In Italia scarsa protezione contro i rischi di calamità naturali  

ANIA sottolinea la diffusione minima di polizze assicurative, sottoscritte solo dal 5% delle famiglie e delle microimprese, in un Paese che è fra i più esposti ad eventi estremi, resi purtroppo più frequenti dai cambiamenti climatici
Poche polizze sulle calamità naturali secondo indagine ANIA

Limitandosi alle sue caratteristiche naturali, l’Italia è comunque un luogo per molti versi eccezionale, con i suoi mari, laghi, monti, vulcani ed un clima unico legato alla sua particolare collocazione nel centro del Mediterraneo. C’è però un’altra faccia della medaglia, legata al pericolo di calamità naturali. Alluvioni, frane, incendi, oltre che i terremoti, sono eventi che caratterizzano da sempre il nostro territorio, ma che purtroppo sembrano destinati ad intensificarsi a causa del cambiamento climatico.

Dunque, per le aziende e per i privati diventa sempre più importante tutelarsi dagli eventi estremi con una protezione assicurativa, una consapevolezza che però è ancora scarsamente diffusa al di sotto delle Alpi, come è stato recentemente sottolineato durante l’ultima assemblea dell’ANIA, l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici.

Gravi conseguenze macroeconomiche

“In relazione ai rischi legati al cambiamento climatico – ha affermato la presidente dell’ANIA, Maria Bianca Farina -, sono sempre più evidenti le conseguenze macroeconomiche che possono derivare da eventi meteo estremi. Tutte le autorevoli raccomandazioni internazionali individuano l’assicurazione contro le catastrofi come strumento chiave per contenere le perdite. Essa favorisce finanziamenti rapidi per la ricostruzione e incentiva la mitigazione del rischio”.

I problemi sorgono, appunto, andando a guardare la realtà italiana: “Si tratta di aspetti vitali – ha proseguito Farina – per un Paese così esposto come il nostro: il costo di una catastrofe non dipende solo dalla gravità dei danni iniziali, ma anche da quanto velocemente può essere completata la ricostruzione. E qui noi italiani non siamo certo all’avanguardia in Europa. Se si includono anche i terremoti, la quota di danni assicurati in Italia non supera oggi il 14% del totale: è di gran lunga il dato più basso fra i principali Paesi europei”.

Italia al 29° posto nel “Resilience Index”

Dunque, in tema di protezione assicurativa contro le calamità naturali il nostro Paese è fra i vagoni di coda come certifica anche la classifica globale del “Resilience Index” di Swiss Re, dove l’Italia oggi figura al ventinovesimo posto su 39 nazioni considerate.

Infografica abitazioni civili con assicurazione calamità naturali

Situazione paradossale per un Paese che non solo è esposto ad un rischio sismico fra i più elevati in Europa (con circa il 40% delle abitazioni civili situato nelle zone a media ed elevata pericolosità), ma risulta molto fragile anche dal punto di vista del dissesto idrogeologico, con quasi il 95% dei Comuni italiani a rischio frane, alluvioni e/o erosione costiera. Complessivamente, risulta che oltre l’80% delle abitazioni civili è esposto a un livello di rischio medio-alto per almeno uno degli eventi sopra citati.

Il grande gap di protezione assicurativa per le calamità naturali

Eppure, nell’ambito europeo è proprio in Italia (dopo la Grecia) che si registra il più ampio gap di protezione assicurativa contro le calamità naturali, calcolato come differenza fra le perdite legate a questi rischi e gli importi effettivamente coperti da una polizza assicurativa. Un gap che nel 2021 è arrivato alla cifra di 4,6 miliardi di euro nel nostro Paese.

Del resto, i numeri che fotografano la situazione di arretratezza sono purtroppo molti. Per quanto riguarda le abitazioni civili, su 35,3 milioni di unità abitative esistenti (censimento Istat 2021) il 44,2% risulta assicurato contro gli incendi ma soltanto il 5,3% (1,9 milioni di abitazioni) è protetto da calamità naturali quali terremoto e/o alluvione.

La situazione delle imprese

La situazione è per molti versi analoga se si guarda alle imprese, che in Italia sono oltre 4,5 milioni con una nettissima prevalenza, il 95%, di quelle con meno di dieci occupati. Ebbene, per queste microimprese la penetrazione delle polizze a copertura dei rischi naturali e climatici è estremamente bassa, con un 5% che è appunto simile al dato delle unità abitative.

Assicurazioni relative alle imprese italiane

Si registra invece un deciso salto di qualità guardando alle imprese piccole, medie e grandi, in Italia circa 225mila. Infatti, la protezione contro le calamità naturali risulta già del 55% nelle piccole imprese, per salire al 67% nelle imprese medie fino ad arrivare a quasi l’80% delle grandi imprese che si coprono per questa tipologia di rischi.

In attesa del disegno di legge

La presidente ha ricordato che “è in fase avanzata un disegno di legge delega che affiderebbe al Governo l’individuazione di strumenti assicurativi e riassicurativi per la copertura dei rischi derivanti da eventi naturali catastrofali. La velocità del cambiamento climatico e, purtroppo, il ripetersi delle sciagure ci dicono che non c’è tempo da perdere”.

Per questo, secondo l’associazione, la strada da intraprendere è chiara: “Va definito un sistema ex ante pubblico-privato che poggi sulla mutualizzazione dei rischi e garantisca attenzione rigorosa alla prevenzione, trasparenza nelle procedure, opportune modalità di finanziamento della gestione delle emergenze post-evento e, soprattutto, tempi certi e ragionevoli di risarcimento”.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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