Guardare oltre il Superbonus per la riqualificazione degli immobili  

Con la maxi-agevolazione in fase terminale, Coordinamento FREE lancia alcune proposte per scongiurare una drastica frenata dell’edilizia e procedere in modo incisivo nell’efficientamento energetico
Riqualificazione energetica: guardare oltre il superbonus

Prendersela con il Superbonus, lamentando lo sconquasso generato nei conti pubblici, è ormai divenuto una sorta di tiro al piccione da parte del governo e di molti partiti politici. Sicuramente più comodo, invece, non aggiungere un “piccolo” dettaglio, ovvero che la maxi-agevolazione con recupero fiscale al 110% rappresenta solo il primo dei provvedimenti che saranno necessari per tradurre in pratica le pressanti richieste dell’Unione Europea in tema di efficientamento energetico degli edifici.

Una situazione che appare chiarissima al Coordinamento FREE (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica). Un gruppo, attualmente composto da 26 fra società, enti e associazioni attive in toto o in parte nel settore dell’energia rinnovabile e dell’efficientamento, che ha fra l’altro lo scopo “di promuovere lo sviluppo delle rinnovabili, dell’efficienza energetica, della decarbonizzazione dell’economia e del taglio delle emissioni climalteranti, nel quadro di un modello sociale ed economico ambientalmente sostenibile”.

Guardare al futuro partendo dal Superbonus

Dal Coordinamento FREE, oltre che una valutazione degli effetti del Superbonus, arrivano una serie di proposte per guardare avanti nella riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare italiano. Un compito, peraltro, di enorme complessità se è vero che, in base al testo attuale, la Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici in via di approvazione metterà “fuorilegge” entro il 2030 le certificazioni energetiche di oltre dieci milioni di unità immobiliari in Italia.

Superbonus 110%: Decreto Asseverazioni e Decreto Requisiti Ecobonus

“Non è nostro compito – afferma il presidente del Coordinamento FREE, Attilio Piattelli – entrare nel merito se sia stato corretto o meno intervenire sulla rimodulazione del Superbonus 110% e interrompere il meccanismo della cessione del credito, ma è invece utile richiamare velocemente quelli che, a nostro parere, sono stati gli aspetti positivi e negativi dovuti al Superbonus per avere bene in mente ciò che va possibilmente salvaguardato e ciò a cui invece bisogna fare attenzione con l’introduzione di misure alternative e con una prospettiva di lungo periodo, per salvaguardare sia le imprese sia il processo di decarbonizzazione”.

Aspetti positivi e negativi del Superbonus

Per quanto riguarda gli aspetti positivi prodotti dal Superbonus 110% e dalla cessione del credito, il Coordinamento FREE indica:

  • stimolo e rilancio dell’economia in un periodo di crisi post covid, soprattutto per le PMI;
  • grande attenzione e stimolo alla riqualificazione energetica degli immobili;
  • sviluppo della filiera a 360°: crescita della capacità di progettazione e messa a punto di soluzioni tecniche di efficientamento energetico, crescita delle competenze per la realizzazione e installazione delle soluzioni di efficientamento, sviluppo di una solida filiera nazionale di produzione di componenti per l’efficientamento energetico;
  • facilità di accesso all’utilizzo dei fondi disponibili perché non richiesto alcun impegno finanziario (o impegno molto basso) da parte dei beneficiari delle misure.

Andando invece a valutare gli aspetti negativi generati dalla combinazione Superbonus 110% + cessione del credito, il Coordinamento FREE elenca:

  • spesa per lo Stato oltre le previsioni;
  • aumento generalizzato dei prezzi di mercato degli interventi;
  • misura sentita come temporanea e quindi maggiore attenzione alla velocità di esecuzione, in alcuni casi a scapito della qualità;
  • poca attenzione a premiare le soluzioni più efficienti dal punto di vista energetico e ambientale (es. interventi di riqualificazione energetica ammessi alle stesse condizioni anche sulle seconde case, con distrazione di fondi da interventi che avrebbero potuto portare maggiori benefici di riduzione delle emissioni, attenzione al solo salto di classe energetica senza maggior premio per raggiungimento delle classi più alte).

Attività nell’edilizia a rischio

Essendo il Superbonus ormai giunto nella sua fase terminale, il Coordinamento FREE paventa uno scenario di drastica riduzione degli interventi di riqualificazione degli immobili già a partire dal 2024, con il serio rischio di generare un forte contraccolpo a tutte le imprese, soprattutto PMI, oggi attive nella filiera delle costruzioni e ristrutturazioni.

Una contrazione dell’attività edile che, oltre agli effetti economici, “impedirebbe il rinnovamento di cui i nostri immobili necessitano per risultare più sicuri, resistenti (sisma ed eventi climatici estremi), confortevoli ed economici nella gestione. Inoltre, avrebbe un forte contraccolpo sugli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra”.

Superare le barriere finanziarie

Da qui le proposte del Coordinamento FREE “ volte a mitigare tutti i possibili effetti negativi nell’edilizia, con l’obiettivo di facilitare l’accesso agli interventi, superare, quando necessario, le barriere finanziarie che scoraggiano molti soggetti, dare degli strumenti di lungo respiro che diano stabilità nel tempo ai settori coinvolti, senza però trascurare l’esigenza prioritaria di ridurre la spesa per lo Stato a parità di interventi eseguiti”.

Una prima proposta è quella di associare gli incentivi, come le detrazioni fiscali e il conto termico, a misure volte a superare la barriera finanziaria rappresentata del dovere anticipare tutte le spese legate all’intervento di riqualificazione, spese peraltro rese ancor più onerose dall’aumento dei tassi di interesse. Più in generale occorre pensare a “politiche di supporto che si rivolgano a tutte le fasce di utenza, a partire dalla classe media fino ad arrivare a chi versa in condizioni di ristrettezze economiche”.

Un piano di medio/lungo periodo

C’è poi l’aspetto della tempistica, con le nuove politiche di supporto che andranno inserite in un piano di medio/lungo periodo, perlomeno fino al 2030, “in modo da favorire un positivo e sano rafforzamento della filiera delle costruzioni, con la previsione di meccanismi di valutazione e integrazione che favoriscano la loro efficacia”.

Coordinamento FREE entra poi nel dettaglio del recupero fiscale proponendo una rimodulazione delle detrazioni fiscali affinché premino le soluzioni più efficaci ed impattanti in termini energetico-ambientali, con un intervallo di detrazioni compreso fra il 55% e l’80%. Inoltre, sarebbe opportuno prevedere l’ampliamento del conto termico “affinché copra anche il settore privato in merito agli interventi di riqualificazione energetica e possa essere impiegato dai soggetti che non sono ammessi alle detrazioni fiscali (per incapienza, regime impositivo, etc.)”.

Mutui “verdi” e titoli di Stato

Fra gli spunti più interessanti per la futura riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare nazionale, c’è l’idea di un accordo con ABI (Associazione Bancaria Italiana) per introdurre mutui “verdi” dedicati alla riqualificazione edilizia e quindi slegati dai tradizionali finanziamenti erogati per l’acquisto delle unità immobiliari.

Infine, Coordinamento FREE invita a “valutare la possibilità di usare emissioni di titoli di Stato dedicati alla copertura della spesa pubblica collegata alle misure di supporto per la riqualificazione dell’edilizia”.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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