Il settore delle pompe di calore, che continua a registrare numeri da record, è ritenuto in UE un comparto ad alto potenziale per contribuire in modo efficace al processo di transizione energetica. Proprio per accelerare il più possibile lo sviluppo di questo settore, la Commissione Europea sta lavorando alla realizzazione di un piano d’azione per promuovere lo sviluppo di questi impianti. E’ stato infatti pubblicato un invito a presentare contributi su questa iniziativa. Il tutto con l’obiettivo finale di arrivare a quota 40 milioni di nuovi impianti installati entro il 2030.
Entrando più in dettaglio, nel documento pubblicato dalla Commissione si sottolinea come il target da raggiungere sia almeno quota 10 milioni di nuove installazioni entro il 2027. A questo dato vanno poi aggiunte altri 30 milioni di impianti in più rispetto al 2020, grazie all’eliminazione graduale delle caldaie individuali da portare avanti entro il 2029 nell’ambito della progettazione ecocompatibile. Nella visione della Commissione, la maggior parte dei sistemi che verranno adottati, compresi quelli ibridi, saranno di tipo idronico.
Ma in concreto quali sono le iniziative che sono state individuate per traguardare i target fissati dal documento “Pompe di calore – Piano d’azione per accelerarne la diffusione nell’UE”? Sono quattro le azioni da mettere in campo.
In generale l’iniziativa della Commissione Europea punta a creare tutte le condizioni favorevoli per promuovere la maggior penetrazione possibile delle pompe di calore nel mercato europeo, una delle soluzioni tecnologiche di primaria importanza nel processo di transizione ecologica.
Tre sono in particolare i risultati da raggiungere, che vengono menzionati nel documento:
Il percorso indicato da Bruxelles assume una grande importanza se si pensa che circa il 50% di tutta l’energia consumata oggi nell’UE è usato per il riscaldamento e il raffrescamento e che oltre il 70% di questi due settori sfrutta ancora combustibili fossili, soprattutto sul gas naturale. Inoltre se si analizzano i dati relativi al settore residenziale, emerge come circa l’80% del consumo finale di energia sia destinato al riscaldamento degli ambienti e dell’acqua.
“Presto – si legge nel documento del piano di azione della Commissione – sarà fisicamente impossibile migliorare ancora l’efficienza energetica degli apparecchi di riscaldamento dell’ambiente e degli scaldacqua a combustione”. Per questo motivo la strada da seguire sarà quella delle pompe di calore, che forniscono energia rinnovabile e consentono di abbinare efficienza e riduzione delle emissioni.
Se non si agisce con azioni mirate per diffondere in modo capillare queste tecnologie, secondo la Commissione, si corre il rischio di vedere sostituiti i 22 milioni di vecchi apparecchi di riscaldamento individuali e diverse migliaia di vecchie unità di riscaldamento a combustibili fossili di grandi dimensioni con nuove caldaie a combustibili fossili.
Per cercare di evitare il verificarsi di questo scenario, riducendo al massimo il ricorso a gas e petrolio, il piano REPowerEU promuove una più rapida diffusione delle pompe di calore individuali negli edifici e delle pompe di calore su vasta scala nelle reti di teleriscaldamento e teleraffrescamento.