Per parlare di qualcosa che potrebbe succedere nel prossimo secolo diamo giustamente per scontato che occorra un grande sforzo d’immaginazione. Ma se invece restringiamo molto di più l’orizzonte temporale, con lo sguardo rivolto al prossimo decennio, ci aspettiamo che qualsiasi previsione si debba basare sull’ulteriore sviluppo di un qualcosa che è già ben presente nella realtà quotidiana. Senonché, per l’auto elettrica e le sue infrastrutture le cose non stanno esattamente così, tanto che il suo futuro ruolo di leader nella mobilità, sebbene pronosticato da tutti gli addetti ai lavori nel giro di pochi anni, è davvero difficile da credere basandosi sull’osservazione empirica.
Proprio di quel che è, e di quel che sarà nella mobilità elettrica si è occupato un recente approfondimento di Protolabs, con una previsione a breve che conferma la considerazione di partenza. Infatti, nonostante l’attuale scarsa diffusione, i numeri del mercato delle auto elettriche e a guida autonoma sono destinati ad una crescita esponenziale, con un giro d’affari globale da 5.000 miliardi di dollari in meno di 7 anni.
“Anche se l’anno scorso i veicoli elettrici hanno rappresentato meno del 2% delle vendite di veicoli negli Stati Uniti – si legge nello studio -, le case automobilistiche sono ormai orientate verso un futuro elettrico. Gli investimenti in veicoli elettrici sono aumentati del 41% soltanto tra il 2020 e il 2021 e ammonteranno a 330 miliardi di dollari complessivi nel periodo tra il 2021 e il 2025”.
Un’affermazione peraltro supportata da molti esempi: “General Motors e Volkswagen spenderanno rispettivamente 35 e 42 miliardi di dollari per lo sviluppo di veicoli elettrici e autonomi dal 2020 al 2025. Jaguar prevede di vendere soltanto auto elettriche entro il 2025, mentre Volvo si è data lo stesso obiettivo entro il 2030”.
Ed ancora, “Ford ha affermato che la sua intera gamma di lusso Lincoln sarebbe stata ibrida elettrica o gas-elettrica entro il 2030 ed ha recentemente raddoppiato il suo investimento in veicoli elettrici, portandolo a 22 miliardi di dollari entro la fine del 2025. E General Motors confida di vendere soltanto veicoli elettrici nel comparto passeggeri entro il 2035”.
Ma se, come si legge nel report, “siamo nel mezzo della più grande rivoluzione nell’automobilismo da quando la prima linea di produzione di Henry Ford è iniziata nel 1913”, lo si deve anche a tutto ciò che ruota intorno all’espandersi dell’auto elettrica. Oltre alle grandi case automobilistiche, lavorano una moltitudine di aziende tecnologiche, spesso startup, anch’esse attori chiave in tutti i segmenti del mercato della mobilità elettrica.
Del resto, un tale “affollamento” di aziende è più che giustificato dal fatto che il cambiamento di paradigma richiesto dalla mobilità elettrica non si fa dall’oggi al domani. “Servono – si sottolinea nell’analisi di Protolabs – infrastrutture di ricarica, batterie, nuovi tipi di sensori, nuove apparecchiature sempre più connesse, radar e videocamere e tantissimo expertise. Non è un caso che nel mondo stanno nascendo centinaia di nuove aziende, spesso start-up che vedono in questa rivoluzione una possibilità di creare nuovi prodotti”.
Un settore, quello della mobilità elettrica, che necessita di estrema rapidità e flessibilità nei volumi, caratteristiche che devono “poter essere impiegate durante tutto il ciclo di vita di un’auto elettrica e a guida autonoma, dalla prototipazione del componente alla validazione del design, dalla produzione dei pezzi in volumi ridotti destinati ai test meccanici, fino ad arrivare alla produzione di singoli pezzi di ricambio, evitando decenni di costi di magazzino per i singoli pezzi”.
E nel suo studio Protolabs individua alcune strategie che possono agevolare le varie fasi di sviluppo dell’auto elettrica: