Sempre più probabile un aumento delle emissioni di CO2 in Italia nel 2022

L’ultima Analisi ENEA del sistema energetico evidenzia la risalita dei consumi di petrolio e carbone nei primi nove mesi dell’anno, mentre i risultati negativi dell’idroelettrico condizionano le rinnovabili
emissioni di CO2

Iniziamo questo articolo con un argomento che in realtà ci auguriamo acquisterà sempre meno rilevanza negli anni a venire. Stiamo parlando dell’andamento delle fonti fossili nel nostro Paese, e se ce ne occupiamo in apertura non è certo per celebrare i cicli energetici inquinanti ma perché, purtroppo, arriva proprio da questo comparto la notizia più significativa contenuta nell’ultima Analisi ENEA del sistema energetico italiano, questa volta relativa al secondo e terzo trimestre del 2022.

Risalita di petrolio, carbone e delle emissioni di CO2

“In termini di fonti primarie – si legge nel rapporto – i primi nove mesi del 2022 hanno visto proseguire la risalita delle fonti fossili: i consumi di petrolio sono cresciuti dell’8%, avvicinandosi ai valori pre-pandemici. Ancora più marcato l’aumento dei consumi di carbone (+47%), che a fine anno torneranno non lontani dai livelli del 2018. In forte calo, invece, i consumi di gas naturale (-3% nei nove mesi, -8% nel terzo trimestre)”.

E ancora, in relazione allo scenario energetico nazionale, a fronte di consumi energetici sostanzialmente poco mossi nei primi tre trimestri del 2022, la previsione è quella di un calo dell’1,5% sull’intero anno. Ma la ripresa dell’utilizzo dei combustibili fossili influenza inevitabilmente le emissioni di CO2, cresciute del 6% nel periodo considerato, con una stima di aumento di oltre il 2% a fine 2022. Dinamica delle emissioni “riconducibile quasi interamente alla produzione di energia elettrica e calore, alle raffinerie e alle industrie energivore”.

Forte calo dell’idroelettrico

Che non si tratti di buone notizie è abbastanza intuitivo, tanto più che si sommano a quanto accaduto, sempre nell’arco dei primi nove mesi dell’anno, con le fonti rinnovabili che nel loro complesso hanno registrato un calo dell’11%, dovuto a una riduzione sostanziosa dell’idroelettrico che il contemporaneo aumento di solare ed eolico non è riuscito a compensare.

Fonti primarie per la generazione elettrica nazionale
Fonti primarie per la generazione elettrica nazionale (variazione tendenziale, Mtep)

Una situazione che ha determinato anche un forte peggioramento dell’indice della transizione energetica ENEA-ISPRED (-60% nel terzo trimestre). Una flessione, come ha spiegato Francesco Gracceva, il coordinatore dell’Analisi Trimestrale ENEA, che è da collegarsi in particolare “al peggioramento della componente decarbonizzazione, scesa al valore minimo della serie storica”.

Eolico e solare ai massimi storici

In particolare, per quanto riguarda la performance delle rinnovabili, è stata influenzata negativamente dalla significativa riduzione, come detto, dell’idroelettrico (-25% rispetto al minimo degli ultimi 15 anni), non compensata dall’aumento del 9% di eolico e solare nei primi nove mesi dell’anno, coppia di fonti rinnovabili peraltro ai massimi storici nel periodo con una quota del 16,3% sulla richiesta di energia elettrica e un picco del 21,7% registrato ad aprile.

Emissioni trimestrali di CO2 e loro variazione tendenziale
Emissioni trimestrali di CO2 (somma ultimi 4 trimestri, Mt CO2) e loro variazione tendenziale (asse dx, %)

Senza dimenticare che i risultati dell’oggi pesano inevitabilmente anche sul domani della transizione energetica. “In questo scenario – ha sottolineato Gracceva – l’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 potrà essere raggiunto solo se nei prossimi otto anni riusciamo a ottenere una riduzione media annua di quasi il 6%”.

I prezzi di gas ed elettricità

Nell’Analisi viene posta particolare enfasi, e non poteva essere altrimenti considerata la situazione nazionale e internazionale, sulla dinamica dei prezzi energetici. Se per il gas gli incrementi registrati in Italia sono simili alla media europea, nel caso dell’elettricità gli aumenti sono stati all’incirca doppi di quelli registrati nell’Unione Europea, in particolare nel caso delle imprese.

“Rispetto al 2021- ha spiegato Gracceva – un’impresa con consumi medio-bassi ha visto aumentare i prezzi di elettricità e gas rispettivamente del 60% e del 120% nel primo semestre 2022, mentre in relazione all’intero 2022 per la stessa impresa i prezzi di elettricità e gas supereranno di ben oltre il 50% i precedenti massimi storici”.

Andamento dei consumi e influenza sulle emissioni di CO2

Una dinamica dei prezzi energetici, assolutamente peculiare nel 2022, che non poteva non riflettersi sull’andamento dei consumi. Guardando ai vari settori, nel periodo gennaio-settembre 2022 i consumi sono diminuiti considerevolmente nell’industria (-8%, dovuto in primis a circa 1 Mtep in meno di gas), con un calo che è stato particolarmente accentuato nel terzo trimestre (flessione del 15%).

Produzione elettrica da FER
Produzione elettrica da FER (% della richiesta di energia elettrica)

Molto più contenuto, invece, il calo dei consumi energetici relativo al settore civile (-0,5 Mtep, -2%), mentre è continuata la forte ripresa dei consumi nei trasporti, sebbene con degli incrementi percentuali via via più contenuti (+3 Mtep nei primi nove mesi del 2022, pari al +12%, ma “soltanto” +4% nel terzo trimestre).

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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