Le Smart City in Italia: che cosa sta cambiando?

Anche se i primi esperimenti relativi alle Smart City sono ormai risalenti ad alcuni anni fa, le città continuano ad innovare. Ecco come si muovono le città italiane
il concetto di smart city si evolve

Le Smart City crescono, sono sempre di più le città italiane che riescono ad innovare in diversi ambiti e ogni anno vengono pubblicati analisi e studi che monitorano lo stato dell’arte. Effettivamente, proprio per lo stretto legame che sussiste tra città intelligenti e tecnologia, il settore vive cambiamenti repentini e le novità si susseguono una dopo l’altra.

Il concetto di Smart City stesso si evolve nel tempo e, se ci guardiamo intorno, scopriamo che le nostre città (e di conseguenza anche i cittadini) stanno cambiando molto di più e molto più in fretta di quanto si pensi.

Uno dei rapporti che studia lo sviluppo delle città intelligenti in Italia è lo Smart City Index, un lavoro di analisi sui capoluoghi della penisola svolto dalla società di consulenza EY. Nelle prime edizioni del report il principale indicatore su cui ci si concentrava era l’intelligenza delle città, dando molto rilievo alle infrastrutture abilitanti, alle tecnologie e alle applicazioni. Invece l’ultima edizione (2020), non ancora pubblicata integralmente, mostra un leggero cambio di rotta e porta l’attenzione sul concetto più ampio di sostenibilità urbana. I risultati delle città per questa categoria sono già stati anticipati, mentre si attende la pubblicazione integrale per conoscere quelli relativi a resilienza urbana, accessibilità e inclusività.

La classifica delle città italiane, dal 2018 a oggi

concetto di sostenibilità urbanaSecondo il ranking nazionale proposto dallo Smart City Index 2018, sul podio si trovavano 3 città di grandi dimensioni: Milano, Torino e Bologna, con un importante dominio del Centro-Nord. Nelle prime dieci posizioni c’erano solo alcune città di medie dimensioni, come Modena (4°), Trento (5°), Bergamo (6°) e Parma (9°), mentre la prima delle città minori a comparire in classifica era Mantova, che dal 4° posto scendeva al 22°. Il motivo del divario tra “grandi e piccole” si riconduceva alla maggior difficoltà dei centri minori a raccogliere tutte le risorse, sia economiche che umane, necessarie allo sviluppo e alla crescita della Smart City.

Secondo la classifica parziale del nuovo Smart City Index 2020, complice probabilmente il cambio di prospettiva, emergono nuovi e interessanti dati. Primo fra tutti, l’arresto del primato milanese, che per la categoria della sostenibilità urbana, si ferma solo al quinto posto. La città più sostenibile, infatti, sarebbe Trento, seguita da Torino, Bologna e Mantova. Per valutare la sostenibilità urbana si sono presi in considerazione diversi ambiti, tra cui la mobilità, l’energia e l’ambiente (acqua, verde e rifiuti).

Le prime venti città della classifica hanno anche dimostrato che lo sviluppo è avvenuto in modo uniforme in tutte le 3 categorie considerate e proprio questo ha permesso loro di posizionarsi nei primi posti. Inoltre, secondo il nuovo parametro della sostenibilità urbana, le città di medie dimensioni iniziano a colmare il divario con le città metropolitane. Infatti, nella classifica del report del 2020, la città più sostenibile per trasporti, energia e ambiente è, appunto, Trento.

Ma nelle prime venti posizioni si trovano ben altre 12 città di medie dimensioni, tra cui Mantova (4° posto) Brescia, Bergamo, Bolzano e Ferrara. Si potrebbe pensare che queste città siano oggi in grado di sfruttare i vantaggi della loro dimensione ridotta rispetto ai centri metropolitani. Un’ipotesi potrebbe essere che le dimensioni minori permettano una struttura più snella e quindi in grado di facilitare l’avvio di progetti e sperimentazioni in modo più agile e a scale più gestibili.

Aumentano i progetti di Smart Mobility e i trasporti diventano “green”

Il Bike Sharing è un indicatore per le Smart CitySoprattutto nelle città metropolitane si sono fatti molti investimenti per promuovere soluzioni funzionali alla riduzione della congestione del traffico e, di conseguenza, dell’inquinamento atmosferico. La Smart Mobility, infatti, continua ad essere un punto forte di grandi città come Milano, Torino e Bologna. Ad esempio, Milano, grazie anche alle soluzioni di sharing mobility, è riuscita ad eliminare dal centro urbano circa 100.000 veicoli, potendo contare su circa 3.000 auto in sharing di sei diversi operatori e 4.800 biciclette. Aumentano in tutta Italia anche le piste ciclabili e le aree pedonali, favorendo così la mobilità dolce.

I maggiori investimenti rispetto agli anni precedenti, però, si sono registrati nel settore della mobilità elettrica: le colonnine sono cresciute in due anni di più del 90% e il numero dei veicoli elettrici e ibridi circolanti sono triplicati negli ultimi quattro anni. Va però sottolineato che, se si parla di mobilità elettrica e sostenibile, i numeri cambiano molto analizzando la situazione del Sud Italia, dove addirittura si registra un aumento del numero di auto circolanti tradizionali in città come Messina o Reggio Calabria.

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Gaia Mussi

Laureata in Progettazione Tecnologica e Ambientale, da sempre appassionata ai temi della sostenibilità e della tecnologia. Collabora come copywriter con portali, magazine e aziende per la creazione di contenuti inerenti il campo dell’edilizia, della sostenibilità e del risparmio energetico
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