Sullo sviluppo delle comunità energetiche l’Europa punta decisa, con la convinzione che le CER saranno uno degli elementi chiave per realizzare la transizione energetica dell’UE. Entro il 2050, la metà dei cittadini europei potrebbe produrre fino al 50% dell’energia rinnovabile dell’Unione Europea.
Proprio per supportare il loro sviluppo la Commissione Europea ha lanciato due anni fa due iniziative: l’Energy Communities Repository e il Rural Energy Community Advisory Hub. La prima è stata avviata per assistere gli attori locali (come cittadini, autorità locali e imprese) nel creare e promuovere progetti di energia “pulita” guidati dalle comunità energetiche nelle aree urbane di tutta Europa.
Il Rural Energy Communities Advisory Hub è nata per fornire assistenza tecnica su misura alle comunità rurali. La conferenza finale, svoltasi di recente, ha messo in luce alcuni aspetti importanti sulle CER e sul loro futuro, che passa dal coinvolgimento di tutte le parti interessate, dalla varietà di forme giuridiche e modelli di business, dal ruolo sociale che possono giocare nell’affrontare la povertà energetica. Nello stesso tempo si è avviata una mappatura delle comunità energetiche europee: quelle finora validate sono 58, ma il loro numero è destinato a crescere.
L’Energy Communities Repository è un’iniziativa della Commissione Europea per sostenere la crescita delle comunità energetiche in UE fornendo assistenza tecnica, dati, analisi politiche e condividendo strumenti e risorse utili. È stata avviata per fornire supporto alle comunità energetiche in Europa le cui attività si svolgono principalmente nelle aree urbane. Essa offre tre tipi di servizi:
Inoltre, riporta una mappa delle comunità energetiche.
Con il servizio di raccolta e analisi dei dati, intende analizzare le legislazioni nazionali esistenti, compresi i quadri abilitanti e di sostegno, per le comunità energetiche e fornirà indicazioni agli Stati membri, ai regolatori, ai responsabili politici dell’UE e alle istituzioni finanziarie sulla base delle migliori pratiche identificate.
Per mostrare le comunità energetiche esistenti e monitorare lo sviluppo di nuove comunità, ECR creerà ulteriormente un database di comunità energetiche (di cui parleremo più avanti) ed effettuerà una valutazione di impatto delle comunità energetiche mappate.
Inoltre, fornirà anche assistenza tecnica, opportunità di avviare gemellaggi online e attività di apprendimento.
“L’iniziativa fornirà supporto ad almeno 150 comunità energetiche nella creazione dei propri gruppi, nel portare avanti i propri progetti e nello sviluppare concetti di finanziamento, e formerà esperti nazionali per sostenere lo sviluppo di sportelli unici nazionali e incoraggiarne la replicazione”.
Quante sono le comunità energetiche in Europa? Difficile dirlo. Basti pensare che in un paio di articoli scientifici loro dedicati i numeri divergono ampiamente. In un primo articolo, gli autori hanno individuato quasi 4mila comunità energetiche con 900mila membri nell’Unione Europea.
In un secondo, pubblicato l’estate scorsa sul Journal of Land Use, Mobility and Environment si legge di 9252 comunità energetiche, di cui 4848 in Germania.
Questa disparità di numeri rispecchia il fatto che le CER siano “un concetto relativamente nuovo per molti attori del settore energetico”, riporta la stessa Energy Communities Repository che ha creato una mappa dedicata, raccogliendo dati utili sulle CER, al fine di mostrare la loro diversità e il loro impatto sul sistema energetico, sull’economia, nonché sugli aspetti sociali e ambientali.
Questa mappa verrà costruita nel tempo: a oggi si contano 58 comunità energetiche validate, in grado di esprimere una capacità di 1239 MW ed emissioni evitate per 42.854 tCO2. Il valore dell’investimento supera i 25 milioni e 330mila euro.
Da quanto emerge, sono 167 le persone occupate a tempo pieno, ma è interessante il dato del coinvolgimento: sono quasi 79mila i cittadini coinvolti, così come sono più 8500 le Pmi, 49 enti locali e 57 le associazioni e ong.
Proprio di recente l’Energy Communities Repository ha pubblicato un documento sulla metodologia di valutazione dell’impatto delle comunità energetiche in Europa. L’intento, come si legge, è che: “la valutazione d’impatto dell’Energy Communities Repository consentirà un’analisi comparativa tra i paesi dell’UE degli indicatori sia qualitativi, sia quantitativi relativi alle comunità energetiche, esaminando tanto gli indicatori relativi all’energia quanto gli impatti sociali, economici, legati alla governance e ambientali delle comunità energetiche”.
Il documento individua i destinatari delle valutazioni di impatto dell’ECR la cui l’analisi di impatto si basa su indicatori che rappresentano le aree di impatto lungo gli ESG e la dimensione economica.
La dimensione ambientale (E) valuta gli asset legati all’energia delle comunità energetiche in ciascun Paese: la loro capacità e il numero di unità di produzione, nonché i vettori energetici e le tecnologie utilizzate. “Contestualizzandolo con i mix energetici nazionali, questo offre la possibilità di confrontare le attività delle comunità energetiche con i mercati energetici nazionali all’interno dell’Unione Europea, e attraverso ciò comprendere il contributo delle comunità energetiche nella transizione all’energia pulita e nella diffusione delle tecnologie. Inoltre, valuta le risorse legate all’energia delle comunità energetiche in ogni paese.
Gli indicatori sociali (S) descrivono la diversità e l’inclusività, la coesione sociale e l’alfabetizzazione energetica, da un lato chiedendo gli impatti auto-percepiti, dall’altro attraverso indicatori misurabili come il numero di attività educative e di sensibilizzazione.
Gli indicatori di governance (G) si concentrano sulle strutture di appartenenza e proprietà e sulla loro diversità, inoltre sulle strutture decisionali e su altre forme di partecipazione come segnali per la democrazia energetica e l’impegno della comunità.
Per la valutazione d’impatto sono stati definiti e calcolati più indicatori. Alcuni calcoli derivano direttamente dai dati raccolti dal questionario online, altri hanno calcoli più complessi in background o si riferiscono a dati esterni. Tutti sono stati testati attraverso un confronto tra l’implementazione online e un calcolo di prova.
Un gran numero di indicatori è stato calcolato come somma dei valori forniti dalle comunità energetiche attraverso la raccolta dati, quelli che differiscono da questi sono descritti di seguito.
Esiste un primo gruppo di ulteriori indicatori che anch’essi si basano solo sulla stessa data ma non mostrano una somma, ma delle medie. Ciò comprende:
Per avviare comunità energetiche in Europa è fondamentale contare su finanziamenti. Si tratta di un elemento che consente di passare dall’idea alla pratica, ma ancora oggi si rivela una sfida importante per molte comunità energetiche in Europa.
Per questo, in una delle più recenti iniziative organizzate dall’Energy Communities Repository sotto forma di webinar, esperti europei hanno illustrato vari approcci al finanziamento di progetti di comunità energetiche.
Oltre alla condivisione di esperienze anche in tema di crowdfunding comunitario, è intervenuto anche un membro della Banca europea per gli investimenti che ha presentato esempi di come le comunità energetiche stanno avviando progetti di efficienza energetica nell’ambito del progetto ELENA. Acronimo di European Local ENergy Assistance, è un’iniziativa congiunta tra la Commissione Europea e la BEI a sostegno degli obiettivi UE per il clima e l’energia che parte da un aspetto: le aree urbane sono responsabili per il 70-80% del consumo energetico e delle emissioni di CO2 in Europa.
Come spiega la stessa European Investment Bank, ELENA sostiene programmi di investimento superiori a 30 milioni di euro con:
ELENA incoraggia e sostiene l’aggregazione di diversi progetti per aumentare l’attrattiva per appaltatori e finanziatori. Il contributo comunitario può coprire fino al 90% dei costi ammissibili per l’assistenza tecnica.