L’avvento della mobilità elettrica sta cambiando molte delle nostre abitudini. Certo, per ora i numeri relativi al parco circolante sono ancora bassi, ma non trascurabili.
Osservando i dati di vendita degli ultimi due anni, inoltre, il trend verso l’elettrificazione (in tutte le sue varianti: sHEV, PHEV, E-REV, BEV, FCEV) è netto, tanto da mostrare come queste auto di nuova generazione abbiano ormai superato i diesel nelle nuove immatricolazioni.
E qui nasce un nuovo problema: quello delle infrastrutture di ricarica.
Proseguendo con il paragone con le auto tradizionali, occorre che anche per le auto elettriche siano presenti impianti in grado di rifornirle di energia attraverso appositi impianti elettrici: le famose colonnine di ricarica. Esistono però ancora diversi vincoli:
Per buona parte di questi dubbi la risposta può arrivare dalle stazioni di servizio. Per certi versi simili a quelle che siamo abituati a vedere lungo le strade di tutto il mondo, ma per altri (e proprio per i motivi citati) profondamente diverse.
Si sono posti la domanda in Canada, in particolare lo ha fatto Parkland che, con 3.000 stazioni di servizio in 25 paesi, è lo sponsor principale di un concorso internazionale per creare la stazione di rifornimento elettrica del futuro.
Partiamo subito dalle conclusioni: nelle proposte pervenute al concorso, in gran parte dei casi la stazione di servizio del futuro non prevede la presenza di veri e propri distributori di carburante. Niente gasolio o benzina.
Il progetto che ha vinto il concorso, in particolare, prevede una struttura pensata per sfruttare al meglio il tempo necessario per una ricarica rapida (circa mezz’ora).
Come? Riposandosi, facendo acquisti, lavorando o semplicemente “perdendo un po’ di tempo”.
Oggi le stazioni di ricarica si trovano in punti poco interessanti, spesso sono fuori mano o persino in luoghi poco sicuri. Dovendosi fermare alcune decine di minuti in posti simili, vien da sé che la questione sicurezza sia tutt’altro che trascurabile.
Per questo Parkland vede di buon occhio questi veri e propri luoghi di aggregazione: il progetto di James Silvester, un architetto di Edimburgo, prevede edifici circondati da punti di ricarica. Al loro interno, uno spazio simile a un centro commerciale è composto da negozi e spazi non commerciali pensati per aiutare i conducenti a prendersi una pausa dalla strada.
La modularità è un altro punto di forza del progetto: a seconda del numero di punti di ricarica, deve essere possibile realizzare l’edificio senza doverlo riprogettare ogni volta da zero, potendo aggiungere dei moduli per ottenere gli spazi necessari.
L’edificio proposto da Silvester utilizza materiali sostenibili, come legno e pietra, e prevede naturalmente un impianto fotovoltaico in grado di sostenere in buona parte le necessità della stazione di servizio (ricariche comprese).
Parkland sta valutando la costruzione di una di queste stazioni di ricarica per soli veicoli elettrici. “Cominceremo a veder comparire queste stazioni di servizio di nuova generazione nel giro di un paio di anni” profetizza Darren Smart, vicepresidente senior per la strategia e lo sviluppo aziendale di Parkland.