Il futuro delle infrastrutture passa dal digitale

Secondo i dati di The European House Ambrosetti il 24% delle imprese di costruzione già usa l’IoT, ma la spesa in infrastrutture rispetto al PIL è solo l’1,8%
le infrastrutture richiedono più digitale

Le tecnologie digitali rappresentano il perno su cui far leva per migliorare la sicurezza, l’efficienza e la sostenibilità delle infrastrutture e delle grandi opere. In questo scenario un ruolo chiave è rivestito dalle risorse messe a disposizione dal PNRR che sono un vero e proprio catalizzatore di questi processi virtuosi di innovazione.

Infrastrutture e digitale, tra luci e ombre

A scattare questa fotografia è una ricerca condotta dalla InnoTech Community di The European House – Ambrosetti, che restituisce un quadro relativo alla digitalizzazione delle infrastrutture nel nostro Paese fatto di luci e ombre. Se da un lato, infatti, la spesa in infrastrutture rispetto al PIL rimane ancora bassa, dall’altra, per molte aziende, l’internet of Things è già uno strumento ampiamente utilizzato.

Spesa in infrastrutture ancora troppo bassa

Partendo dagli aspetti negativi individuati dalla ricerca, il dato più rilevante è rappresentato dal fatto che l’Italia sia terzultima in Europa per percentuale di spesa in infrastrutture rispetto al PIL, con un valore che si attesta solo all’1,8%. E questo nonostante il nostro Paese necessiti di interventi di manutenzione e rinnovamento delle grandi opere.

Un’altra questione chiave da affrontare è inoltre quella dei tempi di realizzazione delle diverse opere: in media per ogni progetto sono necessari 4 anni e 5 mesi. Si tratta di un periodo troppo lunghi che non permettono di stare al passo con i continui e rapidi sviluppi tecnologici. In quest’ottica, secondo la ricerca di The European House – Ambrosetti, la sfida è, da un lato, snellire le procedure burocratiche, dall’altro accelerare le fasi di progettazione ricorrendo proprio alle tecnologie digitali.

IoT, il 24% delle imprese utilizza queste tecnologie

Passando invece ai numeri positivi rilevati dallo studio, emerge come il 24% delle imprese italiane di costruzione già utilizzi i dispositivi IoT, un dato che supera dell’8% la media UE. Inoltre, nel 2020 la cifra dedicata ad attività di ricerca e sviluppo ha superato i 109 milioni di euro, pari a circa l’1% del PIL. Anche in questo caso l’Italia ha registrato una performance migliore rispetto agli altri Paesi UE.

Tuttavia, se si prende in considerazione il solo settore edile, emerge come le imprese investano solo lo 0,17% del valore aggiunto in R&D, a differenza, ad esempio, del manifatturiero dove le risorse sono 23 volte maggiori. Anche sul fronte della formazione digitale del personale i numeri non sono idilliaci: solo il 6% delle imprese di costruzione italiane su avvale delle competenze di uno specialista ICT.

Le opportunità del PNRR

In generale, sottolinea la ricerca, “a livello amministrativo le risorse non mancherebbero”. Nell’ambito del PNRR la cifra dedicata alle infrastrutture ammonta infatti a 30,05 miliardi di euro, mentre nel Piano Nazionale per gli investimenti complementari (PNC), finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ben 450 milioni di euro sono destinati al monitoraggio dinamico di queste infrastrutture.

La sfida è dunque quella di incanalare in modo efficace queste risorse per concretizzare progetti di innovazione digitale che proiettino sempre di più il nostro Paese verso un futuro fatto di efficienza e sostenibilità.

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Monica Giambersio

Giornalista professionista e videomaker. Da anni si occupa di energia e transizione ecologica
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