Rinnovabili, in Italia forte ritardo nella realizzazione di nuovi impianti

Norme obsolete e frammentate, lentezza degli iter autorizzativi e lungaggini burocratiche frenano l’installazione di impianti fotovoltaici ed eolici. Il Report Scacco matto alle rinnovabili 2023 di Legambiente
Rinnovabili: progetti eolici e fotovoltaici

Nonostante l’emergenza climatica, la crisi energetica e la necessità di traguardare obiettivi di decarbonizzazione al 2030 sempre più sfidanti, anche nel 2022, in Italia l’effettiva realizzazione di nuovi impianti da fonti pulite “resta timida e insoddisfacente, quasi un miraggio”. A tracciare questo quadro è l’edizione 2023 del report “Scacco matto alle rinnovabili”, realizzato da Legambiente, secondo cui lo sviluppo di queste fonti di energia pulita continua a subire rallentamenti a causa di norme obsolete e frammentate, lentezza degli iter autorizzativi e lungaggini burocratiche di Regioni e Soprintendenze ai beni culturali.

Rinnovabili, 1364 impianti in lista d’attesa

Dai dati del report emerge in particolare come attualmente nel nostro Paese ci siano ben 1364 impianti di energia rinnovabile in stand by, ovvero in fase di VIA, di verifica di Assoggettabilità a VIA, di valutazione preliminare e di Provvedimento Unico in Materia Ambientale a livello statale. Di questi progetti il 76% è situato in Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna.

Numeri non in linea con i target al 2030

Questi numeri, come sottolinea il report “Scacco matto alle rinnovabili” di Legambiente, fanno comprendere come sia fondamentale dare una forte accelerata alle nuove installazioni per riuscire a rimanere in linea con i target sulle rinnovabili. Da questo punto vi sta, infatti, il nostro Paese deve cercare di fare di più.

Basti pensare che secondo gli ultimi dati aggiornati al 31 dicembre 2022 la potenza di energia rinnovabile installata in Italia sfiora i 64 GW. Questa quota di energia pulita ha coperto circa il 32% del fabbisogno nazionale di energia elettrica, pari a 316,8 TWh. Nel 2022, inoltre, la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata solo di 3.035 MW rispetto al 2021.

Tuttavia, secondo Legambiente questi numeri non sono sufficiente per raggiungere gli obiettivi climatici e di sviluppo delle rinnovabili. Il target al 2030 prevede infatti 85 nuovi GW, ovvero un’installazione media di poco meno di 10 GW all’anno a partire dal 2023. Ai ritmi attuali, invece, riusciremmo a raggiungere questo risultato solo tra 20 anni.

Grafico andamento rinnovabili elettriche
Grafico relativo all’andamento delle rinnovabili elettriche dal 2006 al 2022 – Fonte Scacco matto alle Rinnovabili 2023

Poche autorizzazioni agli impianti rinnovabili

Da un lato, dunque, ci sono molte richieste di autorizzazioni per impianti rinnovabili, dall’altro, però, questi progetti rimangono imbrigliati nella rete di una burocrazia troppo lenta. Nel 2022, ad esempio, solo l’1% dei progetti di impianti fotovoltaici ha ricevuto l’autorizzazione. “Si tratta del dato più basso degli ultimi 4 anni se si pensa che nel 2019 a ricevere l’autorizzazione sono state il 41% delle istanze, per poi scendere progressivamente al 19% nel 2020 e al 9% nel 2021”, si legge nel report di Legambiente.

Progetti fotovoltaici: la situazione
Progetti fotovoltaici: la situazione relativa a autorizzati, in fase di autorizzazione e bloccatiFonte Scacco matto alle Rinnovabili 2023

Un dato ancora peggiore è registrato dall’eolico on-shore. In questo settore la percentuale di autorizzazioni rilasciate nel 2019 era del 6%, per poi scendere al 4% nel 2020, all’ 1% nel 2021, fino ad arrivare allo 0% nel 2022.

Situazione progetti eolico onshore
Eolico onshore: la situazione relativa a autorizzati, in fase di autorizzazione e bloccati – Fonte Scacco matto alle Rinnovabili 2023

Non è colpa delle imprese e dei cittadini

Altro dato rilevante emerso dal report dei Legambiente è il fatto che questo stallo nella realizzazione di nuovi impianti non dipende dalle imprese né dai cittadini. Le aziende si mostrano infatti sempre più disposte ad accettare sfide poste dalla transizione ecologica e a investire nelle rinnovabili. Sono infatti oltre 1.300 i progetti in attesa di valutazione.

Analogamente, lato cittadini, il cosiddetto effetto Nimby (Not In My Back Yard) coinvolge solo una minoranza di persone ed è, secondo Legambiente, soprattutto espressione della mancanza di regole certe, chiare e trasparenti in grado di guardare agli obiettivi di decarbonizzazione e una corretta valorizzazione dei territori.

Necessaria una politica incentrata sulla decarbonizzazione

Per cercare di abbattere gli ostacoli che frenano lo sviluppo delle rinnovabili, secondo il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, è indispensabile che il Governo metta in campo una politica di breve, medio e lungo periodo, incentrata sugli obiettivi di decarbonizzazione non più rimandabili.

Nello specifico è necessario semplificare l’iter dei processi autorizzativi per garantire certezza dei tempi e potenziare gli uffici delle Regioni che rilasciano le autorizzazioni affinché gestiscano meglio i progetti che si stanno accumulando. Oltre a questo bisogna riordinare la normativa sulle rinnovabili e aggiornare il PNIEC rispondendo al nuovo scenario energetico, con l’obiettivo di raggiungere i target di decarbonizzazione al 2035 e di far penetrare il più possibile le rinnovabili nei territori.

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Monica Giambersio

Giornalista professionista e videomaker. Da anni si occupa di energia e transizione ecologica
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