Smart City Index 2020: sostenibilità e resilienza

Quanto sono “smart” le città italiane? Lo Smart City Index analizza i 109 capoluoghi italiani e misura l’intelligenza secondo 4 driver, tra cui la sostenibilità e la resilienza.
centri urbani sostenibili sono stati analizzato dallo Smart City Index 2020

Trasformare le città in Smart City significa renderle intelligenti ed efficienti, attraverso l’uso della tecnologia, ma non solo. Alla base dello sviluppo delle città, infatti, sta l’evoluzione delle infrastrutture che la servono. Proprio per questo, lo Smart City Index 2020 di EY le analizza secondo una particolare chiave di lettura, individuando quattro driver:

  1. l’accessibilità,
  2. l’inclusività,
  3. la resilienza;
  4. la sostenibilità.

Le infrastrutture sono alla base del funzionamento delle città ed è per questo che vengono analizzate la rete dei trasporti, le infrastrutture per l’energia, le reti di comunicazione, le infrastrutture sanitarie, le reti ambientali e l’insieme di sensoristica e di controllo con i quali si raccolgono dati e informazioni.

La sostenibilità nelle città italiane

Come anticipato prima della pubblicazione del rapporto, la sostenibilità è uno dei principali driver per lo sviluppo della Smart City e mette sul podio Trento, Torino e Bologna. Gli interventi effettuati in questo ambito riguardano le reti dei trasporti, con la riduzione del numero di veicoli inquinanti, la crescita della mobilità sostenibile (elettrico, sharing, ciclabile e pedonale), l’uso di mezzi di trasporto pubblici e il rinforzo delle infrastrutture esistenti.

L’impegno delle città si riversa anche in progetti per il risparmio energetico e per un uso più efficiente delle risorse. Ad esempio, sono sempre più diffusi gli interventi per la riqualificazione dell’illuminazione pubblica con l’installazione di lampioni a LED, che in Italia sono ormai il 36,5% del totale. Per il risparmio energetico è importante anche il contributo del settore edile, che ha visto negli ultimi 7 anni la realizzazione di quasi tremila interventi di qualificazione nei capoluoghi italiani. Cresce anche il consumo di energia rinnovabile e in 5 anni quella prodotta da fotovoltaico è aumentata del 17,4%, quella da impianti eolici del 31% e quella da bioenergie del 53%.

Progetti per la Smart City

Telecomunicazioni e resilienza

Lo Smart City Index 2020 valuta la resilienza nei 109 capoluoghi italiani sulla base di 70 indicatori, mettendo al primo posto Milano, seguita da Venezia e Torino.

Oggi, la resilienza assume un rilievo particolare e le nostre città sono state realmente messe alla prova.

Per questo, i risultati del report sono stati messi a confronto con i dati relativi alla diffusione della pandemia, individuando 4 situazioni per la ripartenza: facile, lenta, frenata e critica. Tanto più è alto il livello di resilienza, tanto più è agile la ripartenza (come per Cagliari o Bari, con basso contagio), frenata eventualmente da un elevato contagio (come è per Milano, Bergamo o Brescia). Viceversa, la situazione più critica riguarda le città con un contagio elevato e una scarsa resilienza (ad esempio Cremona e Lodi). Infrastrutture sanitarie adeguate, digitalizzazione dei servizi, comunicazione efficace e digitale, telecomunicazioni, sistemi di controllo avanzati, sono alcuni dei fattori che legano la resilienza alla prontezza della città per affrontare la ripartenza.

Ma come si valuta la resilienza di una città? Nello Smart City Index, oltre alle infrastrutture sanitarie, si prendono in considerazione la flessibilità delle infrastrutture dei trasporti e la resilienza delle reti di comunicazione, fondamentali per la gestione di una crisi, per la continuità delle informazioni, ma anche per supportare tutte le attività che, da fisiche, diventano digitali. In questi mesi, infatti, l’Italia (e non solo) è stata costretta ad una forte accelerazione nella digitalizzazione di molte attività, di cui sono esempi lo Smart Working e la Smart Education.

È così che sono emersi diversi limiti infrastrutturali, con una copertura di rete insufficiente o non omogenea. Sono tecnologie come FTTH (Fiber to the home) e 5G, soprattutto nel Nord Italia, a rendere accessibili ai cittadini servizi digitali avanzati. La fibra ottica fino all’utente, in particolare, è sempre più diffusa e secondo il report è presente in 72 capoluoghi e supera il 50% di copertura in 48 abitanti.

Il ruolo di sensoristica e IoT

IoT, sensoristica e Big Data sono oggi una realtà in moltissimi centri urbani. Secondo lo Smart City Index, la possibilità di poter contare sulla raccolta di molti dati, adeguatamente analizzati, per le città può fare la differenza in questa Fase 2. Anche in questo casa, le città del Nord Italia vedono una maggior diffusione dell’uso di sensori in ambito urbano, così come di applicazioni IoT e di Big Data.

Gli esempi principali riguardano applicazioni di videosorveglianza, Smart metering, telecontrollo dell’energia elettrica, semafori e lampioni intelligenti, sensori per le Smart Grid, sensori per il rilevamento dell’inquinamento atmosferico o del traffico, monitoraggio degli allagamenti e centrali per la mobilità. Anche se dalla somma dei punteggi di tutti gli indicatori, le prime in classifica sono grandi città, quelle più avanzate nel controllo urbano attraverso la sensoristica sono di medie dimensioni e in testa ci sono Ferrara, Trento, La Spezia, Reggio Emilia e Modena.

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Gaia Mussi

Laureata in Progettazione Tecnologica e Ambientale, da sempre appassionata ai temi della sostenibilità e della tecnologia. Collabora come copywriter con portali, magazine e aziende per la creazione di contenuti inerenti il campo dell’edilizia, della sostenibilità e del risparmio energetico
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