La pompa di calore va messa: ecco perché

Un efficace riepilogo, teorico e pratico, dei vantaggi della realizzazione di impianti termici con pompa di calore: l’intervento di Mitsubishi Electric a SBE 2023
Vantaggi delle pompe di calore secondo Mitsubishi electric

Perché puntare sulla pompa di calore? Per obbligo normativo, per opportunità e per convenienza. I dettagli e i vantaggi dell’elettrificazione degli impianti termici ce li spiega Andrea Bolognini, Product Business Developer di Mitsubishi Electric, nel suo intervento all’interno dell’Area Rinnovabili di Smart Building Expo 2023.

Obblighi normativi su efficienza e decarbonizzazione

Partiamo dal primo aspetto. L’Europa ha messo in campo diverse direttive per il settore edilizio, orientate al raggiungimento dei target di decarbonizzazione al 2030 e neutralità climatica al 2050. In particolar modo l’Energy Performance Building Directive (EPBD), oggetto di discussione circa modifiche molto rilevanti anche per il comparto edilizio e impiantistico italiano.

Modifiche alla EBPD

Nello specifico, la proposta riguarda gli edifici pubblici di nuova costruzione, che dal 1 gennaio 2027 dovranno essere ZEB (Zero Energy Building). Dal 1 gennaio 2030, invece, tutti i nuovi edifici, di qualunque natura e destinazione, dovranno essere ZEB. Fino a queste date, le nuove costruzioni sono chiamate a essere “almeno” nZEB, quasi a energia zero.

Cosa accade alle riqualificazioni? Sempre secondo le potenziali modifiche alla normativa, gli edifici pubblici e non residenziali in classe energetica G dovranno ottenere la classe F entro il 2027 e la classe E entro il 2030. Tutti gli immobili residenziali, invece, dovranno essere in classe F al 2030 e almeno in classe E al 2033.

Andrea Bolognini di Mitsubishi Electric nell'Area Rinnovabili di SBE 2023
Andrea Bolognini di Mitsubishi Electric nell’Area Rinnovabili di SBE 2023

Pompa di calore e recepimenti italiani

L’Italia, in qualità di stato membro, sta recependo più o meno rapidamente queste direttive. Abbiamo fatto nostra la direttiva RES, con il decreto legge 28 del 2011, che impone in caso di nuovi edifici o ristrutturazioni rilevanti l’alimentazione da fonti di energia rinnovabili. Per la produzione dell’acqua calda sanitaria (Acs), bisogna raggiungere una quota del 50%. Sul fabbisogno energetico totale, si conferma il 50% complessivo per Acs, riscaldamento e raffrescamento. Parallelamente, il governo italiano ha recepito anche la normativa nZEB per la costruzione di edifici a energia zero. La direttiva RED II alza infine l’asticella delle fonti rinnovabili al 60% per i consumi dei nostri edifici.

Pompa di calore: quali opportunità?

Da questa breve panoramica, emerge anche il “terreno fertile” per la riqualificazione energetica e l’elettrificazione del parco immobiliare italiano. Un totale di 13,5 milioni di edifici e 3,5 miliardi di metri cubi, suddivisi tra terziario e residenziale (fonte: Enea). Di questi, l’80% è inferiore alla classe D, percentuale che nei contesti domestici si alza al 90%. Sempre sul residenziale, più del 60% degli edifici si trova in classe G o F.

Ragionando sulle modifiche alla EPBD, gli interventi di riqualificazione con pompa di calore avranno sicuramente un ruolo strategico. Lo dicono anche le traiettorie di crescita elaborate dai dati Gse e Rse. Rispetto ad altre tecnologie come bioenergie e geotermia, la pompa di calore si proietta in anni particolarmente fiorenti. Un’opportunità abilitata anche dagli incentivi, per nuovi edifici e per riqualificazioni.

Pompa di calore: previsioni di crescita rispetto ad altre tecnologie

Ecobonus

Gli incentivi al 50% e al 65%, che ben conosciamo, comportano una detrazione fiscale Irpef o Ires nel caso del 65%. Il primo caso coinvolge solo le persone fisiche, con la rateizzazione in 10 rate fisse annuali della detrazione Irpef a fronte di attività di installazione e/o sostituzione di climatizzatori o sistemi a pompa di calore. La detrazione Irpef (persone fisiche) o Ires (persone giuridiche) del 65%, sempre in 10 anni, si applica invece quando si opera la sostituzione di generatori di calore con pompa di calore ad alta efficienza.

Conto Termico 2.0

Quanto al Conto Termico 2.0, si tratta di uno strumento diretto. Un contributo in conto capitale a fondo perduto che ammette oggi anche le amministrazioni pubbliche. Il Gse mette a disposizione un tesoretto di 400 milioni di euro all’anno per la Pa e 500 milioni di euro per privati e imprese. L’incentivo è rivolto alla sostituzione di un generatore di calore con un nuovo prodotto più efficiente, nel nostro caso la pompa di calore. Si ammettono interventi per un massimo di 2000 kW termici per singola operazione e l’importo incentivato non può superare il 65% del totale delle spese sostenute nei 2000 kW termici per singolo intervento.

Elettrificazione del riscaldamento: esempi di convenienza

Terzo e ultimo motivo per preferire la pompa di calore, la convenienza. Per comprendere meglio il lato economico, Andrea Bolognini propone un confronto esemplificativo tra la classica caldaia a metano e la pompa di calore. Si parte dai valori medi di riferimento: 1,32 euro al metro cubo per il metano e 0,31 euro al kWh elettrico. Visti così, non ci dicono nulla, tuttavia rapportando queste cifre sui costi del kWh termico il calcolo riesce a prendere forma. Il metano, infatti, possiede un potere calorifero di 10 kWh termici per metro cubo: il costo ipotetico diventa 0,132 euro. Nella pompa di calore, il rapporto tra kWh elettrico e termico deve tenere conto del valore SCOP (coefficiente di prestazione stagionale), che varia anche in base alla temperatura di mandata. Nel caso di termosifoni ad alta temperatura, per esempio 55 °C, la pompa di calore opererà con uno SCOP di 3,57. E, dunque, un costo di 0,087 euro a kWh termico. Se, invece, abbiniamo un pavimento radiante a bassa temperatura, circa 35 °C, otteniamo uno SCOP pari a 4,78. Qui, il vantaggio aumenta, portando il kWh termico 0,065 euro.

Confrontando questi esempi, la pompa di calore con impianto ad alte temperature comporta risparmi economici del 34%, ma con le basse temperature arriva al 51%. Considerazioni importanti anche in termini di tempistiche del ritorno dell’investimento. “Possiamo dire che la pompa di calore contribuisce in maniera determinante al raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione ed efficientamento energetico – conclude il relatore -. Comporta inoltre una riduzione dei costi rispetto ai generatori tradizionali per la produzione di riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria. Unita alla capacità di queste tecnologie di rispondere in modo eccellente anche nei climi più rigidi. La pompa di calore risulta dunque la scelta ideale sia nelle nuove costruzioni sia nelle riqualificazioni energetiche”.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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