Le performance ambientali delle città italiane restano insoddisfacenti

La trentesima edizione del rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente conferma che c’è ancora molto da fare per rendere le nostre città sostenibili. Trento, Mantova e Pordenone i capoluoghi più virtuosi per performance ambientali
Valutare le performance ambientali delle città

Trent’anni non sono pochi, e diventano sicuramente significativi se certificano l’anzianità di un rapporto dedicato allo stato di salute delle nostre città. Proprio di questo si occupa “Ecosistema Urbano 2023”, il report di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore che analizza le performance ambientali di 105 Comuni capoluogo.

La trentesima edizione del rapporto sottolinea come la strada resta in salita, con le città italiane che si evolvono in un modo lento e troppo altalenante. Una situazione impattante sulle emergenze urbane che, nonostante lievi miglioramenti, restano più o meno le stesse: smog, trasporti, spreco idrico, auto circolanti rimangono quindi le questioni più critiche da affrontare.

Performance ambientali: le tre città migliori

L’elemento che attira maggiormente l’attenzione nel report di Legambiente resta la classifica redatta in base alle performance ambientali dei Comuni interessati dalla rilevazione. Ebbene, nella graduatoria di quest’anno Trento risulta il capoluogo migliore seguito da Mantova e Pordenone. Guardando al meridione del Paese, troviamo al settimo posto Cosenza, mentre Cagliari e Oristano occupano rispettivamente il sedicesimo e il ventiduesimo posto.

Un altro dato significativo della rilevazione è rappresentato dalla posizione poco lusinghiera occupata dalla capitale del Paese, visto che Roma figura soltanto in 89esima posizione. Fra le altre metropoli italiane, la meglio classificata è Milano (42ª), seguita a forte distanza da Torino (82ª) mentre Napoli è in una posizione di assoluta retroguardia (98ª).

Sicilia in fondo alla classifica

Fra gli altri spunti offerti dalla classifica per performance ambientali ci sono purtroppo le forti negatività espresse dalla Sicilia con l’ultimo posto (105°) occupato a pari merito (si fa per dire) proprio dai suoi due capoluoghi regionali più popolosi, Palermo e Catania.

Tabella delle performance ambientali delle città italiane

Nel dettaglio, i parametri utilizzati dagli esperti di Legambiente per determinare la classifica delle performance ambientali sono 19 e prevedono l’assegnazione di un punteggio massimo teorico di 100 punti, costruito caso per caso sulla base di obiettivi di sostenibilità. I punteggi assegnati per ciascun indicatore identificano quindi il tasso di sostenibilità della città reale rispetto a una città ideale.

Meglio dell’anno passato

Ciò premesso, rispetto alla rilevazione dell’anno scorso la media del punteggio ottenuto dai capoluoghi sale e si attesta a 56,41%, ovvero tre punti in più di quella del 2022 (53,41% mentre era 53,05% due anni fa). Ed ancora, a differenza della passata edizione dove nessuna città riuscì a superare quota 80, quest’anno ci riescono in tre, appunto le citate Trento, Mantova e Pordenone.

Guardando sempre al risultato numerico, la soglia dei 75 punti su 100 quest’anno è stata oltrepassata anche dalla quarta in classifica, Treviso, e dalla quinta, Reggio Emilia. Sono invece 11 le città che superano il punteggio di 70 su 100 per le performance ambientali (erano otto capoluoghi lo scorso anno e soltanto 6 due edizioni fa).

Cosa ha bloccato la crescita sostenibile

Naturalmente il rapporto Ecosistema Urbano 2023 non si limita all’esposizione numerica ma indica le maggiori criticità che in questi 30 anni hanno rallentato la crescita sostenibile delle città. Per prima cosa gli interventi troppo a comportamenti stagni che non hanno permesso l’accelerazione necessaria alle aree urbane, in cui oggi si concentra una sfida cruciale per l’ambiente.

“Le città italiane – ha dichiarato Stefano Ciafani, il presidente nazionale di Legambiente – vanno ripensate per renderle dei motori di un cambiamento che sia capace di renderle vivibili e a misura umana, trasformandole allo stesso tempo in dei laboratori fondamentali per il percorso di decarbonizzazione del nostro Paese”.

Quello che serve alle città italiane

In quest’ottica, lo stesso Ciafani ha elencato quelle che sono le priorità: “Occorre infrastrutturare le città, realizzando gli impianti industriali dell’economia circolare, riducendo le perdite nella rete di distribuzione dell’acqua, completando la rete di fognatura e depurazione delle acque reflue, facilitando la permeabilità del tessuto urbano alle acque piovane per adattarsi alla crisi climatica e ricaricare le falde, diffondendo le colonnine di ricarica elettrica negli spazi pubblici”.

Tornando ai contenuti del report, viene ad esempio evidenziata la mancanza di miglioramenti nel tasso medio di motorizzazione dei comuni capoluogo che si conferma, come trent’anni fa, a livelli tra i più alti d’Europa: 66,6 auto ogni 100 abitanti.

Negativa anche la crescita della produzione complessiva di rifiuti (passando da una media pro capite di 455 kg/anno del ‘94 a 516 kg/anno nel 2022), anche se si registra un aumento della percentuale di raccolta differenziata (dal 4,4% in media del ‘94 al 62,7% nel 2022 ma solo in alcuni capoluoghi).

Le criticità del trasporto pubblico

Chiaroscuri anche per il trasporto pubblico, che è ancora lontano dalle medie europee ed è passato da 97 viaggi pro capite all’anno nel 1995 ai 65 viaggi pro capire all’anno nel 2022. A parziale consolazione, l’incremento delle piste ciclabili, passate da una media di 0,16m equivalenti/100 abitanti nel 1998 a una media di 10,59m equivalenti/100 abitanti nel 2022.

“Il modo migliore per rispondere alle trentennali emergenze urbane – ha commentato Mirko Laurenti, responsabile Ecosistema Urbano di Legambiente – è prendere esempio dalle esperienze virtuose, che già esistono anche in Italia grazie al lavoro fatto da alcuni sindaci coraggiosi e “visionari”, e mostrare così che i cantieri della transizione ecologica sono già esempi concreti che vanno seguiti e replicati”.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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