Gas refrigeranti: il nuovo Regolamento F-gas mette in crisi l’industria HVAC?

L’Associazione Assoclima prende posizione dopo le anticipazioni sulla messa al bando dei gas refrigeranti sintetici utilizzati dalla maggioranza dei sistemi di climatizzazione e delle pompe di calore attualmente in produzione
Gas refrigeranti: nuova f-gas è un problema per la transizione energetica

“La competitività dell’industria europea è la chiave per realizzare gli obiettivi del Green Deal e del RePowerEU”: una frase, la stessa frase, può assumere significati ben diversi a seconda del contesto, spaziale e temporale, nel quale viene adoperata. Vale anche per questa affermazione, che conclude un comunicato appena diffuso da Assoclima. Infatti, quello che potrebbe essere interpretato come un semplice enunciato di principio, è in realtà un grido di allarme relativo alle possibili modifiche della regolamentazione europea degli impianti di climatizzazione (denominata F-gas), con una vigorosa “stretta” in tema di gas refrigeranti.

Utilizzo soltanto dei gas naturali

In base alle anticipazioni sui contenuti della regolamentazione, peraltro da verificare, ad essere messa a rischio, appunto, sarebbe la competitività dell’industria europea del settore, costretta a rottamare la stragrande maggioranza degli apparecchi oggi in produzione che funzionano con tipologie di gas refrigeranti che diventerebbero fuorilegge. Per i sistemi di climatizzazione e le pompe di calore rimarrebbe solo la possibilità di utilizzare gas naturali, e assai meno climalteranti. L’esempio tipico è quello del propano (R290), che però è infiammabile e pone quindi problemi di sicurezza.

Nella presa di posizione da parte di Assoclima, che rappresenta i costruttori di sistemi di climatizzazione, si parte innanzitutto dal contesto, ricordando che l’Unione Europea ha riconosciuto le pompe di calore tra gli strumenti più efficaci per velocizzare il raggiungimento degli obiettivi dello European Green Deal, ovvero ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Ed ancora, con riferimento al piano Fit-for-55 e alla necessità di slegarsi dalle forniture energetiche russe, in ambito europeo è stato definito un target di 30 milioni di nuove pompe di calore installate entro il 2030 nei Paesi aderenti all’Unione. Insomma, dal settore della climatizzazione passa una parte significativa della transizione energetica del nostro continente.

Le richieste ai legislatori europei

Nella piena condivisione degli obiettivi UE, Assoclima si dichiara quindi pronta a lavorare con i legislatori dell’Unione e le autorità italiane “affinché il futuro Regolamento F-gas sia ambizioso, applicabile ed equilibrato”. Ma l’Associazione chiede agli stessi legislatori di essere consapevoli “di alcune incongruenze e, soprattutto, dell’impatto per i cittadini e la filiera della climatizzazione se in sede europea venisse approvata una proposta di revisione del Regolamento F-gas che preveda l’utilizzo esclusivo di gas naturali e la messa al bando di tutti i refrigeranti sintetici in gran parte delle applicazioni”.

Il nuovo Regolamento F-Gas è ora oggetto di valutazioni ed eventuali correzioni in quello che viene denominato Trilogo, vale a dire il confronto tra Commissione, Parlamento e Consiglio europeo. Una fase cruciale nella quale Assoclima si pone l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni, governo e ministero dell’Ambiente in primis, “affinché tutelino l’industria della climatizzazione, considerata un’eccellenza a livello internazionale, e si attivino per sostenere a tutti i livelli le modifiche al testo proposte dall’industria”.

L’Associazione descrive un’apparente contraddizione nella posizione elaborata dal Parlamento europeo: “Si vogliono bandire i refrigeranti fluorurati perché, in caso fossero liberati in atmosfera, contribuirebbero ad aumentare l’effetto serra. Il loro utilizzo è tuttavia indispensabile per rispettare i target di diffusione menzionati in precedenza e permettere l’adozione su larga scala delle pompe di calore in sostituzione dei tradizionali apparecchi a combustione: la riduzione delle emissioni di anidride carbonica in questo caso sarebbe notevolmente più consistente rispetto a quanto ottenibile con la semplice proibizione dei refrigeranti”.

Usare tutto il portafoglio dei gas refrigeranti

Ne consegue la posizione di Assoclima, che è quella di supportare la transizione ai refrigeranti naturali, ove possibile, e di utilizzare altresì tutto il portafoglio dei refrigeranti disponibili. “Una regolamentazione che vieti completamente l’utilizzo di refrigeranti sintetici – dichiara Luca Binaghi, presidente di Assoclima – renderebbe in alcuni casi impossibile e in generale più difficoltosa e costosa l’installazione di un impianto di climatizzazione”.

Infine, Assoclima invita a non sottovalutare l’impatto sociale ed economico: “Il settore della climatizzazione muove un volume d’affari compreso tra i 5 e gli 8 miliardi di euro. L’adozione di un Regolamento F-gas non chiaro, eccessivamente ambizioso e non ben ponderato metterebbe in difficoltà molte aziende che stanno investendo sempre più su una produzione localizzata nel nostro territorio e le cui abilità e competenze sono riconosciute da un valore dell’export ben superiore al 50% della produzione”.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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