L’impatto negativo del lockdown sull’efficienza energetica

Lo studio dell'agenzia Internazionale per l'Energia evidenzia nel 2020 un evidente rallentamento globale della riqualificazione del settore edilizio
Mercato immobiliare in funzione delle caratteristiche energetiche degli edifici

Avviato un 2021 che tutti si augurano migliore del suo predecessore, si è iniziato a far di conto su quel che è realmente stato il 2020. Così sta accadendo anche per il settore dell’edilizia che ha pagato uno scotto pesante anche sul fronte della decarbonizzazione. A confermarlo uno studio dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) illustrato durante il webinar “Efficienza energetica negli edifici: trend globali, strumenti, strategie e supporto alla decarbonizzazione”, organizzato dalla Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali a Parigi in collaborazione con ENEA.

Un trend di crescita insufficiente

Cominciamo col dire che in tema di miglioramento dell’intensità energetica degli edifici le cose non vanno come dovrebbero a partire dal 2015, con un evidente rallentamento della necessaria opera di “bonifica” immobiliare. Necessaria perché per raggiungere gli obiettivi globali di lungo termine posti dalle politiche climatiche l’intensità energetica dovrebbe migliorare di almeno un 3/4% all’anno. Ebbene, per quanto riguarda lo scorso anno, l’indagine dell’AIE indica un trend di miglioramento dell’intensità energetica addirittura al di sotto del punto percentuale.

Un andamento insoddisfacente sul quale ha inevitabilmente influito la pandemia. In particolare, il regime di lockdown ha impedito a lungo l’accesso agli edifici residenziali con vari effetti negativi. Fra questi il ritardo negli interventi di efficientamento – dall’installazione di contatori intelligenti per digitalizzare il controllo energetico ad altre opere come la manutenzione o la sostituzione di impianti di riscaldamento/raffrescamento -, nonché il rinvio o la cancellazione degli interventi di maggiore impatto come le ristrutturazioni.

Efficienza energetica: riduzione degli interventi di riqualificazione energetica

Il ruolo negativo dello smart working

Il dilagare della pandemia ha poi provocato un altro effetto negativo, non altrettanto intuitivo come quelli appena descritti. Infatti, a rallentare il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici c’è stato anche lo smart working. Il report dell’AIE sottolinea come il telelavoro ha alterato in due modi i consumi energetici nelle abitazioni, aumentandoli e cambiandone le tempistiche. Questo significa che le attività a più alto consumo energetico, prima concentrate nel fine settimana, si sono spostate nei giorni infrasettimanali.

Dallo studio dell’Agenzia Internazionale per l’Energia emergono ulteriori elementi significativi. Nel 2020, e specificamente durante il lockdown, si è registrata una significativa traslazione dei consumi energetici, con una riduzione negli edifici commerciali, rimasti chiusi per alcuni mesi dell’anno scorso, ed un corrispondente aumento negli edifici residenziali. Ed ovviamente, nel settore commerciale ma anche nel manufatturiero, le attività che sono rimaste aperte durante il lockdown si sono caratterizzate per una maggiore intensità energetica.

Consumi energetici: aumento di quello domestico per il lockdown

Nel 2020 annunciati molti investimenti per l’efficienza

Dalla pandemia sono però scaturite delle decisioni politiche che nei prossimi anni dovrebbero avere degli effetti fortemente positivi. L’AIE sottolinea come sia in termini di proposte di misure ed interventi, sia in termini di investimento e di politiche pubbliche, le risorse destinate al miglioramento dell’efficienza energetica rappresentano di fatto la più ampia categoria di spesa, questo considerando il settore degli edifici unito a quello dei trasporti.

Tutto ciò si traduce in un enorme potenziale anche sotto il profilo della creazione di posti di lavoro associati alla ripresa sostenibile. Nel dettaglio, il report stima che le misure di sostegno alla crescita annunciate dai governi nel corso del 2020 possono creare circa due milioni di posti di lavoro in tre anni. Ma, aggiunge l’AIE, con un ulteriore aumento degli investimenti e sfruttando completamente il potenziale dell’edilizia e dei trasporti, l’aumento dell’occupazione potrebbe essere addirittura triplicato.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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