Il passo del gambero per la transizione energetica europea?

Fanno discutere gli emendamenti al REPowerEU, ispirati dai Paesi membri, che fra l’altro mirano a ridimensionare la percentuale delle fonti rinnovabili nel mix energetico del continente
transizione energetica europea in bilico

Mentre in Italia avvengono fatti, in relazione alla formazione del nuovo governo, che visti dall’estero appaiono di difficile comprensione, quel che accade all’estero, inteso come i piani alti dell’Unione europea, è di facile comprensione anche in Italia… Stiamo parlando del dibattito, più o meno pubblico, sulle modalità della transizione energetica del continente in relazione agli sconquassi provocati dal terribile conflitto in Ucraina.

Man mano che è divenuto chiaro come non sia più possibile contare sulle colossali forniture di combustibili fossili provenienti dalla Russia, hanno preso forma a Bruxelles due autentiche fazioni contrapposte su un tema di enorme rilevanza: occorre accelerare sulla transizione green o piuttosto premere il pedale sul freno perché non ce la possiamo più permettere al ritmo precedentemente ipotizzato?

Consiglio e Commissione UE

Una contrapposizione dapprima strisciante che poche settimane fa si è invece concretamente manifestata sotto forma di un’iniziativa legislativa che, come vedremo, mira soprattutto a modificare “al ribasso” un obiettivo fondamentale per la transizione energetica del nostro continente. Più nel dettaglio, l’iniziativa consiste in alcuni emendamenti proposti dai Paesi membri attraverso il Consiglio dell’Unione Europea, quest’ultimo l’organismo che riunisce i ministri competenti di tutti i Paesi aderenti per discutere e votare le proposte legislative della Commissione UE.

Oggetto delle richieste di modifica è il REPowerEU, ovvero la più recente proposta della Commissione in tema, appunto, della transizione energetica che dovrà portare l’Europa fino al traguardo dell’impatto zero per la metà del secolo. E proprio con il REPowerEU sono stati rivisti al rialzo i vari obiettivi da raggiungere nei prossimi decenni, precedentemente indicati dalla normativa denominata Fit for 55.

Dietrofront sulla percentuale di rinnovabili

Ebbene, uno degli emendamenti “incriminati” prevede adesso una clamorosa marcia indietro su uno degli obiettivi resi più ambiziosi dal REPowerEU, vale a dire la percentuale derivante dalle fonti rinnovabili sul complessivo mix energetico europeo nel 2030. Un valore che nel REPowerEU era stato innalzato dal 40 al 45%, ma che ora il Consiglio dell’UE propone di far ritornare al dato precedente.

Ma non è tutto, perché tra gli emendamenti presentati dal Consiglio ce n’è un altro che rappresenta una vistosa marcia indietro rispetto a quanto indicato nel REPowerEU. La modifica, infatti, prevede la cancellazione di una nuova definizione con valore strategico, poiché attribuisce un “interesse pubblico prevalente” all’installazione di nuova capacità rinnovabile. Valore strategico perché in questo modo diverrebbe (il condizionale è quanto mai opportuno) più facile velocizzare se non sbloccare nei Paesi membri gli iter autorizzativi relativi alle fonti rinnovabili.

Transizione energetica: fronti contrapposti

Insomma, è evidente l’esistenza di due fronti contrapposti a Bruxelles, dove il partito green, che parla soprattutto per bocca della Commissione, è fortemente convinto che le rinnovabili siano l’unica risposta logica per affrancarsi dai combustibili fossili e ancor prima dalla dipendenza energetica nei confronti della Russia.

Di contro, ed a quanto pare è la convinzione della maggioranza dei governi nazionali ispiratori degli emendamenti al REPowerEU, l’altro partito vuole rallentare la transizione energetica e chiede di non legarsi troppo alle rinnovabili per ovviare alla strozzatura/chiusura del gas e del petrolio russo. Giudice ultimo sarà naturalmente il Parlamento europeo, che dovrà decidere se accogliere gli emendamenti del Consiglio o confermare il dettato del REPowerEU.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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