Per spiegare perché l’iniziativa, sotto forma di proposta di legge, è particolarmente importante partiamo dalle recenti e drammatiche immagini delle devastazioni procurate dalle alluvioni in Emilia Romagna. Fra i tanti danni ambientali non si può purtroppo escludere che ve ne siano alcuni causati da sostanze e materiali fuoriusciti da aziende a causa della furia degli elementi. Il che ribadisce come la prevenzione e la riparazione dei danni ambientali deve rappresentare un elemento fondamentale anche per le imprese.
Eppure in Italia la protezione dell’ambiente è un tema ancora troppo sottovalutato tra gli operatori economici. Nelle imprese italiane manca una vera cultura a favore della prevenzione e della riparazione dei danni alle risorse naturali. Sono infatti meno del 2% le aziende che hanno attivato delle polizze assicurative a copertura di questa tipologia di rischi.
Veniamo quindi alla proposta di legge – presentata su iniziativa dei deputati Gadda, Rosato, Sottanelli, Bonetti, Benzoni e Ruffino – che punta attraverso il sistema del credito d’imposta al 20% a incentivare le imprese a fare un maggiore ricorso alle polizze per danni all’ambiente, tutelando così il patrimonio aziendale e migliorando la gestione e l’impatto derivante dai rischi ambientali.
I contenuti del testo sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa presso la Camera dei deputati alla quale hanno preso parte anche i rappresentanti di Pool Ambiente, ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici), AIBA (Associazione Italiana Brokers di Assicurazioni), ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) e UNI (Ente Italiano di Normazione).
“L’obiettivo della proposta di legge – ha spiegato l’onorevole Maria Chiara Gadda, vicepresidente della XIII Commissione Agricoltura – è quello d’incentivare nelle imprese italiane dei comportamenti virtuosi per rendere più complete ed efficaci le politiche ambientali attraverso strumenti, come la polizza assicurativa per danni all’ambiente, in grado di supportare un’organizzazione nella gestione delle conseguenze di un evento di danno all’ambiente, e nell’effettuazione degli interventi di messa in sicurezza e ripristino”.
La promotrice dell’iniziativa legislativa ha aggiunto che “allo stesso tempo l’esperienza dimostra come sia necessario sostenere, anche attraverso apposite risorse statali, gli investimenti delle imprese, a partire da quelle più piccole, per la prevenzione dei danni all’ambiente con interventi di manutenzione e in generale con una migliore mappatura e gestione dei rischi ambientali”.
Aziende esposte nel corso della presentazione è stato evidenziato come anche il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) prevede tra le misure necessarie da implementare a livello nazionale la promozione di coperture assicurative per i danni agli ecosistemi. Eventi avversi che fra l’altro possono anche essere conseguenza, come detto, di fenomeni naturali estremi capaci di innescare un incidente in azienda con conseguente danno alle risorse naturali.
“Se fino ad oggi politiche ambientali e rating ESG delle imprese si sono concentrate maggiormente sul miglioramento delle performance ambientali – ha affermato Lisa Casali, manager di Pool Ambiente –, si sono tuttavia trascurati due aspetti fondamentali per la protezione dell’ambiente: l’impegno alla prevenzione dei danni all’ambiente e l’impegno alla riparazione quando un danno si è verificato”.
Lacune che vanno quindi prontamente colmate perché “la prevenzione, la bonifica e il risarcimento dei danni ambientali devono diventare i pilastri di ogni politica ambientale non solo per le aziende ma anche per i governi nazionali, le autorità locali, i media e i consumatori”. Esortazione ancor più significativa in quanto Pool Ambiente è un consorzio di Coriassicurazione nato dopo il disastro ambientale di Seveso nel 1979, divenuto un centro d’eccellenza nazionale per quanto riguarda il know-how sui rischi ambientali e sui sinistri.
Ma cosa prevede, nel dettaglio, la proposta di legge nei suoi 6 articoli? Nel primo articolo vengono enunciate quelle che sono le finalità e i principi generali del testo, mentre con l’articolo 2 si promuove il riconoscimento, per le imprese, di un credito di imposta del 20% a favore della sottoscrizione di polizze per il rischio di danno ambientale.
Lo stesso schema del credito d’imposta del 20% si applica anche a copertura delle spese sostenute dalle aziende per altre certificazioni ed interventi (indicati negli articoli 3,4 e 5 della proposta di legge) sempre in tema di prevenzione dei danni all’ambiente. Infine, l’articolo 6 definisce quelli che sono gli oneri finanziari a carico dello Stato previsti per il 2024 derivanti dall’entrata in vigore della legge, in tutto circa 5 milioni di euro.