Per Enea si è trattato sicuramente del report più “estremo” fra quelli che l’Ente rilascia con cadenza trimestrale. Il motivo, naturalmente, sta nel durissimo impatto del coronavirus sul sistema economico e sociale del nostro Paese nei mesi che vanno da aprile a giugno. E così, l’ultima Analisi trimestrale del sistema energetico italiano abbonda di iperboli, ma non tutte di valenza negativa, specie per quanto riguarda le rilevazioni legate all’andamento della green economy.
“I cali di consumi energetici e di emissioni sono senza precedenti – ha spiegato Francesco Gracceva, il ricercatore Enea che ha curato l’Analisi -. E, anche nell’ipotesi ottimistica di un ritorno alla normalità nella seconda parte dell’anno, a fine 2020 la flessione sarà probabilmente superiore al record negativo del 2009 (-6% dei consumi di energia)”. È seguita, però, una considerazione molto significativa: “Le emissioni sono diminuite più dei consumi di energia in quanto si è ridotto principalmente il ricorso alle fonti fossili con maggiore intensità carbonica, come carbone e petrolio”.
Il dato più eclatante contenuto nel report è il calo record dei consumi energetici, addirittura un -22% nel secondo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Il picco negativo è stato raggiunto ad aprile (-30%), un mese trascorso in lockdown da tutto il Paese, mentre su base semestrale la riduzione è stata del 14% rispetto alla prima metà dell’anno scorso.
Il crollo dei consumi è stato però caratterizzato da un’importante dinamica interna, legata alle diverse modalità di approvvigionamento ed utilizzo delle varie fonti energetiche. Infatti, il forte calo dei consumi di energia elettrica (-13%) si è accompagnato con una forte crescita percentuale del “peso” delle fonti rinnovabili. Basti pensare che quest’ultime nel mese di maggio hanno soddisfatto oltre il 50% della domanda di elettricità (il 20% da eolico e solare), raggiungendo un nuovo massimo storico.
In termini assoluti, lo studio Enea indica che nei mesi da aprile a giugno si è registrato un aumento del 7% dei consumi da fonti rinnovabili. Ma a determinare la loro crescita percentuale molto più sostenuta c’è stato il parallelo crollo delle fonti fossili. In particolare, nel secondo trimestre la domanda di petrolio è diminuita del 30%, quella di gas naturale del 18% mentre le importazioni di energia elettrica sono crollate del 70%.
Da notare come sia attesa una decisa inversione di tendenza nella seconda parte dell’anno, con le stime preliminari che già evidenziano consumi di energia in ripresa a luglio rispetto ai mesi precedenti, anche se restano molto inferiori rispetto ai livelli del luglio 2019. Fra gli indicatori della ripresa c’è il traffico stradale, ormai vicino ai livelli dell’anno scorso per i veicoli pesanti, e il traffico aereo, raddoppiato in luglio rispetto al mese precedente.
Un altro capitolo importante dell’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano è quello relativo all’andamento delle emissioni inquinanti, anch’esso fortemente influenzato dal lungo regime di lockdown. Nel dettaglio, Enea ha rilevato una grande diminuzione delle emissioni di anidride carbonica, con il -26% registrato nel secondo trimestre che impatta notevolmente pure sul bilancio della prima metà dell’anno (-17%).
Un crollo, quello delle emissioni di CO2, che non autorizza però ad abbassare la guardia sul fronte della decarbonizzazione, come ha sottolineato lo stesso Gracceva: “È plausibile che in uno scenario di ritorno dell’attività economica sui livelli pre-crisi, la traiettoria delle emissioni torni a discostarsi dagli obiettivi al 2030, soprattutto se si confermasse il trend degli ultimi anni con un modesto disaccoppiamento tra andamento dell’economia e consumi di energia”.