Oltre il caro energia aumentando gli investimenti rinnovabili

Dal palco di Ecomondo - Key Energy, il punto della situazione sul caro energia, sulle possibili soluzioni e sul futuro della transizione energetica italiana
Caro energia: per superarlo bisogna investire molto di più nelle rinnovabili

Superare “indenni” il caro energia e raggiungere lo stesso gli obiettivi climatici? Si può fare, trasformando le complessità e i timori di oggi in un’ulteriore spinta agli investimenti rinnovabili.

L’appello viene dall’economista e ceo di Althesys Alessandro Marangoni, intervenuto a Rimini in occasione della fiera Ecomondo – Key Energy. “Per raggiungere gli obiettivi Ue serviranno investimenti pari a 145 miliardi di euro – spiega -. Uno stimolo al Pil e all’occupazione, contro la crisi dei mercati energetici e la ripresa dell’inflazione”. Insomma, la trasformazione del sistema energetico, ovvero la diffusione delle fonti rinnovabili, delle nuove tecnologie e delle politiche per contenere le emissioni di CO2, non è la responsabile dei rincari. Anzi, può contribuire a mitigarli.

Caro energia: i motivi e le dinamiche globali

Gli aumenti sono legati alla pressione su tutti i mercati delle materie prime, causata dalla ripresa economica più rapida delle attese. Prezzi in crescita e offerta bassa, ai quali si uniscono la situazione finanziaria critica della Cina e le speculazioni internazionali.

Il caro energia, dunque, si tradurrà in inflazione: l’industria potrebbe subire il colpo arrestando alcune produzioni, mentre le famiglie si trovano ad affrontare forti rincari su gas e luce nonostante le misure del Governo. Interventi efficaci (forse) nel breve periodo, non saranno risolutivi se la crisi delle materie prime dovesse durare a lungo.

L’Italia deve triplicare gli investimenti

Dall’altro lato ci sono le politiche green. Gli investimenti rinnovabili e la transizione energetica hanno rallentato la corsa, in tutto il mondo, a causa della pandemia. L’Europa ha fatto meglio di altre zone, ma deve comunque accelerare il ritmo di 2,5 volte rispetto agli ultimi cinque anni, se intende arrivare a emissioni nette zero al 2050.

L’Italia segue il trend Ue: bisogna moltiplicare per tre lo sforzo per arrivare all’obiettivo, con investimenti di circa 145 miliardi di euro al 2030. “I costi della transizione energetica vanno confrontati con quelli dell’inazione – precisa Marangoni -. Non affrontare la sfida climatica vuol dire incorrere in danni sociali ed economici difficili da stimare, ma sicuramente molto ingenti, che possono toccare fino al 5% del Pil”.

Priorità, aumentare il mix energetico

Come uscire dalla crisi dei prezzi e implementare al contempo l’energia pulita? Le priorità dettate da Althesys sono due:

  • aumentare la penetrazione delle fonti rinnovabili nel mix energetico, in particolare quelle elettriche;
  • elettrificare i consumi finali come mobilità e riscaldamento degli ambienti.

Inoltre, fare i conti con la transizione energetica significa anche comprendere il ruolo del gas naturale come ponte verso la decarbonizzazione, nonché il futuro di gas rinnovabili e idrogeno. Ugualmente, bisognerà gestire al meglio il fine vita di pannelli fotovoltaici, delle pale eoliche e delle batterie esauste.

Tante sfide per una sola grande esigenza: intervenire urgentemente anche sul piano istituzionale per trasformare il caro energia in opportunità economica, ambientale e sociale per il Paese.

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