Produzione di batterie per veicoli elettrici: ok Ue ad aiuto di Stato tedesco

La Commissione ha approvato una misura di aiuto di Stato tedesca da 902 milioni di euro a sostegno di Northvolt nella costruzione di un impianto di produzione di batterie per veicoli elettrici. Obiettivi: promuovere la transizione verso un'economia a zero emissioni nette ed evitare delocalizzazioni
Produzione di batterie per emobility in Europa: ok UE aiuti di Stato

A gennaio la Commissione Europea ha dato il via libera a un aiuto di Stato tedesco da 902 milioni di euro per sostenere la realizzazione a Heide (Germania del Nord) di un nuovo impianto di Northvolt, azienda svedese specializzata nella produzione di batterie ad alta efficienza per veicoli elettrici.

La decisione si inserisce nel quadro del Temporary Crisis and Transition Framework, adottato da Bruxelles lo scorso marzo con l’obiettivo di favorire il più possibile la messa in atto di programmi semplificati per diffondere tecnologie net-zero nei Paesi Membri.

Caratteristiche del nuovo impianto

L’impianto avrà una capacità di 60 GWh all’anno, un quantitativo di energia che consentirà di alimentare da 800 mila a 1 milione di veicoli elettrici ogni anno. Secondo le previsioni l’attività di produzione dovrebbe partire nel 2026 e dovrebbe raggiungere la piena capacità produttiva nel 2029.

Dei 902 milioni di euro totali, 700 milioni si tradurranno in una sovvenzione diretta, mentre gli altri 202 milioni andranno a confluire in una garanzia. Se non fosse arrivato il via libera dell’UE allo stanziamento di queste risorse, si legge in una nota della Commissione, Northvolt avrebbe realizzato l’impianto in America dove l’azienda avrebbe potuto usufruire delle sovvenzioni previste dall’Inflaction Reduction Act.

I punti chiave della valutazione della Commissione Europea

Nello specifico, la Commissione Europea ha valutato positivamente i seguenti aspetti:

  • la misura riguarda la produzione di batterie, soluzioni di importanza strategica per la transizione verso un’economia net-zero. Inoltre il progetto viene realizzato a Heide, una città situata in una zona svantaggiata in termini di aiuti di Stato. A ciò si aggiunge il fatto che senza queste risorse l’impianto sarebbe stato realizzato al di fuori dall’Europa
  • l’azienda beneficiaria si è posta l’obiettivo di costruire le batterie con un impatto in termini di CO2 significativamente inferiore rispetto ad altre aziende. La riduzione dell’impronta di carbonio viene ottenuta in particolare grazie alla scelta di utilizzare energia non fossile nella produzione e di puntare su una progettazione circolare del processo produttivo, compreso il riciclo dei materiali delle celle della batteria
  • la misura ha un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi all’interno dell’UE. In particolare la realizzazione dell’impianto di produzione di batterie non porterà a un eccesso di capacità nel mercato
  • l’aiuto è proporzionato e limitato al minimo necessario per innescare l’investimento in Europa e non rende l’investimento in Germania più redditizio dell’investimento negli Stati Uniti. Inoltre la misura non supererà l’importo della sovvenzione che Northvolt potrebbe ricevere in modo dimostrabile per l’investimento equivalente negli Stati Uniti
  • gli aiuti saranno concessi entro il 31 dicembre 2025.

Dalla Commissione ok a primo aiuto di Stato per evitare delocalizzazioni

La vice presidente della Commissione europea, Margrethe Vestager, responsabile per la concorrenza e il digitale, ha sottolineato in una nota come questa misura tedesca da 902 milioni di euro sia il primo aiuto individuale approvato. Le risorse stanziate, ha precisato, permetteranno alla Germania di sostenere la costruzione dell’impianto di produzione di Northvolt per la produzione di batterie per veicoli elettrici. Si tratta di un passo importante per l’elettrificazione dei trasporti in Europa che preserva al tempo stesso la parità di condizioni nel mercato unico.

Temporary Crisis and Transition Framework: cos’è e come funziona

La Commissione UE ha adottato il Temporary Crisis and Transition Framework per promuovere misure di sostegno in settori chiave per la transizione verso un’economia a zero emissioni nette, in linea con quanto stabilito dal piano industriale del Green Deal.

Il quadro modifica e proroga in parte il Temporary Crisis Framework adottato il 23 marzo 2022 con l’obiettivo di consentire agli Stati membri di utilizzare la flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato per sostenere l’economia nel quadro geopolitico complesso venutosi a creare a seguito della guerra della Russia contro l’Ucraina.

Il Temporary Crisis and Transition Framework è stato modificato il 20 novembre 2023 per prolungare di sei mesi un numero limitato di sezioni volte a fornire una risposta alla crisi energetica.

Tipi di aiuti che possono essere concessi

Diverse sono le tipologie di aiuto che possono essere concesse dagli Stati Membri nell’ambito di questo quadro normativo. Tra queste, solo per citare qualche esempio, ci sono:

  • aiuti destinati a compensare gli elevati prezzi dell’energia;
  • misure per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili;
  • norme per facilitare la decarbonizzazione dei processi industriali;
  • misure per favorire la riduzione della domanda di elettricità.

Via libera anche ad aiuti per tecnologie green di Francia e Italia

Semaforo verde dell’UE anche per le risorse stanziate da Francia e Italia per supportare le tecnologie verdi. Nello specifico la Commissione ha approvato, sempre nell’ambito del Temporary Crisis and Transition Framework, un programma francese che ammonta a 2,9 miliardi di euro in aiuti di stato da impiegare nella realizzazione di soluzioni per la clean eenrgy come pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore.

A fine dicembre Bruxelles ha inoltre dato l’ok – ai sensi delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato – a un regime di italiano di aiuti da 17,7 miliardi di euro a sostegno della costruzione e della gestione di un sistema di stoccaggio centralizzato dell’energia elettrica. Le risorse sosterranno la costruzione di impianti di stoccaggio dell’energia elettrica con una capacità congiunta superiore a 9 GW/71 GWh. Il regime rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2033.

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Monica Giambersio

Giornalista professionista e videomaker. Da anni si occupa di energia e transizione ecologica
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