Sicuri e assicurati: la sicurezza di impianti ed edifici vista da ANIA

In Italia c'è una scarsa percezione del rischio che si riflette in una visione dell'assicurazione dell'abitazione come spesa inutile. In realtà porre a norma gli impianti e assicurarli permette risparmi

La sicurezza degli impianti si lega a un aspetto troppo spesso trascurato, se non quando avvengono incidenti più o meno gravi, l’assicurazione.
A dimostrare l’ancora troppa disattenzione a questi temi intervengono i dati: solo il 48% delle abitazioni civili risulta tutelato per il rischio incendio e solo il 4,5% delle coperture per la casa prevede un’estensione contro gli eventi catastrofali – a differenza di un 90% raggiunto in altri Paesi europei come Francia e Germania. A fornirci questi numeri è Simona Andreazza, Responsabile Servizio danni non auto di ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici), che ha partecipato all’incontro di Prosiel dedicato a “Sicurezza elettrica in casa: siamo sicuri?”.

“Nonostante il territorio italiano sia fortemente esposto a eventi catastrofali quali terremoti e alluvioni, sono pochissimi gli italiani che stipulano una copertura a protezione della propria casa” spiega Andreazza. E anche laddove avviene “si tratta principalmente di coperture abbinate ai mutui. Il dato è in crescita, considerato che fino a 10 anni fa la diffusione delle coperture era praticamente inesistente, ma la strada da percorrere è ancora lunga”.

Simona Andreazza Ania
Simona Andreazza, Responsabile Servizio danni non auto di ANIA

Quanto ci costa davvero la sicurezza impianti

A mancare sono la consapevolezza e la percezione del rischio, “nonostante il 40% del territorio nazionale e il 35% dei Comuni italiani si trovino in un’area con elevata probabilità di evento sismico (zone 1-2)”.

A complicare la situazione interviene la vetustà del patrimonio edilizio esistente. “Più del 50% dello stock abitativo italiano è stato costruito prima del 1974 e, quindi, in assenza di disposizioni normative antisismiche. A questi dati possiamo aggiungere 1,3 milioni di edifici a rischio alluvione e mezzo milione a rischio frana. In base alle stime della Protezione Civile, si potrebbe mettere in sicurezza tutto il patrimonio abitativo italiano con costi molto inferiori a quelli dei danni registrati a seguito dei terremoti e delle calamità naturali degli ultimi anni”:

  • 50 miliardi di euro, costo messa in sicurezza
  • 250 miliardi di euro, costo danni.

Cessione del credito e copertura assicurativa

Cosa occorre fare, quindi? Prevenire. “Assicurazione e prevenzione sono due facce della stessa medaglia. Più saranno efficaci le misure di sicurezza adottate, meno significative saranno le conseguenze dannose di un evento avverso. A nostro avviso la gestione dei rischi, soprattutto se catastrofali, deve essere a 360 gradi e tenere conto sia degli aspetti preventivi – per esempio agevolando la messa in sicurezza del patrimonio edilizio – sia di quelli assicurativi”.

Citando la prevenzione, Andreazza ricorda l’introduzione nel recente Decreto Rilancio di detrazioni fiscali al 110% per interventi antisismici e di efficientamento energetico di particolare rilevanza. “Per rendere la misura effettiva e fruibile da parte dell’utenza” spiega “è prevista la possibilità di cedere il credito, oltre che ai fornitori del servizio di ristrutturazione, anche ad altri soggetti quali banche, intermediari finanziari e assicurazioni”.

La cessione credito a compagnie assicurative per interventi antisismici prevede:

  • contestuale copertura assicurativa contro gli eventi catastrofali
  • detrazione fiscale sul premio del 90%.

“Cedendo il credito a una compagnia di assicurazione, per gli interventi antisismici è prevista la contestuale stipula di una copertura assicurativa contro gli eventi catastrofali. In tal caso, il contribuente beneficerà di una detrazione fiscale sul premio del 90% invece che del 19%. Il nostro auspicio è che tali disposizioni possano, in qualche modo, contribuire ad aumentare la diffusione delle coperture assicurative a protezione della casa”.

Uno sconto sul premio assicurativo potrebbe essere quindi un elemento di ulteriore stimolo alla messa a norma degli impianti e alla loro verifica periodica. Certamente “l’utilizzo di certificazioni e la messa in atto di comportamenti diligenti, così come l’utilizzo di dispositivi di protezione può, in qualche modo, avere un effetto sulla quotazione e valutazione del rischio da parte della compagnia”. È pur vero, precisa Andreazza, che la possibilità di praticare sconti “deve rimanere una libera scelta dell’impresa di assicurazione nell’ambito delle proprie politiche assuntive e aziendali”.

“Se tutti gli immobili in Italia fossero assicurati contro le calamità naturali otterremmo due risultati: maggiore protezione per la collettività e prezzi più sostenibili”.

Il ruolo della tecnologia nella sicurezza impianti

L’innovazione tecnologica influisce anche sugli aspetti assicurativi e allo stesso tempo l’assicurazione può rappresentare uno stimolo all’innovazione. “Negli ultimi tempi si è diffuso l’utilizzo di home box, dispositivi rilevatori di incendio e di allagamento che sono molto utili nel momento in cui, nonostante l’adozione di misure di sicurezza, si dovesse verificare un incidente domestico. Tali strumenti possono mitigare in modo significativo le conseguenze di un evento dannoso e quindi ridurre anche i costi necessari per il ripristino dello status quo ante”.

Ma non è tutto, “nella fase di gestione di questa tipologia di sinistri, si sta diffondendo sempre di più l’utilizzo di videoperizie – in alternativa alle perizie tradizionali effettuate in loco – che velocizza il processo di liquidazione del danno, con evidenti benefici per gli assicurati”. Le nuove tecnologie, quindi, sottolinea Andreazza, possono rappresentare un valido strumento di supporto per le assicurazioni.

Il confine tra obbligatorio e facoltativo

Resta da chiedersi quale debba essere il limite tra obbligatorietà e discrezionalità. Ad ANIA spiegano come una protezione assicurativa contro le calamità naturali permetterebbe un duplice risultato:

  • maggiore protezione per la collettività
  • prezzi più sostenibili.

“Considerato che raramente queste coperture vengono vendute come singole garanzie ma, più spesso, nell’ambito di polizze a protezione dell’abitazione” commenta Andreazza, “è evidente come la loro maggiore diffusione favorirebbe l’acquisto di prodotti multirischio che possono prevedere anche estensioni specifiche per gli impianti domestici”.

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Raffaella Quadri

Giornalista freelance, lavora da anni nel campo della comunicazione, in particolare nei settori tecnico industriali – tra cui l'elettrico e il comparto delle tecnologie –, esperienza che le ha permesso di sviluppare un approccio multisettoriale.
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