Energie rinnovabili: l’eolico ha molte potenzialità ma ha bisogno di una spinta

Secondo Legambiente la crescita dell’eolico continua, ma a ritmo ridotto. Eppure, basterebbe approvare buona parte dei progetti già presentati per impianti offshore per raggiugere gli obiettivi 2030. Che altrimenti rimarranno un’utopia
Eolico: le installazioni italiane a rilento

Il problema delle energie rinnovabili è sempre lo stesso: in Italia, dopo l’entusiasmo iniziale, la crescita rallenta fino a livelli preoccupanti. È successo con l’energia solare, che secondo il rapporto Comunità Rinnovabili 2022 di Legambiente è cresciuta solo del 2,5 per cento tra il 2020 e il 2021 in termini di potenza installata, e lo stesso accade per l’eolico.

Non che i valori non crescano (lo fanno interrottamente da quando, nel 2006, l’associazione ne ha iniziato il monitoraggio), ma il ritmo con cui lo fanno non è quello che ci si attende né quello che servirebbe per centrare i vari obiettivi di decarbonizzazione che l’Unione Europea si è data.

La potenza complessiva installata è infatti passata nell’ultimo anno solare da 10.907 a 11.262 megawatt (+3,25%).

Anche il numero di comuni interessati all’eolico è, in termini assoluti, limitato: sono solo 1.054 quelli che ospitano almeno uno dei circa cinquemila impianti italiani. E il problema non sta nella scarsa disponibilità di progetti, ma è dato, scrive Legambiente, “dai meccanismi autorizzativi e dalle opposizioni di ministeri, sovrintendenze, regioni e amministrazioni comunali”.

Andamento dell'eolico in Italia


Secondo il rapporto curato da Public Affairs Advisors ed Elemens per l’iniziativa R.E.gions 2030, nove progetti eolici su dieci sono bloccati negli uffici pubblici, in attesa di autorizzazioni che spesso richiedono tempi lunghissimi (fino a nove anni in Sardegna).

La Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), necessaria dal 2017 per i progetti eolici di capacità superiore a 30 MW, tiene infatti bloccato il 91% dei progetti presentati in questo periodo dalle imprese per complessivi 20 GW. E per raggiungere gli obiettivi previsti per il 2030 avremmo bisogno di 12,3 nuovi GW tra onshore e offshore, con un valore di 1,5 GW medi all’anno. Secondo la media degli ultimi tre anni, sottolinea Legambiente, serviranno invece 40 anni.

Eolico: la potenza che viene dal mare

In questo quadro c’è però una notizia positiva: lo scorso aprile è infatti stato inaugurato il primo impianto in mare nel Mediterraneo. Si trova nelle acque del porto di Taranto, di fronte alla zona industriale, ed è costituito da 10 aerogeneratori per una potenza complessiva di 30 MW. A regime, dovrebbe produrre circa 60 MWh di energia elettrica, pari al fabbisogno energetico di circa 60 mila persone. Peccato che siano serviti ben 14 anni per realizzarlo!

L’eolico offshore rappresenta una grande opportunità per raggiungere quegli obiettivi 2030 che oggi sembrano tanto lontani. Se a fine 2020 i gigawatt di eolico in progetto presentati dagli operatori del settore erano 5,3, oggi sono almeno una quarantina i progetti che hanno fatto richiesta di connessione a Terna per complessivi 17 GW di potenza. Si va dalla Sardegna, con 7,5 GW di richiesta, alla Sicilia (7,3 GW), da Puglia, Molise e Basilicata (11,5 GW mettendo insieme le tre regioni) fino alla Calabria (1,7 GW). Ma tra i territori interessati ci sono anche Lazio, Toscana, Marche, Abruzzo, Emilia-Romagna e Veneto.

Le preoccupazioni ambientaliste per questo genere di impianti sono sempre presenti, naturalmente, ma secondo Legambiente si tratta di criticità superabili mettendo a punto norme certe. Sapendo che l’impatto visivo per questi impianti è solitamente molto meno rilevante di come viene descritto: un impianto eolico offshore posto a 12 km dalla costa viene percepito all’occhio umano con una grandezza di 1,5 cm, che si riducono a 0,64 per impianti posti a 28 km.

Come è distribuito l'eolico in Italia
La distribuzione dell’eolico in Italia

I Comuni “virtuosi”

Tornando a parlare di eolico in termini più generali, il consueto censimento di Legambiente mette in evidenza i Comuni che maggiormente si sono distinti. Quando si parla di impianti di grandi dimensioni, con potenze superiori ai 200 kW, sono 353 le amministrazioni locali coinvolte (pari al 4,4% dei Comuni italiani), soprattutto nel Sud-Italia.

In termini di potenza, questi rappresentano 11.045 MW e nonostante la sua diffusione geografica limitata, l’eolico nel 2021, secondo i dati Terna, ha prodotto circa 20.619 GWh di energia elettrica, pari al 6,4% di tutta quella richiesta dalla rete. 52 di questi Comuni coprono al 100% il fabbisogno energetico della popolazione residente.

Eolico: comuni piccoli e grandi
Eolico: le installazioni nei comuni grandi e piccoli

Riducendo le dimensioni, le amministrazioni con meno di 5.000 abitanti che producono più energia di quella consumata dagli abitanti sono ben 228, a dimostrazione di quanto l’investimento sull’eolico possa essere vantaggioso.

L’ultimo capito del rapporto di Legambiente sull’energia rinnovabile ricavata dal vento riguarda il cosiddetto “minieolico”, ovvero le torri con potenza fino a 200 kW utilizzate principalmente per l’autoproduzione. Incrociando i dati provenienti da GSE, Terna, ANEV e dalle aziende del settore, si possono individuare 753 “grandi” Comuni che possiedono sul proprio territorio impianti di questo genere, per una potenza complessiva di 142,1 MW, e 382 “piccoli” Comuni per una potenza di 791 MW.

E tra quelli più piccoli, ce ne sono sei che con il minieolico riescono a soddisfare in toto la richiesta dei loro cittadini. Tutti dati che dimostrano come l’energia eolica possa essere una strada percorribile in molti contesti diversi.

minieolico comuni grandi e piccoli
Minieolico: le installazioni nei comuni grandi e piccoli


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Paolo Galvani

Nato nel 1964, è giornalista professionista dal 1990 e si occupa di tecnologia dalla fine degli Anni ’80, prima come giornalista poi anche come traduttore specializzato. A luglio 2019 ha lanciato il blog seimetri.it, dedicato alla vita in camper, e collabora con diverse testate giornalistiche specializzate nel settore del turismo all’aria aperta.
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