Fonti rinnovabili, geotermia e bioenergia non escono dalla nicchia

Il rapporto “Comuni Rinnovabili” di Legambiente indica lo scarso ricorso alla geotermia e bioenergia, nonostante il grande potenziale che possono offrire
Geotermia e bioenergia: due fonti rinnovabili poco sfruttate

Parlare di “solita storia” quando si tratta di geotermia e bioenergia è abbastanza paradossale considerato che ci si riferisce a fonti rinnovabili la cui parabola è soltanto all’inizio, specie nel nostro Paese. Eppure, fino ad ora il trattamento che ricevono negli studi di settore è, appunto, sempre il solito: poche considerazioni in coda al documento, con un’accezione per lo più negativa, nel senso che sono sostanzialmente ferme al palo nonostante le loro enormi potenzialità.

Geotermia e bioenergia: la situazione in Italia

Un copione che si ripete però solo in parte in “Comuni Rinnovabili”, il rapporto annuale redatto da Legambiente. Infatti, lo spazio dedicato a geotermia e bioenergia aumenta, così come per la seconda aumentano i contesti territoriali interessati, seppur molto lentamente. Quel che purtroppo non cambia è invece il giudizio di fondo, poiché queste due fonti energetiche continuano a recitare un ruolo marginale nell’ambito delle rinnovabili italiane.

Geotermia e bioenergia: i comuni rinnovabili
Geotermia e bioenergia: i primi dieci comuni italiani Fonte Comuni Rinnovabili 2023

Nessun nuovo impianto geotermico

Cominciamo da quanto indicato nel report per la geotermia, ricordando che la tipologia degli impianti viene suddivisa in base alla loro entalpia, ovvero la quantità di energia interna che un sistema termodinamico può scambiare con l’ambiente. Ebbene, nel 2022 la situazione è risultata stazionaria, nel senso letterale del termine considerato che la geotermia ad alta e media entalpia non ha fatto registrare nessun avanzamento, se non per un unico impianto a media entalpia in costruzione.

Lo stato dell’arte, che è quindi uguale all’anno precedente, ci dice che complessivamente sono 942 i Comuni italiani che sfruttano la geotermia, tra alta, media e bassa entalpia. Rilevata grazie al contributo di Terna e GSE, la potenza complessiva espressa da questi impianti è pari a 997 MW elettrici e 286,5 MW termici.

Alta entalpia nella provincia di Grosseto

Entrando più nel dettaglio, sono 10 i Comuni con geotermia ad alta entalpia, per una potenza installata pari a 960 MW elettrici e 181 MW termici. Fra questi i più noti sono i nove 9 Comuni toscani che ospitano impianti geotermici ad alta entalpia tra le province di Grosseto, Pisa e Siena. Impianti che sono in grado di soddisfare il 25,3% del fabbisogno elettrico complessivo regionale e superano ampiamente i consumi del settore domestico e agricolo.

Entrando invece nel merito della diffusione per abitante, è il Comune di Radicondoli, in provincia di Siena, a registrare la maggiore potenza installata, con 153 kW per abitante, seguito dal Comune di Monterotondo Marittimo, in provincia di Grosseto, con 93,5 kW/ab, e dal Comune di Castelnuovo di Val di Cecina, in provincia di Pisa, con 67,39 kW/ab.

Lombardia prima nelle bioenergie

Leggermente migliore, anche se ci voleva poco, la situazione delle bioenergie nel 2022, peraltro con un totale di appena 17,7 MW installati. La ripartizione territoriale vede in testa la regione Lombardia con nuovi impianti per una potenza di 5,6 MW seguita dalla Campania con 3 MW, dal Piemonte con 2,6 MW e dalla Toscana con 2 MW. Ancor più indietro troviamo Veneto e Emilia-Romagna, rispettivamente con 1,6 e 1,5 MW.

Nel rapporto, comunque, si sottolinea come “sono 1.651 i Comuni in Italia in cui è presente almeno un impianto a bioenergie tra biomasse solide, liquide e gassose in grado di produrre non solo energia elettrica ma anche termica, con una forte concentrazione soprattutto nelle Regioni della Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte. Questa tecnologia rappresenta la più diffusa e distribuita sui territori, seconda solo al solare fotovoltaico”.

La situazione nei Comuni

Entrando nel dettaglio territoriale, il Comune di Pontedera, in provincia di Pisa, è quello con la maggiore potenza installata, 1.965 kW da bioenergie, seguito poi dal Comune di Marcianise, con 1.702 kW di potenza installata, e dal Comune di Orta di Atella, con 1.270 kW, entrambi centri collocati nella provincia di Caserta.

In termini di installato complessivo, è il Comune di Ospitale di Cadore, in provincia di Belluno, a mostrare il più alto rapporto tra la potenza installata e la popolazione residente, con un valore di 80 kW/ ab. Seguono il Comune di Laino Borgo, in provincia di Cosenza, con 41,6 kW/ab e il Comune di Maccastorna, in provincia Lodi, con 33,8 kW per ogni abitante residente.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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