
L’adozione del V2X in Italia promette di avere importanti conseguenze innanzitutto per la sicurezza stradale. Ma l’impiego delle tecnologie Vehicle-to-Everything consentirà di migliorare anche la sostenibilità, in termini di maggiore efficienza del traffico e di riduzione dei consumi e delle emissioni.
“La connettività dedicata ai veicoli consente di mettere a fattore comune le diverse tecnologie e di rendere più efficienti e sostenibili i sistemi. La chiave è andare verso una mobilità cosiddetta smart, sostenibile, efficiente e sicura”, ha spiegato Monica Nicoli, docente di Ingegneria delle Comunicazioni al Politecnico di Milano e responsabile scientifico dell’Osservatorio Connected Car & Mobility.
Quanto sia rilevante l’adozione di sistemi V2X per la sicurezza stradale lo si riconosce un po’ in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, la National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) ha stimato che l’implementazione di due applicazioni di sicurezza V2X, in termini di assistenza al movimento agli incroci e alla svolta a sinistra, avrebbero evitato da 439mila a 615mila incidenti (corrispondenti al 13-18% del totale), salvato fino a 1366 vite e consentito un risparmio derivante dalla riduzione degli incidenti tra 55 e 74 miliardi di dollari.
Lo Commissione Europea ha sottolineato il contributo dei Sistemi di Trasporto Intelligenti (ITS) per contare su un sistema di trasporto “più pulito, sicuro ed efficiente”. Sul tema è stata adottato, nel 2010, un quadro giuridico (la Direttiva ITS) finalizzato ad accelerare la diffusione di queste tecnologie di trasporto innovative in tutta Europa. Nel 2023 è stata varata la nuova Direttiva (UE) 2023/2661, che ha aggiornato la precedente, per adattarsi all’emergere di nuove opzioni di mobilità stradale e per stimolare la più rapida implementazione di nuovi servizi intelligenti. Nell’occasione, la piattaforma europea C-Roads – iniziativa congiunta dei Paesi UE – ha accolto con favore l’adozione della revisione della Direttiva ITS, ricordando che l’Europa conta su più di 100mila km di strade, che coprono 18 paesi europei, abilitati ai servizi V2X. Inoltre, oltre 50 città europee stanno per implementare servizi C-ITS/V2X sulle proprie reti di trasporto, che includono anche servizi multimodali.
Il nostro Paese è da tempo attivo su iniziative di sperimentazione e test delle tecnologie V2X in Italia. Lo sviluppo di sistemi intelligenti (Intelligent Transport Systems), che applicano diverse tecnologie ICT su tutte le modalità di trasporto passeggeri e merci, procede per fasi, ha fatto notare Nicoli. Quella attuale è la fase della consapevolezza, mirata a connettere veicoli, strade, utenti per aumentare le informazioni su quello che accade nello scenario stradale, contando così su informazioni utili per servizi utili alla sicurezza o alla gestione del traffico.
Si lavora all’integrazione dei dati provenienti dalle reti nei sistemi ITS. Le fasi successive, man mano che la guida diventerà più automatizzata, prevedono la condivisione dei dati dei sensori di bordo per una cooperazione nella visione e nelle traiettorie pianificate, fino ad arrivare idealmente al loro coordinamento e sincronizzazione. Seppure si parli di futuro, già oggi è in definizione la tecnologia di comunicazione necessaria. Gli enti di standardizzazione stanno definendo, infatti, le tecnologie 5G Advanced V2X che sosterranno le fasi future.
Tra i progetti avviati in ambito V2X in Italia si sta sviluppando un’infrastruttura Smart Road basata sul 5G Advanced, sotto forma di prototipi radio-programmabili, per proteggere il pedone che attraversa la strada, localizzandolo e allertando il veicolo, che frena automaticamente.
“In esso sono presenti componenti di guida autonoma, di sensing, di connettività. La novità è che il 5G viene usato anche per localizzare con precisione il pedone dove il GPS non arriva o non lo fa rapidamente”, ha illustrato la docente esperta.

C’è poi un progetto, sviluppato dal Centro nazionale per la mobilità sostenibile (MOST) in collaborazione con Movyon, Pirelli e il Politecnico di Milano che vede l’impiego di pneumatici intelligenti, provvisti di sensori annegati all’interno, che rilevano fenomeni come l’acquaplaning e altre anomalie, come pure la temperatura, lo stato della pavimentazione. Questi sensori sono connessi direttamente con l’infrastruttura, permettendo così di avere informazioni in tempo reale utili sulle condizioni stradali e del veicolo, rilevando potenziali anomalie e potendo fare manutenzione predittiva.

Il Politecnico, in collaborazione col Comune di Milano sta lavorando, con finanziamenti PNRR nell’ambito del Living Lab Milano con la realizzazione e sperimentazione di due casi d’uso di servizi. Uno verte sull’efficienza del traffico e riguarda la regolazione della velocità del veicolo per sincronizzarsi con le fasi semaforiche, così da ridurre consumi ed emissioni. L’altro sfrutta i sensori già presenti nell’area urbana milanese per rilevare la presenza di pedoni o ciclisti e informare i veicoli di passaggio del possibile attraversamento della sede stradale, migliorando la sicurezza stradale.

C’è poi il progetto della corsia dinamica, la corsia di emergenza che, in base alla necessità di traffico, può essere temporaneamente trasformata in una corsia di marcia aggiuntiva. La sperimentazione riguarda un tratto della A4 tra Milano Certosa e Sesto San Giovanni. La finalità è far arrivare l’informazione di apertura e chiusura della corsia dinamica direttamente al veicolo usando il V2X, migliorando così la percezione da parte dell’utente. L’ipotesi è anche di estendere ad altri segmenti autostradali, idea avvallata anche dal positivo riscontro di un’altra sperimentazione nella tangenziale di Napoli.

L’impiego del V2X in Italia sarà utile anche per tracciare in tempo reale i veicoli che trasportano merci pericolose, sapendo a che distanza viaggiano l’uno dall’altro, soprattutto quando entrano in galleria. “Abbiamo riscontrato, dall’analisi dei dati, su una galleria di 2 km della rete autostradale, che il 3% di questi veicoli viaggia in realtà a meno di 200 m di distanza l’uno dall’altro. Abbiamo realizzato un sistema di messaggistica V2X per tenere traccia e l’abbiamo sperimentato sul campo”, ha esposto Nicoli.

Per abilitare servizi di V2X in Italia è necessario poter contare sui dati.
“In futuro da questi veicoli avremo dati, molto più dettagliati del GPS. I messaggi che si scambiano veicoli e strada offrono informazioni sull’accelerazione, sulla velocità, e possono essere usati per rilevare eventuali anomalie nel comportamento del veicolo o magari lungo tutto il tratto di una strada, potendo intervenire prontamente”.
Un aspetto importante in tema V2X riguarda la localizzazione, ovvero la conoscenza precisa della posizione dei veicoli, dei pedoni, prospettiva di interesse crescente specie considerando l’avvento delle auto a guida autonoma. «In una sperimentazione condotta in una galleria, nella A26, abbiamo provato la guida autonoma senza GPS, mediante segnali 5G provenienti da stazioni a bordo strada e che possono essere usate per la trilaterazione, consentendo la navigazione in modalità completamente autonoma per tutta la galleria, garantendo adeguata precisione», ha concluso Nicoli, ricordando l’importanza di una collaborazione tra tutti gli attori della filiera.
