Mario Draghi boccia il Superbonus: “Non siamo d’accordo”

L’inatteso giudizio del presidente del consiglio sul Superbonus 110% nell’aula dell’Europarlamento ha subito innescato molte reazioni critiche di varie associazioni di categoria appartenenti alla filiera dell’edilizia
superbonus Edilizia: non piace a Mario Draghi

Una cosa bisogna sicuramente riconoscerla a chi sta scrivendo il lungo, lunghissimo “romanzo” del Superbonus: non gli difetta certo la fantasia. L’ultimo capitolo è andato addirittura in scena dentro uno dei consessi più prestigiosi della politica internazionale, l’aula dell’Europarlamento di Strasburgo. Ed il protagonista è stato nientemeno che il nostro presidente del consiglio, Mario Draghi, del quale è opportuno riproporre esattamente le parole.

“Questo governo è nato come un governo ecologico – ha dichiarato il premier -, quindi fa del clima, della transizione verde e anche della transizione digitale il pilastro portante. In questo senso devo dire che il nostro ministro dell’Ambiente è stato straordinario. Ha fatto quello che difficilmente poteva essere immaginato anche un anno e mezzo fa. Ha realizzato provvedimenti straordinari”.

“Non siamo d’accordo”

E fin qui siamo ancora nella normalità. Subito dopo, però, i toni del presidente del consiglio sono diventati ben diversi: “Possiamo non essere d’accordo sul Superbonus del 110%, e non siamo d’accordo sulla validità di questo provvedimento. Cito soltanto un esempio. Il costo di efficientamento è più che triplicato grazie ai provvedimenti del 110%”.

Una bocciatura clamorosa che Draghi ha ulteriormente argomentato: “I prezzi degli investimenti necessari per attuare le ristrutturazioni sono più che triplicati, perché il 110% di per sé toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo. E quindi questo è il risultato. In ogni caso le cose vanno avanti in parlamento, il governo ha fatto quello che poteva fare e il nostro ministro è molto bravo”.

Un autentico fulmine a ciel sereno, anche perché, senza addentrarsi nel merito delle dichiarazioni, il Superbonus è una legge dello Stato partorita da un governo, il precedente guidato da Giuseppe Conte, che lo stesso esecutivo presieduto da Draghi ha comunque legittimato la maxi agevolazione intervenendo con delle modifiche e delle proroghe dei termini.

superbonus 110

Reazioni immediate sul Superbonus

Inevitabile la pioggia di reazioni a un intervento tanto significativo quanto inaspettato. Per il mondo politico citiamo quella del deputato cinquestelle, Riccardo Fraccaro, probabilmente l’esponente del precedente governo che più da vicino ha seguito la gestazione del Superbonus: “Mario Draghi nel suo intervento a Strasburgo durante la plenaria del Parlamento europeo ha dichiarato di non essere d’accordo sul Superbonus; sinceramente lo avevamo già dedotto dai continui blocchi e dalle modifiche apportate alla misura nei mesi scorsi che di fatto hanno rischiato di renderla inutilizzabile”.

“Vorrei ricordare al nostro presidente del consiglio – ha aggiunto Fraccaro – che il Superbonus è espressione della volontà parlamentare di tutte le forze politiche, e per questo, anche se il suo giudizio personale è negativo, non può boicottare una misura che peraltro in più occasioni ha ricevuto lodi dalla stessa Unione Europea”.

Confedilizia e Ance

Dura la replica di un’associazione di categoria come Confedilizia: “Il problema segnalato dal premier esiste, anche se l’aumento dei prezzi è stato determinato da molteplici fattori. Del resto, il superbonus è stato varato, nella primavera di due anni fa, al solo scopo (ottenuto, a quanto risulta) di dare uno scossone positivo a un’economia annichilita da pandemia e lockdown. E nessuna persona dotata di senno ha mai pensato che dovesse essere strutturale”.

Semmai, per Confedilizia, la vera questione è un’altra: “Quel che lascia perplessi è il fatto che il governo, impossibilitato a bloccare questa misura in quanto voluta dalla quasi totalità del Parlamento, abbia introdotto negli ultimi mesi evidenti ostacoli alla sua concreta applicazione, in particolare attraverso i limiti imposti alla cessione del credito”.

Molto critica anche l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), che pur senza nominare direttamente il premier sottolinea come “cittadini e imprese sono preoccupati per questo clima di incertezza che regna intorno al Superbonus e che rischia di bloccare migliaia di lavori già partiti o in procinto di partire, creare enormi contenziosi e di far fallire centinaia di operatori. Non è possibile rimettere continuamente in discussione norme già in vigore: ci dicano una volta per tutte cosa si intende fare di questa misura”.

La protesta degli architetti

Un disagio che diventa una vera e propria protesta, andando a leggere la lettera aperta che gli architetti dell’Ordine di Roma, in rappresentanza degli Ordini di 44 province italiane, hanno inviato al governo con un titolo emblematico: “Bonus edilizi. Serve una via di uscita”.

“Di fronte a una norma scritta male – si legge nella missiva -, ci si domanda se l’esecutivo e gli uffici che intervengono nel processo legislativo conoscano i tempi di progettazione e realizzazione di un intervento edilizio. La realtà parla di professionisti che si ritrovano oggi con lavori fatti o quasi conclusi, senza alcuna possibilità di cessione del credito o sconto in fattura, con l’unica prospettiva di un aumento di contenziosi e azioni legali”.

Contenzioni e azioni legali che rischiano davvero di moltiplicarsi, anche perché in questo clima di incertezza i cantieri aperti o comunque non ancora conclusi sono moltissimi, come testimoniano gli ultimi dati presenti nello specifico portale ENEA. In particolare, al 31 marzo 2022 gli interventi legati al Superbonus 110% hanno raggiunto un ammontare totale di 24,2 miliardi di euro, dei quali più di 7 miliardi si riferiscono a lavori ancora in corso di svolgimento.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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