La riqualificazione energetica degli immobili non spaventa gli italiani

Un’indagine di Confindustria Assoimmobiliare evidenzia un atteggiamento largamente positivo nei confronti della bozza della nuova direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici, la direttiva Green
Direttiva green e valore degli immobili

Abbiamo già parlato delle contraddizioni, tutte italiane, portate allo scoperto dalla recente direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici (ribattezzata Direttiva Case green o Direttiva Green). C’è ad esempio l’allarme del governo, relativo ai costi enormi a carico dei contribuenti che deriverebbero dall’applicazione della normativa nel nostro Paese, che però viene platealmente smentito da varie rilevazioni su quello che è il sentiment, largamente positivo verso la riqualificazione degli immobili, espresso dagli stessi contribuenti…

Una situazione fotografata di recente dall’indagine, commissionata da Confindustria Assoimmobiliare a SWG, che analizza l’impatto della direttiva Green – attualmente in discussione al Parlamento Europeo dopo essere stata emanata dalla Commissione europea – sulle scelte dei proprietari e dei potenziali acquirenti di immobili, delineando una serie di scenari possibili.

Direttiva Green: dall’Europa una grande opportunità

Innanzitutto, dallo studio emerge una tendenza forte e chiara: al di là delle discussioni in corso sulla direttiva Green e del suo percorso legislativo a livello comunitario, chi in Italia ha intenzione di acquistare una casa considera già l’efficienza energetica come un criterio fondamentale per orientare le proprie scelte. Proprio per questo, secondo il 58% degli intervistati, la direttiva può essere una grande opportunità per rinnovare il patrimonio residenziale italiano e per il 56% potrebbe essere l’occasione per rigenerare zone delle città oggi in stato di degrado.

Percezione degli italiani su bozza direttiva green
La percezione degli italiani sulla bozza Direttiva Green

La vocazione green degli italiani emerge soprattutto dalle risposte a due domande incluse nell’indagine. Da un lato la maggior parte di coloro che hanno intenzione di acquistare una casa dichiara di volere abitazioni di classe A (il 56%), ovvero quelle con la miglior classificazione energetica. Dall’altro lato, sempre la maggioranza del campione interpellato (il 55%) esclude di acquistare le case con valori energetici più bassi – quelli da E a G – anche se tali abitazioni costassero di meno.

“Questi dati ci indicano una strada che il mercato ha già cominciato a percorrere – ha affermato la presidente di Confindustria Assoimmobiliare, Silvia Rovere -. Esiste infatti una domanda forte e diffusa di case green che sta orientando le decisioni di investimento delle famiglie e che ha quindi bisogno di un’offerta adeguata. Ma non basta, anche se è fondamentale, la riqualificazione dell’esistente, perché difficilmente consente di arrivare alla classe energetica A e a consistenti risparmi sulla bolletta energetica”.

La percezione direttiva case green sul valore degli immobili
La percezione della direttiva case green sul valore degli immobili

“Sostituire il patrimonio immobiliare esistente”

La strada maestra, secondo la leader di Confindustria Assoimmobiliare, è quindi quella di “sostituire il patrimonio immobiliare esistente con nuove costruzioni ad alte prestazioni energetiche. Senza consumare nuovo suolo: in tutte le città italiane ci sono interi quartieri con costruzioni obsolete, degradate, insicure e certamente prive di qualsiasi valore storico-architettonico, che andrebbero demolite e ricostruite secondo i più elevati standard di efficienza energetica, sismica e tecnologica. È su questo che si gioca il futuro dell’industria immobiliare, del mercato e delle politiche pubbliche per la casa”.

Tornando alle risultanze dell’indagine, oltre due terzi degli italiani (67%) sono convinti che le case energeticamente meno efficienti subiranno forti perdite di valore nei prossimi anni. Ed ancora, sarà più costoso ristrutturare le abitazioni (66%) e nessuno vorrà più acquistare case con classi energetiche basse (59%). Un altro punto essenziale riguarda la convinzione diffusa che ci saranno nuovi incentivi statali per rendere efficienti gli immobili o per costruirne di nuovi in classe A: ne è convinto il 60% degli intervistati.

scarsa conoscenza della classe energetica della propria abitazione
Dall’indagine emerge una scarsa conoscenza della classe energetica della propria abitazione

Lo studio, peraltro, mostra che c’è ancora molto da fare per quanto attiene la consapevolezza dei cittadini. Infatti, nonostante la crescente sensibilizzazione sul tema, ancora ampie fasce della popolazione non sanno indicare la classe energetica della propria abitazione (solo il 49% dei proprietari ne è a conoscenza). Una conoscenza la cui incidenza è comunque molto più alta proprio fra i possessori di immobili ad alta efficienza energetica.

Ignoranza dei differenti costi energetici

Si registra, inoltre, una difficoltà concreta nel comprendere quali siano le differenze di costo energetico (cioè l’impatto sulla bolletta) che comporta il vivere in una casa in classe G piuttosto che in una in classe A. Soltanto il 18% degli intervistati è a conoscenza del fatto che i costi possono essere fino a 7 volte più alti. E il 48% non sa o non risponde.

Quanto al temuto salasso derivante dall’approvazione della direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici, per gli italiani non sembra rappresentare uno spauracchio. In particolare, fra i proprietari di case con classe energetica bassa, una parte rilevante (42%) dichiara di essere pronta a ristrutturare la propria abitazione per migliorarne l’efficienza, mentre un 11% dice che cercherà di venderla per acquistarne una di classe A.

Certo, non va trascurato il 47% del campione che invece dichiara di voler restare nella propria casa anche se ne diminuisse il valore e a fronte di costi energetici più alti. Una determinazione che si spiega soprattutto per la dichiarata impossibilità economica di fare fronte a un acquisto o a una consistente ristrutturazione.

L’attesa di nuovi incentivi statali

“Il 55% delle unità immobiliari residenziali – sottolinea Silvia Rovere – è stato realizzato prima del 1975, cioè prima dell’entrata in vigore delle attuali normative su risparmio energetico, rischio sismico, rischio idrogeologico. La direttiva Green in discussione a Bruxelles va considerata come un forte stimolo alla realizzazione di case più efficienti e più sicure; questa è una necessità già percepita dai cittadini italiani, che sono solo timorosi dei costi associati alla transizione energetica e che, infatti, dichiarano di aspettarsi nuove forme di incentivi anche per la costruzione di abitazioni in classe A”.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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