Top Utility, in Italia vincono resilienza e innovazione

L’ultima analisi sulle Top Utility italiane evidenzia l’evoluzione degli ultimi dieci anni, tra investimenti e performance (nonostante la pandemia) e nuove sfide del Pnrr
Top Utility: i dati e le premiazioni dell'evento 2022

Il presente è difficile ma resiliente, il futuro chiede sostenibilità, digitalizzazione e cybersecurity: le Top Utility hanno “tenuto” nei periodi peggiori dell’emergenza covid e continuano a investire nell’innovazione. Un percorso evolutivo che possiamo leggere nei dati del decimo studio “Le performance delle utility italiane. Analisi delle 100 maggiori aziende dell’energia, dell’acqua, del gas e dei rifiuti” elaborato da Althesys in collaborazione con Utilitalia.

“L’ultimo anno ha rappresentato uno spartiacque – spiega Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys -. Il mondo post-pandemia non sarà più come prima, ma le top utility hanno reagito positivamente. Da questa edizione speciale, dove analizziamo anche gli ultimi dieci anni, emerge che il settore è in buona salute”. Le utility italiane hanno dunque dimostrato resilienza, migliorando le performance industriali e credendo nella ricerca e sviluppo. Vediamo come, nei risultati della Top 100: un valore di produzione aggregato pari a 88,7 miliardi di euro, ovvero il 5,3% del Pil italiano del 2020.

Investimenti e R&D “salvano” il 2020

Come vanno dunque le utility italiane? Come normale la pandemia ha colpito duramente i diversi mercati di riferimento, e nel 2020 ha provocato un calo di fatturato del 19% sul 2019. A incidere maggiormente il settore elettrico, che perde oltre il 22% rispetto all’anno precedente, condividendo con il gas (-6,7%) le conseguenze del crollo della produzione industriale e dei prezzi nei mercati energetici. Penalizzati – meno – gli altri comparti: le utility idriche registrano un -4,1% e le multiutility un -3%. Invariata la situazione del waste management.

Sul fronte investimenti, invece, la macchina delle Top Utility non si è fermata. I dati Althesys parlano di 7,2 miliardi di euro, sostanzialmente invariati sul 2019, a perimetro omogeneo. Quasi la metà arriva dalle grandi aziende elettriche (il 43,6%), con 3,2 miliardi di euro. Lieve flessione invece per le multiutility che, dopo il boom del 2019, riducono il proprio peso al 37% con 2,7 miliardi di euro investiti. Si conferma anche l’importanza delle attività di Ricerca e Sviluppo. Il 90% delle utility italiane ha dichiarato di aver svolto attività di ricerca. Il peso della R&S sul fatturato 2020 si attesta allo 0,26%, in lieve aumento rispetto all’anno precedente.

La prima Top Utility è Hera

Quali utility hanno “resistito” meglio? La presentazione del report, nel tradizionale evento Top Utility organizzato in collaborazione con Utilitalia, è stata anche occasione per premiare le migliori società dei servizi pubblici. A guidare la classifica delle 100 utility è il Gruppo Hera, primo tra le altre finaliste A2A, Iren, Lario Reti e Veritas.

Ecco le altre aziende vincenti, nelle diverse categorie:

  • Sostenibilità Xylem: Marche Multiservizi;
  • Comunicazione: Veritas;
  • Ricerca e Innovazione RSE: Gruppo Iren;
  • Consumatori e Territorio: Viva Servizi;
  • Performance Operative;
  • Diversity: Acquevenete.

Per celebrare il decennale del rapporto, al Gruppo Cap è andato infine il riconoscimento della società più premiata nella storia dell’iniziativa.

10 anni di sfide in energia, acqua, gas e rifiuti

Sempre in occasione del decimo anniversario del report Top Utility, gli analisti hanno voluto misurare lo stato del mercato a partire dal 2011. Ne risulta un settore complessivamente in salute. Se i ricavi sono progressivamente scesi, dai 111 miliardi di euro del 2011 ai 102 miliardi del 2019 (pre-pandemia), il settore realizza in genere buoni margini. Sostenuto, in particolare, l’andamento delle multiutility, che registrano un 17% medio di EBITDA/Ricavi. In generale, il ROI (Ritorno dell’Investimento) è superiore al 5% per tutti i comparti, eccezion fatta per le utility dell’energia elettrica, ferme al 3,5%. In costante declino, poi, la marginalità delle aziende del gas e, in modo meno marcato, dei gestori dei rifiuti.

Interessante anche l’evoluzione della gestione industriale delle maggiori utility italiane. Un generale miglioramento delle performance, soprattutto in campo idrico. Per i rifiuti, inoltre, l’aumento della raccolta differenziata passa in media dal 52% (2011) al 66% del 2020. Passando al gas, cinque anni fa per l’esecuzione di lavori semplici occorrevano mediamente più di cinque giorni, oggi ne servono 4,4. Non così performante l’energia elettrica: sia nell’attivazione sia nel ripristino fornitura i tempi sono in costante aumento dal 2018.

Il futuro delle Top Utility in 4 trend

La fotografia degli ultimi dieci anni è chiara. Ma cosa accadrà ora? Le Top Utility guardano al futuro con digitalizzazione e innovazione, ma anche cybersecurity e sostenibilità.

Digitalizzazione

Smart metering, produzione decentralizzata e interfacce digitali sono già oggi a disposizione di aziende e clienti. I processi interni saranno progressivamente gestiti con manutenzione predittiva, servizi a rete IoT e sistemi digitali di gestione delle flotte dei veicoli. Le top utility hanno anche avviato progetti per la digitalizzazione dei rapporti con la clientela: per il 78% delle aziende questi sono già operativi. L’84% degli intervistati nel comparto gas, acqua o energia elettrica ha anche attivo un sistema di smart metering. In generale, il 69% delle aziende afferma che il budget per la digitalizzazione nel prossimo triennio è destinato ad aumentare.

Innovazione smart

Soluzioni avanzate per la gestione attraverso big data, machine learning, blockchain, tecnologie cloud o reti neurali sono già adottate dal 58% delle utility. Quasi la metà utilizza predictive maintenance, droni, robot o realtà aumentata (AR) per fare manutenzione. Nel servizio idrico integrato, l’infrastruttura smart è un driver strategico per ridurre perdite e inefficienze. L’85% di queste utility ha infatti munito di sensoristica la maggior parte della rete fognaria.

Sicurezza informatica

La cybersecurity sta rapidamente diventando una delle preoccupazioni principali per le utility. Negli ultimi tre anni le utility italiane hanno subito quasi 290 attacchi, un dato in preoccupante crescita (+9%) in un solo anno per le aziende idriche. Nel 2020, il 53% delle imprese intervistate ha dichiarato di avere un’unità specificamente dedicata alla cybersecurity, mentre il 90% aumenterà gli investimenti in quest’area.

Sostenibilità delle top utility

I profili ESG (Environment, Social and Governance) sono un impegno prioritario per le utility operanti nell’idrico, nei rifiuti e nell’energia. Nel servizio idrico integrato è stabile l’energia consumata, pari a 1,1 kWh per metro cubo, e i servizi ambientali sono in miglioramento. Scende invece l’energia elettrica consumata, così come la CO2 emessa dai mezzi di raccolta e igiene urbana.

Basterà? Servono sinergie

Il documento di Althesys e Utilitalia racconta dunque un mondo delle utility molto cambiato, con apprezzabili progressi in molti campi. Le Top Utility sembrano anche aver abbracciato le linee di sviluppo green & digital per i prossimi anni. Grazie alle risorse del Pnrr, sarà inoltre possibile migliorare i servizi agli utenti, le performance ambientali e la qualità di vita nelle città. Resta da definire come queste traiettorie si andranno a innestare nella situazione economica e politica del periodo.

“Contro il caro bollette e guardando agli eventi straordinari degli ultimi giorni – conclude Giordano Colarullo, direttore generale di Utilitalia -, è necessario mettere in campo misure concrete per ridurre la dipendenza del Paese dal gas. Nel breve e medio periodo è altrettanto importante lavorare a patti territoriali che coinvolgano imprese ed enti locali in tema di energie rinnovabili”. In un orizzonte di medio periodo, inoltre, il mondo politico non può che ragionare su un ampio spettro di vettori a sostegno della transizione energetica. A cominciare da teleriscaldamento, valorizzazione dei rifiuti e biometano, che ha un potenziale di 8 miliardi di metri cubi (10% del fabbisogno nazionale). Il momento è particolarmente sfidante, ma le Top Utility hanno capacità di investire, in sinergia con le istituzioni, per mantenere il focus sugli obiettivi di sostenibilità e digitalizzazione.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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