Autosufficienza energetica di casa: di cosa si tratta

L’autosufficienza energetica permette di soddisfare il fabbisogno energetico di casa, mediante l’energia autoprodotta. Ma non è così semplice
Autosufficienza energetica: cosa si intende?

Con autosufficienza energetica si intende la capacità di un edificio residenziale di autoalimentarsi da un punto di vista energetico, senza la necessità di dipendere dalla rete.

Autosufficienza e indipendenza energetica sono sinonimi e concetti sempre più attuali, in un contesto in cui le rinnovabili mirano ad essere protagoniste della transizione energetica auspicata in Europa.

Autosufficienza energetica degli edifici

Il concetto di autosufficienza energetica è molto semplice e fa riferimento alla possibilità di alimentare un intero edificio, inclusi tutti i suoi impianti, senza ricorrere ad energia acquistata dalla rete. L’indipendenza assicura totale autonomia, svincolando del tutto il fabbisogno domestico dall’acquisto energetico.

In alcuni luoghi e contesti, come ad esempio in punti isolati e non dotati di infrastrutture di rete, si tratta di una necessità pratica, in altri è un’opportunità per scegliere energia pulita, autoprodotta e autoconsumata.

Produrre tutta l’energia necessaria per i bisogni rilevati in casa, che vanno dal riscaldamento, all’illuminazione al funzionamento dei dispositivi elettronici, è una sfida che tocca a pieno la sfera della sostenibilità dell’edilizia.

Si parla, infatti, di energia rinnovabile, ma non solo. Sono di pari importanza l’efficienza e il risparmio energetico.

L’autosufficienza, del resto, non può essere un obiettivo raggiungibile solo mediante la predisposizione di impianti per la produzione di energia in loco, ma richiede anche particolari attenzioni all’involucro e alle abitudini domestiche. Isolamento termico, infissi performanti, impianti efficienti, sistemi di monitoraggio, riduzione degli sprechi sono alleati essenziali dell’energia rinnovabile quando si mira all’indipendenza energetica.

Perché ricercare l’autosufficienza energetica?

Permettere ad un edificio di essere indipendente dalla rete energetica nazionale significa favorire la crescita di un modello energetico sostenibile e di un’edilizia meno impattante.

Produrre e consumare in loco energia pulita, ridurre gli sprechi e i consumi, aumenta in modo significativo la sostenibilità di un edificio, riducendone di conseguenza l’impatto ambientale.

energia rinnovabile e autosufficienza energetica

Proprio per questo motivo, i nuovi progetti edili sono sempre più improntati ad un approccio integrato alla progettazione, combinando questioni architettoniche, tecniche e strutturali, con altre tecnologiche e impiantistiche. Lo scopo è ottenere costruzioni sempre più “green”.

Ma non si tratta solo di ambiente. Nell’ultimo anno sono stati ribaditi gli interessi europei nello sviluppo delle rinnovabili, anche per questioni che vanno al di là del tema ambientale.

L’energia, infatti, è un elemento con impatti economici e, nel caso europeo, anche politico-strategici.

Tornando alla dimensione domestica, resta indubbiamente valido il tema economico, in quanto l’autosufficienza energetica permette anche dei risparmi importanti. L’investimento iniziale richiesto, per la riqualificazione dell’edificio (nel caso dell’esistente) e per la predisposizione degli impianti necessari per la produzione di energia, è ammortizzato dal risparmio economico che si ottiene dal non dover più acquistare l’energia da fornitori terzi.

Autoconsumo differito e indipendenza energetica

In ottica di autosufficienza energetica individuale diventa essenziale l’autoconsumo differito, ossia la possibilità di ricorrere all’energia rinnovabile anche in un momento diverso rispetto a quello in cui viene prodotta.

Per fare ciò, è necessario investire nella tecnologia di accumulo oggi disponibile, ad esempio combinando il fotovoltaico con una batteria di accumulo, progettandone in modo adeguato dimensioni e potenze.

I costi per poter installare un sistema in grado di offrire la quantità di energia necessaria per la copertura totale dei fabbisogni, però, sono decisamente elevati, tanto che nella maggior parte dei casi si arriva a coprire circa il 65-70% percento del fabbisogno.

In conclusione, la reale autosufficienza energetica è un obiettivo molto ambizioso e al momento ancora complesso da raggiungere, ma non impossibile. Probabilmente, la strada per l’indipendenza energetica supera il concetto di impianto “stand-alone” e si ripropone in una nuova ottica, connessa anche ai possibili sviluppi futuri della stessa rete, che da centralizzata diviene decentralizzata.

Una soluzione alternativa per l’autosufficienza: le comunità energetiche

Come detto, raggiungere l’indipendenza energetica esclusivamente sfruttando l’energia rinnovabile prodotta presso la propria abitazione potrebbe essere davvero complesso e richiedere un investimento in tecnologia notevole.

Esempio di comunità energetica

Non basta installare un impianto solare termico e il fotovoltaico per soddisfare il 100% del fabbisogno domestico. Per questo motivo, il tema dell’autosufficienza energetica si ricollega ad un altro argomento altrettanto fondamentale: quello delle comunità energetica. Dove l’autoconsumo individuale non arriva, subentra l’autoconsumo collettivo.

Un insieme di edifici che, nel loro complesso, sono produttori e consumatori, portando al massimo possibile il livello di autoconsumo dell’energia prodotta. Più produttori e più consumatori, insieme, raggiungono la massima efficienza in termini di sfruttamento dell’energia rinnovabile prodotta localmente.

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Gaia Mussi

Laureata in Progettazione Tecnologica e Ambientale, da sempre appassionata ai temi della sostenibilità e della tecnologia. Collabora come copywriter con portali, magazine e aziende per la creazione di contenuti inerenti il campo dell’edilizia, della sostenibilità e del risparmio energetico
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