentati in Italia ed inseriti nella banca dati del sistema informativo
Certificazione energetica degli edifici: nuovo rapporto

Il 2021 non è stato un anno ordinario per quanto riguarda la classificazione e l’evoluzione in ottica green del patrimonio immobiliare nazionale. Si è infatti assistito all’attuazione di diverse misure nell’ambito dell’efficienza energetica, come l’entrata in vigore dei requisiti NZEB (acronimo di Nearly Zero Energy Buildings, ovvero edifici a consumo energetico verso lo zero) per tutte le nuove costruzioni.

Non solo, l’anno scorso sono diventate operative le prescrizioni inerenti alla misurazione e alla fatturazione dei consumi energetici per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione centralizzata dell’acqua calda sanitaria nei condomini e negli edifici polifunzionali.

Terzo rapporto sulla Certificazione Energetica degli Edifici

Ce n’è dunque a sufficienza per rendere ancor più interessante la lettura dell’ultimo Rapporto sulla Certificazione Energetica degli Edifici 2022 redatto da ENEA e CTI (aggiornato ai dati 2021), che si pone come uno dei riferimenti nazionali più significativi in materia di efficienza energetica offrendo una dettagliata analisi dello stato di attuazione del sistema di certificazione energetica a livello locale e nazionale.

A render ancor più particolare l’anno scorso, segnala il rapporto, “il crescente investimento nel settore edilizio dovuto all’incentivo Superbonus 110%, la pubblicazione del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), che indica azioni per incoraggiare la ristrutturazione profonda degli edifici esistenti, e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), inserito all’interno del programma europeo Next Generation EU (NGEU)”.

SIAPE: banca dati raddoppiata

In questo contesto, proprio nel 2021 la banca dati del Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (SIAPE) è più che raddoppiata, acquisendo una maggiore rappresentatività a livello territoriale, grazie al collegamento dei catasti energetici di 15 Regioni e 2 Province Autonome, con un incremento di 4 Regioni rispetto alla precedente annualità.

Ed ancora, al primo aprile 2022, vale a dire il termine di legge per l’inserimento degli Attestati di Prestazione Energetica dell’anno precedente nel SIAPE, il database aveva acquisito informazioni per un totale di 3,8 milioni di attestati relativi al periodo 2015-2022.

APE: quasi 1.300.000 attestati

In particolare, le analisi presentate nel Rapporto sulla Certificazione Energetica degli Edifici si basano sulle informazioni provenienti dagli APE emessi nel 2021 da 18 Regioni e 2 Province Autonome (oltre il 95% degli Enti Locali intervistati), per un totale di quasi 1.300.000 attestati, con un incremento del 20% rispetto alla base dati dell’annualità precedente.

Dal punto di vista della ripartizione geografica, una quota consistente di APE è stata emessa dalla Lombardia (17,5%), seguita da Lazio (10,6%) e Veneto (8,8%). La distribuzione per classe energetica mostra invece che oltre la metà degli immobili cui fanno riferimento gli attestati sono caratterizzati da prestazioni energetiche carenti (quasi il 60%).

Tuttavia, il confronto tra 2020 e 2021 evidenzia una riduzione della percentuale di immobili collocati nelle classi energetiche peggiori, F e G, di circa il 2%, soprattutto in favore di quelli più virtuose, classi A4-B (+1,5%), riprendendo così la tendenza positiva riscontrata nel quadriennio 2016-2019, che si era però interrotta nel 2020.

Aumento degli attestati di prestazione energetica
Variazione degli Attestati di Prestazione Energetica (APE) contenuti nel SIAPE dal 01/01/2017 al 01/04/2022 – Fonte SIAPE

Prestazioni energetiche e zona climatica

L’analisi dell’Indice di Prestazione Energetica Globale (EPgl) medio per zona climatica – dalla lettera A che indica le aree più calde fino alla F che individua i territori più freddi -, relativa ai settori residenziale e non residenziale, evidenzia l’andamento crescente dell’indice e della sua componente non rinnovabile (EPgl,nren) spostandosi dalle regioni più calde del Paese a quelle con clima più rigido. Si tratta però di un dato che può essere ingannevole. Infatti, nonostante le zone climatiche E e F siano mediamente caratterizzate da immobili con alti fabbisogni energetici, sono anche quelle che si distinguono per le prestazioni più efficienti.

Nel dettaglio, la zona climatica E mostra la percentuale più elevata di immobili collocati nelle classi energetiche A4-B, mentre gli immobili collocati nella zona climatica F hanno quasi il 20% del fabbisogno energetico coperto da energia da fonti rinnovabili, come scaturisce dall’analisi dell’Indice di Prestazione Energetica Globale Rinnovabile (EPglren).

Distribuzione dell’Indice di Prestazione Energetica Globale (EPgl) medio per gli immobili residenziali
Distribuzione dell’Indice di Prestazione Energetica Globale (EPgl) medio per gli immobili residenziali per (a) zona climatica (N = 940.038), (b) motivazione (N =940.220), (c) Periodo di costruzione (N = 925.175)
PP: passaggio di proprietà; L: locazione; A: altro; RE: riqualificazioni energetiche; RI: ristrutturazione importante; NC: nuove costruzioni
Fonti – Regioni e Province Autonome e SIAPE

Tipologia degli immobili ad alte prestazioni

Circa l’85% degli APE emessi nel 2021 è stato redatto per passaggi di proprietà e locazioni, circa il 3% per le nuove costruzioni, quasi il 4% per le riqualificazioni energetiche e il 2,5% per le ristrutturazioni importanti. E ricadono proprio in queste ultime tre categorie le percentuali maggiori di immobili ad alte prestazioni, poiché si tratta di lavori che vanno svolti nel rispetto della recente normativa, sia in tema di riduzione del fabbisogno energetico, sia per la copertura dello stesso tramite fonti energetiche rinnovabili.

L’analisi dell’EPgl per periodo di costruzione evidenzia a sua volta gli effetti positivi delle politiche energetiche, con una decrescita dei valori medi dell’EPnren a seguito dell’entrata in vigore di normative in materia di prestazioni energetiche con requisiti progressivamente più stringenti.

Mediamente, un immobile residenziale realizzato negli anni 2016-2021 ha una prestazione energetica globale di circa il 60% inferiore rispetto a immobili realizzati antecedentemente al 1945 e di circa il 50% inferiore rispetto ad un immobile realizzato tra il 1945 e il 1991.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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