Decarbonizzare i trasporti: tanta mobilità elettrica, pochi biocarburanti

Il position paper dell’Alleanza per lo sviluppo sostenibile contiene una proposta a governo, parlamento e forze sociali per l’aggiornamento del PNIEC nel settore della mobilità e dei trasporti
La decarbonizzazione dei trasporti per la transizione ecologica

Non è un mistero per nessuno che una parte fondamentale della transizione energetica si basa su un’autentica rivoluzione della mobilità, soprattutto grazie al passaggio dai mezzi alimentati con gli inquinanti e climalteranti combustibili fossili a quelli sospinti dalla trazione elettrica. Ma se appare abbastanza chiaro come succederà, c’è ancora bisogno di fare chiarezza sul quanto e sul quando. Proprio ciò di cui si è recentemente occupata Asvis, ovvero l’Alleanza per lo sviluppo sostenibile.

In occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2023, l’associazione ha presentato il proprio position paper dal titolo “La decarbonizzazione dei trasporti”. Un documento, redatto grazie al lavoro di molti esperti del settore, che rappresenta il fondamento di una proposta di aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) per il settore mobilità e trasporti da sottoporre a governo, parlamento e forze sociali.

Perché la revisione del PNIEC

Innanzitutto, va ricordato che la revisione del PNIEC è richiesta dall’Unione Europea agli Stati membri entro il 30 giugno 2023 e, sottolinea l’Asvis, “si rende ancor più necessaria a causa dell’aumento dell’ambizione delle politiche di riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra, previsto nel pacchetto Fit for 55, e del maggior ricorso alle energie rinnovabili a sua volta previsto con il piano RepowerEU del 2022”.

Da qui il lavoro del gruppo di esperti coordinati dall’Asvis, con la proposta di un nuovo PNIEC “centrato su strategie credibili, scalabili e determinanti per la decarbonizzazione del settore dei trasporti, abbandonando l’enfasi attribuita ai biocarburanti e in particolare a quelli non avanzati e talvolta di dubbia origine. La sostenibilità sociale della proposta dipenderà dal coraggio e dalla coerenza delle politiche industriali, nonché dall’offerta di un servizio di trasporto collettivo, condiviso, moderno e distribuito sul territorio nazionale”.

La mobilità elettrica da qui al 2030

Nel position paper dell’Asvis si stima che nel 2030 circoleranno per le strade italiane 6 milioni di auto elettriche, “perché tutte le principali case automobilistiche venderanno quasi solo modelli elettrici, soprattutto dopo il 2026, anno in cui si prevede il raggiungimento della parità di costo con le auto endotermiche”.

la crescita della mobilità elettrica

Ed ancora, nelle principali città italiane circoleranno 10.000 autobus elettrici (a cominciare da Milano, Torino, Roma e Napoli) e sulle strade nazionali viaggeranno 100.000 tra furgoni e camion elettrici. Ma soprattutto il traffico merci su ferrovia, a trazione elettrica, dovrebbe crescere al ritmo dell’8% all’anno, come peraltro già accaduto nel quadriennio 2019-2022.

Raddoppio dei consumi elettrici

L’espandersi della mobilità elettrica non è naturalmente un fenomeno fine a se stesso. Infatti, grazie ad esso i consumi di energia nel settore trasporti scenderanno dai 36 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) registrati nel 2021 ai 28,1 Mtep del 2030, il 22% in meno. Parallelamente, i consumi elettrici andranno oltre il raddoppio, da 11 TWh a 24 TWh, quest’ultimo un valore stimato nella revisione in atto del PNIEC perché in quello attuale per il 2030 è indicato un consumo elettrico di 16 TWh.

Altro dato significativo è quello che riguarda l’apporto delle fonti rinnovabili. L’elettricità per la mobilità prodotta in Italia nel 2021 era rinnovabile solo per il 35%, mentre alla fine del decennio si prevede che quella usata nei trasporti potrà e dovrà essere rinnovabile nella misura dell’80%. Grazie a tale crescita l’apporto delle rinnovabili nell’intero settore dei trasporti passerà dal 4,8% nel 2021 al 10% nel 2030.

L’impatto sulle emissioni di CO2

Altrettanto significativi i numeri relativi all’andamento delle emissioni di CO2, espressi in milioni di tonnellate. Se nel 2021 le emissioni del settore trasporti sono state pari a 103 Mt di CO2, già la “vecchia” versione del PNIEC indicava un calo fino a 82 Mt per la fine del decennio. Adesso, come specificato nel position paper dell’Asvis, il nuovo obiettivo per il 2030 dovrà essere di 77 Mt di CO2.

Gli obiettivi di riduzione CO2 - Asvis

Si tratta di un risultato futuro, che sarà reso possibile sia dalla progressiva crescita delle rinnovabili che dalla maggiore efficienza tecnologica nei trasporti, equivalente ad un abbattimento del 25% delle emissioni di CO2 in nemmeno un decennio. Il tutto in un comparto che nel 2021 ha emesso più CO2 di quanto avveniva trent’anni fa (102 Mt nel 1990).

Asvis: fare chiarezza sui biocarburanti

Infine, l’Asvis affronta il tema biocarburanti in modo molto critico, mettendo sul banco degli accusati il trascorso utilizzo massiccio del biodiesel all’olio di palma e derivati. Senonché, si legge nel position paper, “da quando si è documentato che l’olio di palma causa deforestazione nel sud-est asiatico e aumenta (triplica) le emissioni globali di CO2, le raffinerie italiane hanno cominciato a trattare oli usati di riciclo. Il 90% di origine dubbia (olio di palma) importato dalla Cina attraverso Spagna, Bulgaria e Austria e solo il 10% da raccolta differenziata nazionale”.

Da qui la richiesta dell’associazione di usare d’ora in poi solo biocarburanti “avanzati”, quelli derivati da rifiuti “veri”, cioè scarti non altrimenti utilizzabili, con meccanismi di certificazione che ne possano garantire la tracciabilità. Allo stesso tempo va concentrata “la sperimentazione di idrogeno verde e carburanti sintetici rinnovabili limitatamente ai trasporti non elettrificabili, come ad esempio l’aviazione e la navigazione di lunga distanza”.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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