Può sembrare incredibile, leggendo le cronache di questi giorni su un’Italia bersaglio continuo di eventi climatici estremi, ma da noi come in altri lidi è ancora forte il partito dei negazionisti, coloro, per intenderci, che sostengono come in fondo non c’è nulla di nuovo, compreso il fatto che piovono chicchi di grandine più grossi di una palla da tennis… Del “pacchetto” di tesi a disposizione dei negazionisti fa parte la necessità dei combustibili fossili e il ruolo subalterno delle energie rinnovabili. Un argomento sul quale, a beneficio di chi negazionista non è, fa il punto REN21, la comunità globale di energia rinnovabile composta da esperti operanti nella scienza, nei governi, nelle ONG e nell’industria.
Nel documento si parte dalla considerazione che le fonti rinnovabili – come la luce solare, il vento, la pioggia, le maree, le onde, la biomassa e l’energia termica immagazzinata nella crosta terrestre – hanno il vantaggio di essere disponibili in una forma o nell’altra quasi ovunque. Inoltre, sono praticamente inesauribili e, cosa ancora più importante, non provocano danni climatici e ambientali o lo fanno in un modo estremamente limitato.
Praticamente tutto il contrario dei combustibili fossili – come petrolio, carbone e gas naturale – che sono disponibili soltanto in quantità limitate e a causa della continua estrazione dell’uomo sono destinati prima o poi ad esaurirsi. Infatti, sebbene siano il risultato di processi naturali, non si “rigenerano” così rapidamente da compensare il loro utilizzo.
Nel frattempo, l’inquinamento provocato dai combustibili fossili segna continuamente nuovi record, con i gas serra che alterano il clima e le particelle sottili molto pericolose per la salute.
Messa così, fra rinnovabili e combustibili fossili non ci sarebbe partita, ma il fatto che lo sfruttamento di quest’ultimi ha una storia ben più consolidata, così come i relativi interessi finanziari, fa sì che i rapporti di forza restano largamente a loro favore. Fra i numeri indicati da REN21 c’è quello che fissa soltanto al 12,6% l’incidenza nel 2021 dell’energia ottenuta da fonti rinnovabili nel soddisfacimento dei consumi energetici globali.
Una percentuale che sale, fino al 30%, guardando alla quota dell’elettricità ottenuta da fonti rinnovabili sul totale della generazione elettrica (che però soddisfa solo una parte dei consumi energetici globali – Come già evidenziato nell’articolo dedicato al Renewables Global Status Report). Di contro, il tuttora massiccio ricorso ai combustibili fossili sta continuando ad alimentare la crescita delle emissioni climalteranti, con un incremento dell’1,3% registrato nel 2022.
C’è quindi bisogno, sottolinea REN21, di fare molto di più. Al riguardo è bene che tutti, dai cittadini ai decisori politici, passando per aziende, istituzioni pubbliche e associazioni private, tengano sempre ben presenti i grandi vantaggi garantiti dall’energia rinnovabile.
Vantaggi a beneficio del clima, dell’ambiente, dell’economia e della coesione sociale che nel documento vengono sintetizzati in molteplici aspetti: