Batterie al litio, le sfide per l’Italia e l’Europa

Secondo uno studio dei due think tank Orizzonti politici e ECCO, ridurre il divario produttivo del settore delle batterie al litio con l’Asia creerebbe 165.000 posti di lavoro e 120 mld di euro di ricavi a livello europeo
Realizzare una filiera per la produzione di batterie al litio per auto elettriche

Nonostante la mobilità elettrica sia uno dei comparti chiave del processo di transizione ecologica in UE, attualmente il continente europeo risulta praticamente assente dal settore della produzione midstream delle batterie al litio.

A evidenziarlo è un report frutto della collaborazione tra i due think tank ECCO e Orizzonti Politici, che ha individuato le principali criticità e opportunità legate ai cambiamenti in corso nel comparto automotive italiano ed europeo nel prossimo decennio, con un focus particolare sulla filiera di produzione delle batterie al litio.

Batterie al litio: perché è fondamentale un’industria europea

Nello specifico ridurre il divario produttivo rispetto all’Asia permetterebbe di raggiungere e superare gli obiettivi europei di manifattura di queste tecnologie, creando 165.000 posti di lavoro e 120 miliardi di euro di ricavi al livello europeo, nonché 8.600 posti di lavoro e 6,5 miliardi di euro di ricavi in Italia al 2030.

Lo sviluppo di una filiera in Europa e in Italia permetterebbe invece di soddisfare una fetta di mercato in crescita riducendo tra l’altro gli effetti della dipendenza da attori terzi.

Inoltre, sottolinea lo studio, se si creasse uno scenario caratterizzato da una filiera integrata e resiliente di prodotti semilavorati, il riutilizzo e il riciclo delle batterie assumerebbe un ruolo chiave dal punto di vista economico, strategico e ambientale.

Le misure per favorire il settore delle batterie

Ma in generale l’UE come si sta muovendo a livello normativo per favorire il settore delle batterie al litio? Oltre alle direttive e ai regolamenti in ambito trasporto su strada, che rientrano nel pacchetto Fit for 55, la Commissione ha recentemente proposto il Green Deal Industrial Plan, volto a potenziare la competitività industriale europea in materia di net-zero technologies. Tra le soluzioni menzionate ci sono i sistemi di accumulo, in cui rientrano anche batterie al litio per i veicoli elettrici.

emobility infrastruttura di ricarica

La seconda misura rilevante per il comparto delle batterie al litio è poi il Net Zero Industry Act, che prevede inoltre provvedimenti volti a garantire, entro il 2030, una produzione da parte dell’Unione Europea di almeno il 40% della domanda interna di tecnologie strategiche.

Il tutto con l’ambizione di coprire fino al 90% della domanda domestica di batterie. “Raggiungere tale obiettivo, riducendo il divario produttivo rispetto ai paesi asiatici – si legge nel report – significa installare in Europa nuova capacità produttiva per 474 GWh per circa 70 miliardi di euro di investimenti in 30 nuove gigafactory”.

Le sfide per l’Italia

Queste norme sono solo un esempio della crescente attenzione che l’Europa sta destinando alle batterie agli ioni di litio, un comparto su cui però è necessario dare una forte accelerata.

Al momento l’Italia, come l’UE, sottolinea il report, “non gode infatti di un ecosistema integrato per la produzione di veicoli elettrici e dipende dall’estero per molte delle componenti necessarie alla realizzazione degli stessi, tra cui le batterie a litio”.

La situazione potrebbe però cambiare spinta dalla crescente domanda europea di batterie, stimata tra 860 e 1.240 GWh entro il 2030. Per questo entrare nel settore potrebbe generare introiti significativi per il tessuto produttivo italiano, migliorandone la capacità di competere con grandi player internazionali.

Le azioni da mettere in atto per creare una filiera di batterie al litio

Tuttavia, affinché i risultati siano concreti, spiega lo studio, “sarà fondamentale puntare sull’inserimento del nostro Paese nel mercato globale delle automobili elettriche, creando ecosistemi di industrie verticalmente integrati che uniscano alla produzione di celle la fornitura delle altre componenti necessarie alla produzione dell’intero veicolo”.

Tutto ciò comporta una serie di interventi precisi. Sarà necessario, infatti, adottare un approccio mirato alla realizzazione e alla gestione operativa degli impianti, ma anche garantire un approvvigionamento sicuro e costante nel tempo delle materie prime e dei semilavorati impiegati, attualmente controllati quasi esclusivamente dalla Cina.

Tale concentrazione di queste fasi della catena del valore delle batterie, precisa il report, “potrebbe indurre dinamiche di coercizione economica, da un lato rendendo il comparto più vulnerabile a shock dell’offerta, e dall’altro innescando dinamiche geopolitiche dannose e ostili. Le alternative alle forniture asiatiche dipendono dal tipo di materiale, e potrebbero venire dagli sviluppi tecnologici, ad esempio nella produzione di grafite sintetica, o dall’apertura di nuovi siti estrattivi domestici integrati con impianti di raffinazione: opzioni costose e dagli elevati impatti sociali e ambientali che rendono necessario un piano di politica industriale adeguato e innovativo”.

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Monica Giambersio

Giornalista professionista e videomaker. Da anni si occupa di energia e transizione ecologica
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