In un settore relativamente giovane come quello della transizione energetica, un’età che ormai si avvicina al quarto di secolo è sicuramente un fatto inusuale. Il rilievo anagrafico fa quindi parte del biglietto da visita di Kyoto Club, l’organizzazione non profit, creata nel febbraio del 1999, costituita da imprese, enti, associazioni e amministrazioni locali. Tutte realtà impegnate “nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas-serra assunti con il Protocollo di Kyoto, con le decisioni a livello UE e con l’Accordo di Parigi del dicembre 2015”.
In particolare, Kyoto Club promuove iniziative di sensibilizzazione, informazione e formazione “nei campi dell’efficienza energetica, dell’utilizzo delle rinnovabili, della riduzione e corretta gestione dei rifiuti, dell’agricoltura e della mobilità sostenibili, in favore della bioeconomia, l’economia verde e circolare”.
In quest’ambito è andato in scena recentemente a Roma un convegno dedicato a un approfondimento sulle revisioni in atto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 (PNIEC). E nell’occasione è stato anche illustrato il “Decalogo per il Clima” messo a punto da Kyoto Club.
“Le revisioni che sono in corso del PNRR e del PNIEC – ha sostenuto Gianni Silvestrini, il direttore scientifico di Kyoto Club – offrono delle grandi opportunità per riuscire a compiere un deciso salto di qualità verso un’Italia a emissioni zero, e questo vale per tutti i settori dell’economia e del nostro sistema-Paese”.
Lo stesso Silvestrini ha però evidenziato “come ad un mese dalla presentazione della proposta del nuovo PNIEC non ci sono ancora delle chiare indicazioni sulle novità che verranno introdotte rispetto al precedente piano messo a punto nel 2021. In realtà ci aspetteremmo un notevole salto di qualità negli obiettivi e negli strumenti alla luce delle nuove proposte 2030 dell’Unione Europea e dell’evoluzione tecnologica”.
A sua volta Catia Bastioli, presidente di Kyoto Club, ha sottolineato che “è urgente superare i ritardi attuali completando gli investimenti in corso e accelerando gli investimenti ancora non attuati, improntandoli alla decarbonizzazione e al fare di più con meno. Il settore privato gioca un ruolo fondamentale, ma altrettanto centrale è il compito del pubblico e della politica, e non va dimenticata l’importanza della partecipazione dei territori”.
E considerando in particolare la revisione del PNRR, per Bastioli sarebbe auspicabile che la nuova versione includa aspetti quali: “Interventi capillari contro il dissesto idrogeologico e il consumo dei suoli, a favore di una loro rigenerazione; l’utilizzo di prodotti a basso impatto e la restituzione di materia organica per incrementare la fertilità dei suoli e la loro capacità di stoccare il carbonio dell’atmosfera; una politica agricola comune amica del clima, della salute e della biodiversità”.
E veniamo al Decalogo per il Clima, un documento che sposa ogni risvolto dell’evoluzione green non limitandosi all’aspetto, peraltro fondamentale, della diffusione globale delle energie rinnovabili. E così, fra le richieste formulate dal Kyoto Club figurano il sostegno alla bioeconomia circolare, la richiesta di una legge per fermare il consumo di suolo, una politica agricola comune a emissioni zero, il sostegno attivo alla mobilità sostenibile, oltre che la cancellazione dei sussidi ambientalmente dannosi.
A seguire, i dieci punti del Decalogo per il clima di Kyoto Club: