Le città si evolvono e diventano smart, grazie all’avvento della tecnologia e della trasformazione digitale, che stanno modificando industrie, servizi, edifici e, appunto, centri urbani. I progetti di sviluppo che rendono le città italiane delle smart city sono molti e, ormai da anni, le amministrazioni investono in questa direzione, con l’obiettivo di migliorare la vivibilità delle città, ridurre l’impatto ambientale ed elevare la qualità dei servizi.
Le smart city, infatti, sono sostenibili, accessibili, sicure ed efficienti. Gli ambiti su cui è possibile agire sono molti, dall’ambiente, alla mobilità, fino alle politiche di governance. I risultati di questi progetti sono sempre più evidenti e le città si stanno evolvendo, per quanto non tutte alla medesima velocità o con lo stesso successo. Per avere un’idea della situazione italiana, in materia di smart city, sono di aiuto ricerche come ICity Rank, che valuta quanto realizzato finora nei 108 Comuni Capoluogo.
La ricerca ICity Rank viene effettuata ogni anno, anche se per il 2023 il focus è diventato esclusivamente la trasformazione digitale. Oggetto dell’analisi sono i 108 Comuni Capoluogo, che vengono classificati come digitali, in fase di alfabetizzazione digitale o in ritardo digitale, a seconda del livello di smartness raggiunto. La ricerca è realizzata da Forum PA ed è stata presentata a fine novembre.
Come per ogni studio relativo alla nascita e alla crescita delle smart city, è necessario definire una precisa chiave di lettura e i parametri di riferimento per misurare i risultati raggiunti in ogni città oggetto di studio. In questo caso, si prendono in considerazione tre differenti dimensioni, che sono:
La ricerca ICity Rank 2023, sulla base di 37 indicatori e 117 variabili, ha analizzato 108 Comuni Capoluogo ed è emerso che, di questi, 20 sono in ritardo digitale e un terzo in fase di alfabetizzazione digitale. Solo la metà circa, quindi, raggiunge livelli di innovazione di maggior rilievo. Considerando tutte le dimensioni analizzate, le città più avanti sono
in quanto riescono a posizionarsi nei primi 10 posti delle classifiche di ognuna delle 3 dimensioni analizzate.
Subito dopo di loro, si trovano Bologna, Genova, Torino, Trento e Venezia. Completano il gruppo delle città altamente digitali Cagliari, Cremona, Padova, Roma, Monza, Parma e Vicenza.
Altri dati interessanti riguardano la relazione tra la dimensione delle città e il loro sviluppo digitale, in quanto la dimensione di un Comune incide anche sull’entità degli investimenti effettuati in nuove tecnologie.
Dalla ricerca, infatti, si evince che tutte le città di dimensioni maggiori, come le Città Metropolitane, sono digitalizzate, anche se a livelli differenti. A differenza di alcuni anni fa, però, anche alcune città di medie dimensioni stanno puntando molto sull’innovazione.
In aggiunta, al di là dei risultati raggiunti quest’anno, è interessante considerare il percorso di crescita che contraddistingue alcuni centri urbani medi e piccoli. Si rileva, infatti, un miglioramento generale nei vari indicatori, evidenziando in ogni caso un importante cambiamento. Ne sono esempio città come Varese, Cosenza, Frosinone, Sassari e Siracusa.
Infine, si registrano importanti differenze anche a livello geografico, con poche città del Sud Italia che raggiungono un livello digitale medio. L’unica di alto livello digitale è Cagliari, mentre si fermano a un livello intermedio Bari, Napoli e Palermo.
Nonostante ciò, emergono alcuni importanti miglioramenti in città del Mezzogiorno che, fino allo scorso anno, registravano risultati particolarmente insoddisfacenti. Un altro indizio che dimostra quanto le amministrazioni siano ormai consapevoli dei vantaggi e delle opportunità offerte dalla trasformazione digitale.
La dimensione “Città connesse” è relativa allo sviluppo di reti di comunicazione, sistemi di sensori e device collegabili, oltre a strumenti per elaborare informazioni e dati e progetti con soluzioni di Internet of Things.
Si tratta di strumenti fondamentali per la pianificazione e gestione urbana, permettendo di prendere decisioni basate sui dati (decisioni data-driven). Dall’analisi emerge un risultato soddisfacente per quanto riguarda l’attivazione delle reti 5G da parte dei grandi operatori, ma rimane modesto e variegato il risultato della cablatura. Dato maggiormente positivo, invece, quello relativo alla disponibilità di reti wifi pubbliche e gratuite, valutato in termini di numero di punti di accesso per abitante e per chilometro quadrato.
Limitati, infine, la conoscenza e l’utilizzo di strumenti più complessi, quali Digital Twin o sistemi di Smart City Control Room, che la ricerca classifica come “Piattaforme smart city”. Si tratta, indubbiamente, di un campo ancora in fase di esplorazione, che porterà a risultati più concreti nei prossimi anni, dopo maggiori sperimentazioni da parte delle amministrazioni.
Sulla base dei punteggi raccolti, in cima alla classifica delle Città Connesse si trova Bologna, che supera di poco Milano. Chiude il podio la città di Cagliari. In questo ambito, inoltre, lo scarto tra le città di piccole e grandi dimensioni è decisamente più importante.