C’è il Mediterraneo al centro del progetto Blue Deal

Iniziativa europea che mira a sviluppare soluzioni su misura per sfruttare l'energia del mare:13 partner al lavoro fra cui Enea e l'università di Siena
l'eolico off-shore al centro del progetto Blue Deal

Ogni tanto, con i nostri piedi fin troppo piantati per terra, facciamo finta di scordarcene: ma per ogni metro calpestabile il nostro pianeta ne offre quasi tre su cui affondare nell’acqua. Ed allora, se quella del Green Deal è già una sfida di enormi proporzioni, diventa facile pensare all’immensa portata di un “Blue Deal“… Ed è proprio questo il nome che si è deciso di dare all’ambizioso progetto europeo per portare nei Paesi mediterranei tecnologie e soluzioni “su misura” per sfruttare l’energia dal mare.

Finanziamento dell’Unione europea di 2,8 milioni di euro

Al progetto stanno lavorando ben 13 partner tra cui ENEA e Università di Siena (coordinatore) espressioni dell’Italia, Spagna, Cipro, Grecia, Albania, Croazia e Malta. Il punto di partenza economico è un finanziamento Ue di 2,8 milioni di euro, con l’obiettivo di sostenere una transizione energetica che includa l’energia dalle onde e dalle maree in un’area particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici.

“I Paesi che si affacciano sul Mediterraneo – ha sottolineato Maria Vittoria Struglia, responsabile ENEA del progetto e ricercatrice del Laboratorio di modellistica climatica e impatti – spesso non considerano il mare una concreta risorsa di sviluppo economico né tantomeno una fonte di energia pulita su cui centrare le strategie energetiche nazionali e regionali. Dobbiamo quindi lavorare per favorire la diffusione delle informazioni, l’innovazione tecnologica e l’iniziativa imprenditoriale.”

investimenti Blue Deal in Europa

Colmare il gap con i Paesi del Nord Europa

In particolare, ha proseguito Struglia, “con il progetto Blue Deal vogliamo affrontare queste sfide e offrire degli strumenti hi-tech e informativi adeguati, che permettano di valorizzare sempre di più la risorsa mare nel rispetto dell’ambiente e a beneficio delle comunità locali e del loro sviluppo. Anche se il divario con i Paesi del Nord Europa è ancora ampio, il bacino del Mediterraneo ha certamente un enorme potenziale di sfruttamento di energia dal mare, che non tarderà a utilizzare”.

Nell’arco di tre anni i partner avvieranno molte iniziative nelle diverse aree costiere del Mediterraneo, per far conoscere alle comunità locali, alle amministrazioni e alle imprese le potenzialità dell’energia dal mare e i suoi positivi effetti su ambiente, economia e occupazione. Tra gli eventi in programma ci sono business forum, open day, un concorso scolastico e i “Blue Deal testing lab”, ovvero dei laboratori pensati per coinvolgere i cittadini e rafforzare la collaborazione tra ricerca, enti locali e aziende, in particolare le Pmi.

Transizione energetica che includa l’energia del mare

“Blue Deal nasce dalle precedenti esperienze dei due progetti Interreg Med, Maestrale e Pelagos – ha spiegato Simone Bastianoni dell’Università di Siena – e mira a capitalizzarne i risultati. Dimostreremo che è possibile pianificare una transizione energetica che includa l’energia dal mare e forniremo esempi pratici in diversi luoghi dell’area mediterranea”.

Uno dei principali obiettivi del progetto sta nel superamento delle attuali restrizioni tecniche e burocratiche alla diffusione della blue energy, oltre che nell’individuazione di soluzioni innovative, sostenibili e ‘su misura’ per l’autosufficienza energetica delle piccole comunità, in particolare delle isole, anche in presenza di flussi turistici stagionali. La sintesi sarà quindi la definizione di un piano comune per la diffusione di queste tecnologie nell’area mediterranea.

Classico esempio di energia eolica off shore

A Malta il primo Piano di Sviluppo con risorse energetiche marine

Finora il primo caso studio affrontato dagli esperti è stata l’isola di Malta, che nel 2016 ha approvato un Piano di Sviluppo che menziona la risorsa energetica marina; i partner hanno organizzato un evento online, che ha permesso di testare in modo preliminare la possibilità di includere concretamente l’energia dal mare nella pianificazione delle sue aree costiere.

Ma Malta non è l’unico esempio virtuoso. Proprio l’Italia è il primo Paese del Mediterraneo per finanziamenti pubblici all’energia dal mare con quasi 5 milioni di euro nel 2019; in Spagna il piano per le energie rinnovabili 2011-2020 illustra in dettaglio una politica di energia pulita che punta a ottenere 750 MW di energia eolica offshore e 100 MW di energia delle onde entro quest’anno. Ed ancora c’è la Grecia, dove sono state installate 300 turbine eoliche offshore per rifornire di energia green le isole che non sono collegate alla rete nazionale.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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