I sogni possono a volte trasformarsi in realtà, ma nella maggior parte dei casi si limitano a mostrarci quanto siano distanti dalla realtà. È un po’ quello che attualmente succede con la mobilità del futuro: in molti, specie fra le nuove generazioni, appunto la sognano sostenibile, elettrica e digitale. Ma se da un lato si spera nell’evoluzione green, dall’altro bisogna scontrarsi con la realtà di un parco auto circolante che nel nostro Paese di green ha ancora ben poco. Della situazione italiana relativa alla mobilità elettrica su quattro ruote si occupa una recente analisi compiuta dal Centro Studi di AutoScout24 (grande marketplace automotive europeo online). Uno studio realizzato sulla base dei dati elaborati dall’ACI e diffuso in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente.
Cominciamo col dire che se ci si limita a concentrare lo sguardo sulla crescita del parco auto green, ovvero quello composto da veicoli elettrici e ibridi, non si può non ritenere positivo l’andamento nell’anno scorso quando si è raggiunta la quota di 1.715.000 vetture su strada, con un maxi incremento del 49,2% rispetto al 2021.
I problemi, però, si palesano quando si inserisce questo dato nel contesto generale. Infatti, se si guarda all’intero parco auto attualmente circolante nel nostro Paese, i veicoli green rappresentano soltanto il 4,3%. Ancor più preoccupante, poi, constatare come all’interno del segmento le auto elettriche pesano per poco più del 10%, fermandosi quindi ad un minimale 0,4% sul totale delle vetture circolanti.
Siamo quindi ancora ben distanti dal concretizzarsi della forza d’urto necessaria a rivoluzionare il parco auto esistente, che in Italia è storicamente datato e obsoleto. L’analisi del Centro Studi di AutoScout24 evidenzia che nel 2022 erano circa 20,18 milioni le vetture in circolazione con una classe di emissioni Euro 4 o inferiore (oltre la metà sul totale), di cui quasi 4,41 milioni addirittura Euro 0-1 (11%).
Le cose non migliorano affatto se si va a considerare l’età media dei veicoli in Italia, perché ben quattro auto su dieci, pari a circa 15,84 milioni di unità, risultano essere sulla strada da 15 o più anni. Insomma, appare davvero titanica la sfida da vincere entro il 2035, quando scatterà il blocco previsto dall’UE relativo alla produzione e alla vendita di auto nuove termiche alimentate a benzina e diesel.
“Fino al 2035 – si legge nello studio di AutoScout24 – bisognerà investire in infrastrutture e tecnologia per fare in modo che gli italiani superino la forte diffidenza manifestata soprattutto verso il mondo delle full electric, penalizzato dalla percezione di una scarsa autonomia delle batterie (per il 35% del campione) e di un costo elevato (33%)”.
Un vero e proprio “blocco psicologico” nei confronti della mobilità elettrica, tanto che il Centro Studi prospetta una situazione paradossale se la scadenza del 2035 si materializzasse invece fra soli sei mesi: “Ci sarebbe una corsa per accaparrarsi i modelli benzina e diesel di ultima generazione, nuovi o usati recentissimi, così che gli automobilisti potrebbero continuare a utilizzare ancora veicoli con questo tipo di alimentazioni”.
Tornando ai numeri contenuti nell’analisi, si è già detto che le elettriche “pure” rappresentano la quota minoritaria del segmento green, e solo in Valle d’Aosta e in Trentino-Alto Adige si supera l’1% sul totale di auto in circolazione. Se si considerano invece le ibride ed elettriche insieme, al primo posto troviamo sempre la Valle d’Aosta con il 19,5% delle vetture circolanti nella regione, seguita dal Trentino-Alto Adige (13,3%).
Al contrario, agli ultimi posti per incidenza di elettriche e ibride sul totale troviamo tutte regioni del Sud, tra cui la Campania (0,9%), il Molise (1,1%), la Sicilia (1,1%) e la Calabria (1,1%). Ed ancora, se guardiamo alle regioni che hanno registrato nel 2022 la crescita maggiore di auto ibride ed elettriche rispetto all’anno precedente, troviamo ancora la Valle d’Aosta e il Trentino-Alto Adige, aumentate rispettivamente del 158,1% e del 72,3%.
Un’ulteriore conferma della “vecchiaia” del parco auto italiano la si ottiene capovolgendo la prospettiva, ovvero andando a vedere l’incidenza sul totale delle classi d’appartenenza più datate. A livello quantitativo, il numero più alto di vetture collocate in classe Euro 0 e Euro 1 si registra in Campania (731.442) e Sicilia (567.676).
E anche se si considera il tasso di vetture Euro 0 e 1 sul totale in circolazione nella regione, il valore più alto si registra in Campania, con il 20,2%, seguita dalla Calabria (18,7%) e dalla Sicilia (16,5%). Invece, ancora una volta la situazione migliore è quella della Valle d’Aosta (2,7% di Euro 0 e 1 sul totale) e del Trentino-Alto Adige (3,3%).