Legambiente: cresce l’interesse verso le comunità energetiche

I dati raccolti nel rapporto Comunità Rinnovabili 2022 mostrano che la crescita di fotovoltaico, eolico e idroelettrico si muove lentamente, mentre abbiamo obiettivi ambiziosi per il 2030. Che di questo passo non raggiungeremo
Installazione pannelli fv: esempio di comunità rinnovabili

Cambiamento climatico e crisi energetica impongono un cambio di passo. L’Italia ha un ambizioso obiettivo da raggiungere entro il 2030: per l’Unione Europea dovremmo arrivare ad avere consumi totali coperti da fonti rinnovabili pari al 32% (il piano Energia Clima 2030, che deve essere aggiornato, parla del 30%). Il punto di partenza attuale è il 19%. Purtroppo, la strada che è stata imboccato mostra crudamente che di questo passo ci vorranno 124 anni per arrivare a quel valore, corrispondente a 70 GW di potenza installata in più. Lo sottolinea Legambiente, che ha recentemente presentato il suo rapporto annuale Comunità Rinnovabili 2022. Si tratta del sedicesimo quadro tratteggiato dall’Associazione, che dal 2006 racconta, anno per anno, non solo lo sviluppo dal basso delle diverse fonti rinnovabili in Italia, ma anche quanto di buono si muove nei territori.

Eppure, non partiamo da valori troppo negativi. Nel nostro Paese la potenza installata è pari a 60,8 GW e abbiamo 1,35 milioni di impianti da fonti rinnovabili. Il problema è che nel 2021 la crescita di potenza è stata di soli 1,35 GW tra eolico, fotovoltaico e idroelettrico, con un contributo alla produzione nazionale che si è fermato a quota 115,7 TW/h (+1,58%). È evidente quindi come sia necessario premere l’acceleratore in modo deciso. Elettricità Futura, la principale associazione del mondo elettrico italiano, sostiene che se si vuole sostituire il 70% del gas russo bisogna cominciare a pensare di investire 80 miliardi di euro e realizzare in tre anni 60 GW di nuova potenza.

Comunità Rinnovabili a quota 100

Se lo scenario appare decisamente problematico, dal rapporto Comunità Rinnovabili 2022 emerge però un lato positivo. Oggi in Italia si contano 100 comunità energetiche, di cui 35 già operative, 41 in progetto e 24 che si stanno avvicinando alla costituzione. Di queste, quelle nuove sono ben 59, censite tra giugno 2021 e maggio 2022. Insomma, l’autoproduzione sta conquistando spazi e oggi arriva a coinvolgere centinaia di famiglie e decine di Comuni e imprese.

“I numeri raccolti dalla nuova edizione del rapporto Comunità Rinnovabili 2022 si confermano drammaticamente insufficienti per affrontare il caro bollette e l’emergenza climatica, per liberarci dalla dipendenza dall’estero,” ha commentato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, “e soprattutto rischiano di farci raggiungere l’obiettivo di 70 GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili al 2030 tra 124 anni, se calcoliamo la media di installazione degli ultimi tre anni, pari a 0,56 GW”.

Legambiente fa quindi una serie di proposte. “Il Governo italiano segua l’esempio del programma europeo REPowerEU e smetta di lavorare dando priorità alla diversificazione dei paesi da cui acquistare il gas fossile e climalterante,” spiega Ciafani. “Si concentri invece sulla semplificazione dell’iter autorizzativo e sulla certezza delle regole per consentire alle aziende del settore di investire. È il momento di cambiare registro per risolvere l’incomprensibile ostracismo di uffici ministeriali, Regioni, Comuni, Sovrintendenze, comitati cittadini e di alcune sigle ambientaliste, perché le famiglie, le imprese e il Pianeta non possono più attendere”.

comunità energetiche rinnovabili

Una politica da rivedere

Secondo quanto riportato nel rapporto, le imprese del settore si sono dichiarate pronte a realizzare, con investimenti diretti, 60 GW di nuova potenza. Manca però una concreta politica per una corretta transizione energetica, capace di cogliere l’occasione per trasformarla in un’opportunità cambiando strutturalmente il modo di produrre e consumare energia.

Legambiente chiede quindi che vengano sbloccati 180 GW di progetti che sono in attesa di autorizzazioni, con regole che riescano a valorizzare i progetti di “agrivoltaico” e che rendano sempre meno attraente la realizzazione di impianti solari a terra in aree agricole. Questa tipologia di impianti non è vietata e la loro realizzazione mette stupidamente in competizione la produzione agricola con quella energetica.

L’associazione si scaglia anche contro quei pareri contrari che non vengono sufficientemente supportati da valutazioni approfondite, come il “no” arrivato dalla Sovrintendenza speciale contro lo sviluppo di venti pale mini-eoliche previste sulla diga foranea progettata a Genova: 20 aerogeneratori da 90 kW ciascuno per una potenza complessiva di 1,8 MW in grado di produrre 3,1 GWh/a circa di energia elettrica, pari al 6,5% circa del fabbisogno elettrico del porto genovese. L’area interessata, secondo Legambiente, è già fortemente compromessa, anche a causa di una diga di tre chilometri per sette metri di altezza dalla superficie, che invece, secondo questo organismo istituzionale, non crea alcun problema paesaggistico. Quindi perché opporsi?
Positiva, invece, la valutazione sia sulle Comunità Energetiche già citate prima sia sui 3.493 Comuni italiani che già oggi si possono definire “100% elettrici”, ovvero in grado di produrre più energia di quella necessaria alle famiglie residenti.

Legambiente sottolinea infine come nel corso degli anni la marcia dell’Italia verso le energie rinnovabili abbia rallentato sensibilmente. “Se l’Italia avesse mantenuto il trend di installazione degli anni 2010 – 2013,” si legge nel rapporto Comunità Rinnovabili 2022, “oggi ci saremmo trovati con 60 GW di potenza in più da fonti rinnovabili, pari al 70% in meno delle importazioni del gas russo”. La storia ci ha però insegnato che un percorso virtuoso può essere imboccato e nulla, quindi, vieta di rimettersi in cammino verso un futuro più verde.

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Paolo Galvani

Nato nel 1964, è giornalista professionista dal 1990 e si occupa di tecnologia dalla fine degli Anni ’80, prima come giornalista poi anche come traduttore specializzato. A luglio 2019 ha lanciato il blog seimetri.it, dedicato alla vita in camper, e collabora con diverse testate giornalistiche specializzate nel settore del turismo all’aria aperta.
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