“Il mezzo è il messaggio”, ha affermato il celebre sociologo Marshall McLuhan. E noi, con grande umiltà, aggiungiamo che in determinati contesti anche la firma qualifica il messaggio. Capita sicuramente quando si parla delle norme tecniche che costituiscono il riferimento per la presunzione di conformità alla “regola dell’arte” di prodotti, processi, sistemi e impianti elettrici.
In questi casi, infatti, un’importanza fondamentale è assunta dalla “firma” del CEI, il Comitato Elettrotecnico Italiano, che è responsabile in ambito nazionale della normazione tecnica in campo elettrotecnico, elettronico e delle telecomunicazioni, con la partecipazione diretta – su mandato dello Stato Italiano – nelle corrispondenti organizzazioni di normazione europea e internazionale.
In particolare, sulla base della Legge n.186 del 1968, tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni, gli impianti elettrici ed elettronici si considerano costruiti a regola d’arte se realizzati secondo le norme del Comitato Elettrotecnico Italiano.
Un ampio preambolo che serve a far comprendere come i documenti che vengono elaborati e diffusi dal CEI rappresentano una sorta di laico vangelo per coloro che operano nella filiera elettrotecnica nazionale. E non fa eccezione il recente White Paper Smart Building che è stato predisposto da un apposito gruppo di lavoro nell’ambito del tavolo di confronto sulla transizione energetica.
L’obiettivo dei numerosi esperti che lo hanno elaborato, specifica il CEI, “è favorire lo sviluppo delle tecnologie che consentono di realizzare edifici energeticamente altamente efficienti, a supporto, tra gli altri, di progettisti e installatori, del settore delle costruzioni, del terziario e della pubblica amministrazione anche in un’ottica di interventi nell’ambito del PNRR”.
E non si tratta di un’operazione di supporto generica, seppur in nome di un processo fondamentale quale la transizione energetica.
Gli obiettivi da raggiungere sono invece estremamente concreti perché “gli edifici, i quartieri e le città dovranno diventare più intelligenti per raggiungere livelli di energia zero ma soprattutto, anche grazie alle tecnologie digitali, emissioni zero”.
Gli smart building – viene sottolineato nell’introduzione del White Paper – rappresentano dunque i principali elementi per attuare la transizione energetica, l’ambiente attraverso il quale rendere fruibili strumenti a beneficio dell’utente adottando tecnologie che consentono a diversi oggetti, sensori e funzioni all’interno di un edificio di comunicare tra loro, interagire, nonché essere gestiti, controllati e automatizzati anche da remoto.
E per adempiere a tutti questi compiti, in un edificio intelligente occorre che convivano in modo integrato molteplici componenti, ovvero aspetti di:
Tutto ciò, in uno smart building, “consentirà di abilitare nuove funzionalità, servizi agli occupanti, comfort e benessere, personalizzazione dei servizi”.
Parallelamente sarà possibile orientare la domanda di energia degli utenti in base alle esigenze della rete elettrica e partecipare pienamente alle soluzioni smart grid nel relativo ambito territoriale.
E quel che già adesso ha una grande importanza, è destinato ad averne ancora di più in un futuro non lontano. “In prospettiva – si legge – l’edificio intelligente evolverà verso un modello di edificio smart-cognitive building, grazie all’integrazione di piattaforme di Machine Learning (Intelligenza Artificiale), ai sensori IoT (Internet of Things) e alla tecnologia di comunicazione 5G”.
Ma l’evoluzione futura degli smart building passa anche dalla loro progettazione attuale che va fatta “adottando un approccio integrato e sistemico, tenendo conto degli spazi installativi necessari per impianti elettrici, elettronici e di comunicazione elettronica, degli impianti di produzione autonoma e rinnovabile, nonché della prevedibile evoluzione tecnologica, ponendo come obiettivo primario la massimizzazione del risparmio energetico, il comfort e la sicurezza degli impianti e dell’utente”.
Nel White Paper Smart Building del Comitato Elettrotecnico Italiano gli elementi fondamentali di cui tener conto nell’attuale progettazione di uno smart building vengono esposti minuziosamente:
Dopo un’ampia introduzione, il documento del CEI si sviluppa in quattro capitoli.
In particolare, nel primo capitolo viene illustrato lo stato dell’arte della legislazione e della normazione tecnica, nazionale ed europea, applicabile alla progettazione di uno smart building. Viene anche fornito un quadro di insieme degli impianti e delle tecnologie presenti e le prevedibili evoluzioni future (ad esempio comunicazione elettronica, IoT e Cybersecurity) utili alla realizzazione di nuove costruzioni, piuttosto che al rinnovamento di quelle esistenti.
Nel secondo capitolo del White Paper Smart Building si passa a una panoramica dei diversi domini tecnici che un edificio intelligente dovrebbe presentare e integrare.
Al riguardo si spiega che “all’interno di uno smart building possono essere identificati 10 criteri di impatto principali che vengono influenzati dal livello di integrazione e funzionalità dei sistemi e degli impianti tecnologici”. Inoltre, vengono esposti i principali benefici – ad esempio in termini di efficienza energetica o di attenzione alle necessità e al benessere dell’utente – derivanti dall’utilizzo delle tecnologie maggiormente innovative e digitali.
Il terzo capitolo è incentrato sullo Smart Readiness Indicator, lo schema di valutazione comune introdotto dall’Unione Europea per classificare la “prontezza” all’intelligenza degli edifici, con lo scopo di sensibilizzare ed indirizzare tutte le possibili figure professionali coinvolte.
In particolare, l’indicatore SRI, grazie alla completa integrazione dei domini tecnologici al suo interno, evidenzia il valore aggiunto degli edifici in termini di efficienza energetica, comfort e sicurezza, “rendendolo più tangibile per gli attori del settore e motivando le parti interessate (amministratori, proprietari, utenti, inquilini e fornitori di servizi) ad accelerare gli investimenti in queste tecnologie”.
Infine, il quarto capitolo del White Paper ci porta nel “mondo reale”, presentando dei casi applicativi, per ospedali e scuole. L’intento è di fornire esempi di soluzioni impiantistiche conformi al PNRR.
Si tratta di “soluzioni atte a determinare i requisiti minimi di qualità, affidabilità e funzionalità dei sistemi nelle fasi di progettazione, realizzazione ed esercizio del sistema nelle sue varie componenti, inclusi esempi di schemi architetturali di impianti e di sistema da considerare come migliori pratiche per un’adozione efficace delle tecnologie digitali”.