Si chiama Net-Zero Industry Act ed è un ulteriore tassello della transizione energetica del nostro continente che va a irrobustire uno dei comparti fondamentali per il suo compimento, quello industriale. Un’iniziativa che ha ricevuto da poco il suo definitivo via libera da parte del Consiglio dell’Unione Europea, con la sola astensione del Belgio, dopo l’accordo provvisorio che era stato raggiunto a febbraio dal Consiglio stesso con il Parlamento europeo.
Il Net-Zero Industry Act è un regolamento che mira a promuovere la diffusione industriale delle tecnologie a zero emissioni nette necessarie per conseguire gli obiettivi climatici dell’Unione Europea, sfruttando la forza del mercato unico per consolidare la leadership dell’Europa nell’ambito delle tecnologie industriali green.
In particolare, il comunicato del Consiglio dell’Unione Europea spiega le modalità con le quali il regolamento sull’industria a zero emissioni nette creerà condizioni favorevoli per gli investimenti nelle tecnologie verdi:
Jo Brouns, ministro fiammingo dell’Economia che ha partecipato alla riunione del Consiglio UE che ha dato il definitivo via libera, ha spiegato che “il Net-Zero Industry Act è tra le pietre miliari di una nuova politica industriale. Questo atto giuridico aiuterà l’Europa ad assumere la leadership nella corsa globale alle tecnologie verdi”.
Lo stesso Brouns ha sottolineato che, anche grazie a questo provvedimento, diventerà più agevole “far sì che il contributo dell’Unione Europea alla lotta contro i cambiamenti climatici possa anche ridurre le nostre dipendenze, rafforzare la nostra autonomia strategica e concorrere a creare crescita e occupazione in Europa”.
Per promuovere l’innovazione, il Net-Zero Industry Act propone fra l’altro di istituire quadri normativi favorevoli allo sviluppo, alla sperimentazione e alla convalida di tecnologie innovative. Contesti definiti come “spazi di sperimentazione normativa” che andranno a beneficio della produzione industriale dell’Unione Europea.
Un aspetto importante del nuovo regolamento sull’industria a zero emissioni nette è quello relativo alla cattura dell’anidride carbonica per ridurre le emissioni climalteranti. Viene infatti prevista “una capacità di iniezione annuale” pari ad almeno 50 milioni di tonnellate di CO2 da conseguire entro il 2030 in siti di stoccaggio geologico situati nel territorio dell’Unione Europea.
Precedentemente alla definitiva approvazione del Net-Zero Industry Act, la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, aveva rimarcato la necessità di un provvedimento “che ci consenta di accelerare la transizione verso l’energia pulita. La normativa sull’industria a zero emissioni nette ha proprio questo obiettivo, creare le migliori condizioni per i settori che sono fondamentali per azzerare le emissioni nette entro il 2050”.
Essenziale quindi, nella visione della von der Leyen, sviluppare “tecnologie come le turbine eoliche, le pompe di calore, i pannelli solari, l’idrogeno rinnovabile nonché lo stoccaggio dell’anidride carbonica. La domanda di queste tecnologie è in crescita in Europa e nel mondo: interveniamo ora per poter conciliare meglio questa domanda con l’offerta europea”.
Il Net-Zero Industry Act prevede che i progressi verso il conseguimento degli obiettivi saranno misurati sulla base di due parametri indicativi:
31 Marzo 2023
Aumentare la produzione europea entro il 2030 delle tecnologie necessarie per il raggiungimento della neutralità climatica: la commissione europea presenta il Net-Zero Industry Act
Per riuscire a traguardare gli obiettivi di transizione ecologica e rendere il sistema energetico europeo resiliente, sicuro e sostenibile, uno degli elementi chiave è il potenziamento della produzione, all’interno dei confini UE, di tutte quelle tecnologie pulite che consentano di avviare in modo efficace progetti net-zero, in grado di raggiungere la neutralità climatica. Per cercare di dare un’accelerata alla diffusione di queste soluzioni green, la Commissione Europea ha presentato, il 16 marzo, il Net-Zero Industry Act, una proposta che punta a dare solidità a questo settore industriale, attraendo sempre più investimenti in questo comparto.
In generale, a creando le migliori condizioni per favorire lo sviluppo di tutte quelle tecnologie cruciali per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050: turbine eoliche, pompe di calore, pannelli fotovoltaici, soluzioni per a produzione di energia da idrogeno rinnovabile e stoccaggio di CO2.
Nello specifico il documento indica un target ben preciso da raggiungere: coprire entro il 2030 il 40% del fabbisogno di queste innovazioni in UE.
Tutte queste misure si inseriscono nel quadro più ampio di una strategia ben precisa, che punta a potenziare il ruolo dell’UE nell’offerta di tecnologie per la neutralità climatica, in un contesto di continua crescita della domanda di queste soluzioni in Europa e a livello globale.
In quest’ottica il Net-Zero Industry Act, presentato a metà marzo, va ad affiancarsi alla proposta di una legge europea sulle materie prime critiche e alla riforma dell’assetto del mercato dell’elettricità. Misure che puntano a delineare uno scenario chiaro per ridurre la dipendenza dell’UE da importazioni di tecnologie per la decarbonizzazione.
Un punto chiave, in particolare, per perseguire questo scopo è quello di puntare su una visione strutturata e caratterizzata da uno sguardo lungimirante, che consenta di ottenere una maggiore resilienza delle catene di approvvigionamento di energia. In sostanza bisogna agire per tempo evitando di dover poi gestire situazioni critiche in futuro, una lezione di cui è stata compresa l’importanza grazie a eventi disruptive come la pandemia e la crisi energetica, che hanno portato alla necessità di interventi emergenziali.
Ma, in concreto, quali sono i pilastri su cui si basa il Net-Zero Industry Act? Il documento sottolinea:
Altre questioni di primaria importanza, menzionate del documento, sono poi l’accelerazione della diffusione delle tecnologie per la cattura della CO2 e la necessità di garantire una forza lavoro altamente qualificata per operare nel settore delle tecnologie per la neutralità climatica.
Sul primo punto, in particolare, viene fissato l’obiettivo per i Paesi UE di raggiungere una capacità di iniezione annuale di 50 milioni di tonnellate di anidride carbonica in siti strategici di stoccaggio di CO2 entro il 2030, con contributi proporzionali da parte dei produttori di petrolio e gas dell’UE. Questa misura punta a eliminare un importante ostacolo allo sviluppo della cattura e dello stoccaggio di CO2, in particolare per i settori ad alta intensità energetica difficili da decarbonizzare.
Sul fronte delle competenze, invece, la priorità indicata dal Net-Zero Industry Act è quella di garantire la presenza di una forza lavoro qualificata a sostegno della produzione di tecnologie green in UE. Nello specifico il riferimento è alla creazione di accademie industriali Net-Zero, con il sostegno e la supervisione della piattaforma Net-Zero Europe. Questi centri di formazione contribuiranno a creare posti di lavoro di qualità in questi settori essenziali acclarando ulteriormente il processo di transizione ecologica.
Un’altra misura citata dal Net-Zero Industry Act riguarda poi l’istituzione di sandbox normativi per testare tecnologie innovative a zero emissioni e stimolare l’innovazione, in condizioni normative flessibili. A questa iniziativa si aggiunge poi la creazione di una piattaforma Net-Zero Europe, che aiuterà la Commissione e gli Stati membri a coordinare le azioni e scambiare informazioni, anche in merito ai parternariati industriali Net-Zero.
Quest’approccio sinergico sarà declinato nei termini di una collaborazione tra la Commissione Europea e gli Stati membri, finalizzata a garantire la disponibilità di dati per monitorare i progressi verso gli obiettivi del Net-Zero Industry Act.
La piattaforma favorirà gli investimenti, fornendo un quadro dettagliato delle diverse esigenze finanziarie, delle criticità da superare e delle best practice dell’UE. Un punto chiave sarà in particolare la creazione di sinergie virtuose tra i diversi settori net-zero europei attraverso il ricorso alle alleanze industriali.