Partiamo da un’indicazione di scenario: è in corso una revisione del Regolamento 517 2014, il cosiddetto Regolamento F-Gas che scrive regole per l’utilizzo e la manipolazione dei gas fluorurati. La prima edizione aveva già dato una consistente scossa al mercato impostando un phase down, una estromissione dal mercato progressiva dei gas maggiormente climaimpattanti e il nuovo testo pare arrivare a rendere ancor più stringenti i criteri e i tempi di divieto di utilizzo per produttori e – conseguentemente – le riduzioni di disponibilità per i manutentori.
Tre punti evidenziamo per dare maggiore chiarezza al ragionamento successivo:
Ne consegue (come è logico) che i produttori stiano ricercando in maniera abbastanza rapida soluzioni alternative che pongano i prodotti in condizione di non incorrere in nuove restrizioni andando verso l’adozione di refrigeranti a bassissimo GWP (Global Warning Potential), meglio ancora se naturali in quanto non soggetti alla disciplina del Regolamento.
Gli idrocarburi sono gas che in passato hanno avuto un uso abbastanza ampio nel mondo della refrigerazione: sono oggi di nuovo “di moda” per la ragione che abbiamo appena esposto, cioè la loro sostanziale “neutralità” a livello di impatto sul clima. Il GWP del propano infatti è decisamente bassissimo, un valore, 3, che lo pone appena al di sopra di un altro gas naturale – l’anidride carbonica – tornato anch’esso sugli scudi, ma più complesso in termini di utilizzo. Al basso GWP si unisce anche un ODP (Ozone Depleting Point) pari a zero, fattore anch’esso molto apprezzato in un’epoca in cui la scelta dei refrigeranti è orientata verso quelli che non producono danni ad atmosfera, ambiente e quant’altro.
La disponibilità in natura del propano (noto come R290) è un’altra consistente leva significativa che spinge a considerarlo utile, perché esso non è un prodotto di sintesi soggetto alle regole di mercato che governano la proprietà di una formula chimica e quindi condizioni per cui i produttori sono pochi e capaci di governare con grande attenzione il prezzo del refrigerante, ma è disponibile in quantità determinate dalla capacità di molti operatori di estrarre e portare a condizioni di utilizzo una risorsa naturale.
Va infine detto che oltre ad un rendimento molto interessante il propano ha fra le proprie caratteristiche una pressione d’esercizio analoga a quella dell’R32 e quindi decisamente non complessa da gestire in termini di canalizzazioni e impianto di veicolazione del fluido termoportante.
L’aspetto delicato della questione è costituito dal fatto che essendo l’R-290 un idrocarburo HC puro rientra nella categoria di sicurezza ASHRAE A3. Questo comporta un sostanziale divieto all’utilizzo in ambienti chiusi, divieto che fino a poco tempo fa era “violabile” fino a un limite massimo di carica di 150g, ma è di fresca pubblicazione la notizia che il nuovo standard di sicurezza IEC 60335-2-40 approvato il 29 aprile scorso permette l’utilizzo di una carica maggiore di refrigeranti infiammabili (fino a 988 g di R290 in un sistema standard di aria condizionata split) in nuove apparecchiature progettate secondo alcuni requisiti di sicurezza aggiuntivi per garantire lo stesso alto livello di sicurezza delle apparecchiature che utilizzano refrigeranti non infiammabili.
Una buona notizia per certi versi, perché semplifica una delle reali difficoltà che l’utilizzo di impianti a propano ha incontrato finora: il limite di carica imponeva infatti l’utilizzo dell’R290 nei chiller esterni, demandando il compito di portare l’energia termica all’interno dell’ambiente a un circuito secondario che richiedeva un accurato dimensionamento per determinarne l’efficienza.
Tubazioni, coibentazioni, scelta della percentuale di glicole e altre variabili devono essere adeguatamente studiate e progettate per ottenere quei rendimenti termici che danno un senso alla scelta di un sistema a cascata, la cui progettazione e installazione è forse l’elemento più complesso della scelta di adottare l’R290 come refrigerante.
La problematica dell’infiammabilità ed esplosività pone nelle condizioni di dover ragionare molto attentamente sulle regole di sicurezza nella collocazione delle macchine con carica superiore a quella consentita in ambienti confinati, in quanto l’argomento rientra nel campo disciplinare di una legge, il Decreto Legislativo 81 2008, che è particolarmente specifico sulla materia.
Va detto infine che un’altra area del lavoro dell’operatore di installazione e manutenzione di impianti di climatizzazione che l’uso dell’R290 mette sotto la lente di ingrandimento è quella del trasporto delle bombole: la categorizzazione del gas come esplosivo rende necessario l’adeguamento e la conformità dei mezzi utilizzati per trasportare le bombole, così come stabilisce altrettante regole specifiche per il suo immagazzinamento.