Lo stato della Smart Mobility: i progetti, le sfide e le nuove opportunità

La Smart Mobility appare sempre più rilevante in Italia: sono molteplici le iniziative intraprese dai Comuni che considerano prioritari gli investimenti su questi temi, avviando progetti con un buon livello di innovazione e di maturità
Auto a guida autonoma

La Smart Mobility è un ambito in costante fermento che sta riscontrando una crescente diffusione anche nel nostro paese. Dello stato della mobilità intelligente in Italia, di quelli che sono i progetti in corso, delle difficoltà incontrate e delle nuove opportunità in prospettiva, anche a seguito dell’emergenza Covid-19, si è discusso in occasione del convegno “Connected Car & Mobility: un nuovo inizio”.

L’evento è stata l’occasione per presentare i risultati della ricerca realizzata dell’Osservatorio Smart & Connected Car della School of Management del Politecnico di Milano, progetto nato nel 2019 con il fine di rispondere all’interesse di imprese pubbliche e private verso le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie applicate ai settori dell’auto e della mobilità.

Addentriamoci ora nel merito, scoprendo come si configura il quadro della Smart Mobility nella nostra penisola.

La Smart Mobility nello scenario pre-Covid

La Smart Mobility non è di certo una novità nel nostro paese ma costituisce una tematica molto rilevante fin dallo scenario pre-Covid, con diversi progetti avviati non solo nei grandi Comuni ma anche in quelli con una popolazione superiore ai 25.000 abitanti.

La diffusione di tali iniziative è attribuibile essenzialmente a due motivi:

  • L’importanza attribuita al tema da parte delle Pubbliche Amministrazioni locali. La Smart Mobility viene infatti percepita come un’area di sviluppo “fondamentale” o “molto importante” da parte dell’87% dei Comuni, che diventano il 95% se si considerano le città con più di 80.000 abitanti;
  • Il livello di maturità dei progetti. La maggior parte delle iniziative avviate (58%) ha superato la fase pilota ed è oggi estesa a tutta l’area urbana.

Le ragioni degli investimenti nella Smart Mobility

Ma quali sono le principali ragioni che stimolano le Amministrazioni locali ad avviare questi progetti? Nel ventaglio di obiettivi perseguiti dai Comuni, il primo posto è occupato dai benefici legati alla sostenibilità ambientale (28% dei casi), con lo scopo di ridurre le emissioni inquinanti nell’area urbana.

Lo stato della Smart Mobility

“Connected Car &; Mobility: un nuovo inizio” – Lo stato della Smart Mobility in Italia

Un forte traino per l’inizio dei progetti è inoltre rappresentato dalla possibilità di ottimizzare i servizi offerti ai cittadini. Le Municipalità si mostrano interessate non solo a migliorare i servizi già esistenti (24%) ma anche ad attivarne di nuovi (12%), una volontà che riguarda in special modo tutti quei piccoli Comuni dove in passato si è lavorato un po’ meno sull’aspetto della mobilità.

Anche il tema della sicurezza stradale (14% dei casi) si dimostra una motivazione importante, che acquista ancor più rilevanza se si considerano le risposte dei Comuni con oltre 80.000 abitanti (20%).

Le sfide

Quali sono invece le principali difficoltà che le Amministrazioni locali si ritrovano a fronteggiare nel momento in cui decidono di sviluppare progetti di Smart Mobility? Tra le principali sfide che i Comuni dichiarano di dover affrontare, la collaborazione tra Municipalità e privato risulta la più insidiosa per almeno il 33% delle realtà locali. Da un lato emergono le complessità di interazione con gli attori privati che gestiscono parzialmente la mobilità. Dall’altro si riscontrano ostacoli nella partecipazione dei cittadini, sia nelle fasi iniziali di progettazione sia in quelle successive di lancio delle nuove soluzioni di mobilità. Un dato che cresce fino a raggiungere il 48% se si guarda ai Comuni più piccoli, con popolazione compresa tra 25.000 e 40.000 abitanti.

Diversamente, per le città con più di 80.000 abitanti la difficoltà maggiore si riscontra nell’estensione del progetto pilota a tutta l’area urbana (47%), segno di come risulti ancora difficoltoso per i grandi centri passare da una sperimentazione concentrata su alcuni quartieri a un vero e proprio progetto esecutivo capace di coinvolgere l’intera comunità.

La tecnologia, di contro, non è più percepita come un problema. Emerge una evidente consapevolezza sul fatto che le soluzioni esistono e che possono essere utilizzate.

Le nuove opportunità nello scenario di ripartenza post-Covid

La più grande sfida che si troverà a sostenere la mobilità nel futuro più imminente sarà invece quella di gestire non solo l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus ma anche la successiva fase di ripresa. In realtà, questo contesto apparentemente spinoso offre molte opportunità, supportate da altrettante soluzioni tecnologiche di efficacia. L’elenco è piuttosto ampio e include, ad esempio:

  • Strumenti capaci di monitorare in tempo reale i flussi, così da identificare potenziali situazioni di assembramento;
  • Piattaforme di data analytics per elaborare i dati raccolti anche in ottica preventiva, così da capire dove si potrebbero verificare delle problematiche;
  • Veicoli a guida autonoma utilizzabili non solo in logistica per le consegne dell’ultimo miglio, ma anche per le consegne di pasti e di medicinali, in modo da evitare l’interazione tra persone e da fungere da supporto a cittadini costretti alla quarantena.

Nello scenario di ripartenza post-Covid, una ulteriore nuova opportunità che potrà favorire lo sviluppo delle Smart Mobility sarà legata all’introduzione di specifici incentivi messi a disposizione dal Governo, ovvero bonus destinati all’acquisto di biciclette, ai servizi di Sharing e alla rottamazione di auto e motocicli.

Altrettanto importante come spinta propulsiva sarà l’assunzione dei cosiddetti “Mobility Manager”, figure professionali responsabili della gestione della nuova mobilità. Questi professionisti dovranno essere presenti nelle aziende e nelle Amministrazioni con oltre cento dipendenti di tutti i Comuni che contano più di 50.000 abitanti.

il bike sharing è una soluzione per le smart city

Gli sviluppi della Sharing Mobility

Una volta superata la fase di quarantena legata all’emergenza sanitaria in cui sono diminuite le esigenze di mobilità, la domanda di servizi di Sharing è apparsa subito in aumento. Nel prossimo futuro si attende un’ulteriore crescita di questa mobilità, considerata come alternativa ai mezzi pubblici o alla necessità di dover acquistare una vettura privata.

Non ci si limiterà ai soli servizi di Car Sharing ma maturerà anche l’interesse nei confronti di opzioni di noleggio a lungo termine. Tuttavia, ad aumentare sarà soprattutto la domanda sul fronte del Bike Sharing, che sarà affiancata dall’introduzione di interventi volti a semplificare la circolazione delle biciclette all’interno delle città.

L’interesse dei consumatori verso la Sharing Mobility risultava in realtà piuttosto forte anche nella fase precedente lo scoppio dell’epidemia. In base ai dati raccolti dall’Osservatorio, nel 2019 quasi il 40% dei consumatori aveva già utilizzato un servizio di Sharing o perlomeno di Pooling, in taluni casi per risparmiare, in altri per semplice comodità e in determinate situazioni perché privi un mezzo di trasporto di proprietà.

Smart Mobility, un universo in evoluzione

Il quadro tracciato permette di concludere che il tema della Smart Mobility appariva già cruciale nella fase pre-Covid e che ora è destinato a esserlo sempre di più, con l’aprirsi dello scenario post-pandemia. Per gli sviluppi venturi del settore risulterà necessario impostare migliori schemi di collaborazione tra ambito pubblico e contesto privato. Occorrerà inoltre stabilire come le future innovazioni tecnologiche saranno in grado di ottimizzare ulteriormente la mobilità intelligente.

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Evelyn Baleani

Giornalista e Web Editor freelance. Si occupa di contenuti per i media dal 2000. Dopo aver lavorato per alcuni anni in redazioni di società di produzione televisiva e Web Agency, ha deciso di spiccare il volo con un’attività tutta sua. Le sue più grandi passioni sono l'ambiente, il Web, la scrittura e la Spagna
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