Come e dove si acquista la smart home?

L’Osservatorio Internet of Things 2023 punta all’evoluzione dei canali di vendita della smart home: le note positive, tra installatori e costruttori, non mancano
I principali canali di vendita della smart home nel 2022

La transizione della casa connessa verso il concetto di integrazione, all’interno di un ecosistema di tecnologie, si riflette anche sull’analisi dei canali di vendita della smart home prediletti dagli installatori italiani. Lo dice l’analisi inserita nell’ultima edizione dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano.

Il 2022, infatti, è stato un anno di forte ripresa per alcuni filoni e di parziale rallentamento per altri. Mentre si conferma la rilevanza della filiera tradizionale, spinta anche dal boom degli incentivi fiscali, e dell’ecommerce B2B, si osservano interessanti segnali di ampliamento delle competenze smart degli installatori. Un trend destinato a crescere in futuro, in virtù soprattutto della consapevolezza dei consumatori, i quali confermano l’interesse verso una casa connessa via app, “facile” e funzionale.

I canali di vendita della smart home nel 2022

Partendo appunto dai dati, il 2022 torna a premiare la filiera tradizionale. Le vendite toccano 345 milioni di euro, a coprire il 45% dell’intero mercato della casa intelligente, riposizionandosi sull’onda del +40% registrato nel 2021. Come noto, in questa consistente crescita c’è lo zampino degli Ecobonus. Passando agli altri canali di vendita della smart home, ottimi risultati anche per gli eRetailer, con 260 milioni di euro e il 34% di quota. Seppur a un tasso più contenuto rispetto al 2021 (+15% vs +25%), questo risultato è trainato soprattutto dai dispositivi intelligenti per il risparmio energetico. Seguono i retailer multicanale, che incassano 130 milioni di euro, il 17% di share, e un incremento più contenuto del 2021 (+4%).

Canali di vendita della smart home nel 2022

Rimangono invece limitate le vendite di utility, assicurazioni e telco. Anche se le prime hanno rilanciato parecchi servizi dedicati alla smart home nell’ambito del risparmio energetico. Esempi sono le tariffe dinamiche e custom sulla bolletta e la spinta alle comunità energetiche. L’efficacia di tali campagne promozionali – secondo i ricercatori dell’Osservatorio – si potrà misurare solamente nel corso del 2023.

Il ruolo degli installatori evoluti

“Monitoriamo con particolare attenzione l’evoluzione degli installatori, che possono fare ancora molto per supportare il mercato della smart home – spiega la ricercatrice Elisa Vannini -. La nota positiva è che l’avvicinamento al digitale dei professionisti non è più dovuto solamente al ricambio generazionale, bensì anche a una crescita “culturale” trasversale a più fasce di età. A beneficio non solo dei clienti finali, ma anche dei produttori di tecnologie, in un circolo virtuoso di formazione e supporto”.

A stimolare la transizione smart degli installatori, la progressiva richiesta, da parte del mercato, di competenze non solo relative alla componente hardware ma anche a quella software. L’indagine realizzata dall’Osservatorio Internet of Things 2023, in collaborazione con Doxa, evidenzia infatti la crescente fiducia dei clienti finali nelle abilità dei tecnici impiantisti. Il 34% dei rispondenti ha infatti scelto di affidarsi a un professionista per installare soluzioni di smart home. Nel 41% di questi casi, il tecnico si è occupato anche della parte di configurazione dell’app da associare ai dispositivi. Un trend in crescita dell’11% rispetto al 2021. Certamente i giovani installatori sono più propensi all’approccio olistico della digitalizzazione, ma gli utenti, sempre più consapevoli ed esigenti, spingono tutte le categorie a formarsi per non perdere un’opportunità epocale.

E i costruttori cosa pensano?

Gli installatori smart non sono l’unico driver di diffusione degli ecosistemi digitali della smart home. Per questo, l’Osservatorio rivolge quest’anno l’attenzione anche a progettisti e costruttori, portavoce di un’edilizia sempre più legata a questa dinamica. Alla domanda su quali fossero le infrastrutture di maggiore valore se dotate di connettività, al primo posto troviamo le case e i condomini. Ancora, 7 intervistati su 10 hanno sperimentato l’integrazione nei building in almeno un progetto, con una suddivisione abbastanza equa tra riqualificazioni e nuove costruzioni.

“Ci sembra lecito pensare che l’interesse di questa categoria proseguirà anche nel prossimo futuro – conclude Elisa Vannini -. In particolare, il condominio potrebbe essere lo scenario ideale per mettere alla prova la smart home, facendo leva soprattutto sui suoi vantaggi in termini di risparmio energetico”. Certo, tra costi, cultura e competenze, gli ostacoli non mancano. Ma dalla collaborazione tra i diversi attori della filiera immobiliare e impiantistica possono nascere numeri importanti.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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