Prospettive europee della mobilità: il ruolo dell’auto elettrica

La mobilità del futuro si fa sempre più elettrica. Lo dimostrano i dati. Ma per fornire una ulteriore spinta alla transizione in corso, è essenziale puntare su strategie idonee. Se ne è discusso nel webinar per presentare ExpoMove 2021
Mobilità elettrica

La transizione verso l’auto elettrica è un fenomeno ormai avviato e destinato a crescere. È ciò che è emerso in occasione del webinar “Prospettive europee della mobilità: il ruolo dell’auto elettrica”, organizzato lo scorso giovedì 8 ottobre per presentare ExpoMove 2021, l’evento italiano sulla mobilità elettrica e sostenibile in programma a Firenze dal 13 al 15 maggio 2021. Molti i punti trattati nel corso della diretta online: dalle sfide che si delineano per la diffusione dell’E-Mobility fino alle policy adottate e da sostenere per un ulteriore sviluppo della mobilità elettrica. Ecco un resoconto dei principali temi analizzati.

Prospettive della mobilità elettrica

I numeri riguardanti la diffusione delle auto elettriche negli anni a venire sono più che incoraggianti. Le motivazioni che si celano dietro il trend ascendente sono svariate. L’aumentata diffusione delle vetture elettriche si deve in parte a una maggiore offerta. Ma a incidere sul trend positivo sono anche i nuovi limiti che vengono progressivamente stabiliti a livello europeo rispetto le emissioni di CO2. Allo stato attuale, la media delle emissioni deve rientrare nei limiti di 95 g/km. Nel 2030 si dovrà invece rientrare nei limiti di 59 g/km, probabilmente destinati a diventare 47 g/km perché la Comunità Europea si sta già esprimendo per una restrizione ulteriore.

Per il 2020 si prospetta una esplosione nelle vendite delle auto elettriche e ibride. Un dato che riguarda da vicino anche l’Italia. Si stima che nel nostro paese le vendite di questi veicoli siano cresciute di ben il 237% negli ultimi tre mesi. Uno scenario simile fa riflettere sulla necessità di spingere sulla contemporanea diffusione delle infrastrutture per supportare la mobilità elettrica. Il focus deve essere indirizzato sulla installazione di colonnine di ricarica, concentrandosi in particolar modo sulle vie ad alto scorrimento e sulle cosiddette aree di sviluppo.

Sviluppo dell’E-Mobility: le sfide

mobilità elettricaAd oggi la presenza di colonnine di ricarica nelle grandi città, come Roma, Milano e Torino, può essere comunque considerata un buon inizio. Come evidenziato da Angelo Sticchi Damiani, Presidente ACI, la “vera scommessa da parte di tutti è quella di poter convincere gli automobilisti del fatto che l’adozione di un’auto elettrica non si limiti al solo utilizzo cittadino ma con una vettura di questo genere sia possibile viaggiare anche fuori dai contesti metropolitani”. Sotto questo risvolto, si riscontra infatti una certa arretratezza in Italia.

Analizzando i dati relativi ai modelli di auto elettrica venduti finora, si intuisce chiaramente che si tratta di scelte effettuate per avere determinati vantaggi nelle grandi città, come il beneficio di poter entrare nei centri storici o quello di non dover pagare il parcheggio sulle strisce blu. Esiste tuttavia una fascia di consumatori chiaramente convinta dell’efficacia dell’E-Mobility come soluzione di tutela ambientale.

Un altro obiettivo essenziale è la necessità di poter alimentare le colonnine di ricarica con fonti energetiche rinnovabili, così da rispondere in maniera efficiente all’urgenza di ridurre le emissioni di CO2, ponendosi in linea con gli Accordi di Parigi. Un aspetto in cui il nostro paese si dimostra ancora molto indietro.

Inoltre, come puntualizzato da Martin Koers, Managing Director VDA-German Association of the Automotive Industry, nel ventaglio di sfide da affrontare rispetto all’E-Mobility, un ruolo strategico è ricoperto dal processo di digitalizzazione applicato all’industria automobilistica, a partire dalla automatizzazione fino alla connettività.

Altrettanto cruciale appare l’urgenza di diffondere infrastrutture moderne, così da rendere le città sempre più smart e capaci di comunicare con i diversi veicoli circolanti. Agendo in tal senso, i centri urbani potranno così divenire sempre più vivibili, sostenibili nonché sicuri.

Policy per la diffusione della mobilità elettrica

In Italia, gli incentivi hanno finora dato un notevole impulso alle vendite delle auto elettriche. Ma per una capillare diffusione dell’E-Mobility queste agevolazioni non rappresentano le uniche strategie su cui focalizzare l’attenzione.

Focus sulle infrastrutture

Sono varie le condizioni abilitanti su cui lavorare per fare in modo che lo sviluppo della mobilità elettrica nel nostro paese avvenga ancor più rapidamente. Come precisato da Gianmarco Giorda, Managing Director ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), “la prima area su cui agire è quella delle infrastrutture”. Appare ad esempio fondamentale un intervento per allineare i costi della ricarica dei veicoli nelle aree pubbliche e private alle tariffe residenziali.

Detrazioni fiscali

Un’altra policy da migliorare è la detrazione fiscale per aumentare i punti di ricarica privati. Dai dati disponibili emerge infatti che il 90% dei possessori di auto elettriche mira a ricaricare le proprie vetture anche presso i rispettivi domicili. Appare perciò essenziale favorire la diffusione di Wallbox in ambito privato, snellendo nel contempo tutte le pratiche burocratiche che ad oggi costituiscono un grosso ostacolo per la diffusione di queste soluzioni domestiche.

Sostegno alla domanda

Altro punto cruciale su cui concentrare le forze è il sostegno alla domanda. L’Ecobonus ha avuto un effetto dirompente per ciò che riguarda l’aumento della domanda di auto elettrificate. La proroga del provvedimento negli anni a venire rappresenta certamente una valida iniziativa da perseguire come policy per lo sviluppo dell’E-Mobility. Per favorire un’ulteriore spinta, l’incentivo può essere inoltre allargato ai veicoli commerciali leggeri.

Stanziamento di risorse

Accanto al prolungamento di tali misure, fondamentale risulta l’aumento della dotazione finanziaria a sostegno dell’industria. A livello industriale, l’ANFIA suggerisce lo stanziamento di risorse importanti per sostenere la partecipazione delle aziende italiane ai progetti finanziati dall’Unione Europea riguardanti i veicoli autonomi e connessi, le batterie ma anche la tecnologia dell’idrogeno.

“In assenza di un atteggiamento proattivo da parte del Governo, accompagnato ovviamente da azioni importanti intraprese dall’industria”, ha evidenziato Giorda, “il rischio che si corre è di perdere dei tasselli importanti della nostra manifattura”. Tra le priorità assolute in tal senso, c’è quella di ripensare i modelli produttivi di quelle imprese che attualmente appartengono all’ambito più tradizionale dell’automotive. Per restare competitive, nei prossimi anni queste aziende dovranno necessariamente riconvertire la propria filiera basandola su nuove tecnologie.

Capitale umano

Per favorire la diffusione dell’E-Mobility è importante investire anche sul capitale umano, ovvero su tutti quei lavoratori impegnati nel settore automobilistico, introducendo percorsi formativi mirati e agendo simultaneamente sull’istruzione secondaria e terziaria, così da preparare in maniera adeguata i futuri professionisti operanti nella mobilità.

Strumenti negoziali

Un’altra area di intervento cruciale per offrire una spinta decisiva alla mobilità elettrica consiste nel rivisitare tutti gli strumenti negoziali. È il caso dei contratti di sviluppo che sono di estrema utilità per favorire l’attrazione di investimenti in Italia, da mettere in campo soprattutto per coprire dei gap di filiera presenti nel nostro tessuto industriale, altrimenti difficilmente colmabili.

Operazioni di aggregazione

Altrettanto essenziale risulta infine un’azione volta a identificare degli strumenti finanziari che favoriscano l’aggregazione di aziende italiane di piccola e media entità, così da renderle sempre più preparate nell’affrontare l’arena competitiva, destinata a divenire sempre più agguerrita.

È necessario far crescere la nostra industria attraverso operazioni di fusione, garantendo appositi benefici fiscali per chi desideri intraprendere tali percorsi e intervenendo nel contempo sulla mentalità imprenditoriale, che in Italia non è sempre aperta a questo genere di iniziative.

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Evelyn Baleani

Giornalista e Web Editor freelance. Si occupa di contenuti per i media dal 2000. Dopo aver lavorato per alcuni anni in redazioni di società di produzione televisiva e Web Agency, ha deciso di spiccare il volo con un’attività tutta sua. Le sue più grandi passioni sono l'ambiente, il Web, la scrittura e la Spagna
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