Quali sono i vantaggi delle comunità energetiche

Le comunità energetiche, grazie alla produzione e autoconsumo collettivo di energia rinnovabile, consentono un notevole risparmio economico e supportano l’ambiente
Comunità energetiche: i vantaggi dell'autoconsumo collettivo

Lo scopo di una comunità energetica è quello di autoprodurre e consumare energia rinnovabile, riducendo i costi per tutti i membri che la compongono. Per formare le comunità energetiche si coinvolgono cittadini privati, ma anche imprese e attività di varia natura che, riunite, riescono a produrre e scambiare energia in modo efficiente.

Produzione delocalizzata

La nascita delle comunità energetiche ha dato una spinta alla produzione di energia delocalizzata, favorendo quindi un importante e inevitabile cambiamento nella tradizionale impostazione della rete energetica nazionale. Possiamo dire che la trasformazione in corso è riconducibile a due concetti, quello di autoconsumo e quello di prosumer, che trasforma il consumatore anche in un produttore.

Per dar vita ad una comunità energetica è necessario, quindi, creare una collaborazione tra più soggetti e dotarsi della tecnologia necessaria. La domanda che dovrebbe sorgere spontanea, perciò, riguarda quali siano effettivamente i vantaggi che portano alla decisione di dar vita ad una comunità energetica.

Comunità energetiche e impatto sull’ambiente

Quando si parla di vantaggi offerti dalle comunità energetiche non stupisce sapere che un primo grande tema da affrontare sia quello ambientale.

A livello nazionale e internazionale (Agenda 2030) si sono posti svariati obiettivi finalizzati a ridurre l’impatto delle attività umane sull’ambiente e una delle soluzioni proposte per raggiungerli è proprio l’implementazione della produzione di energia da fonte rinnovabile. Produrre e consumare energia pulita riduce il ricorso a risorse non rinnovabili e il livello di inquinamento. Produrre energia in modo “tradizionale”, infatti, costa ogni anno tonnellate di CO2 e altri gas climalteranti.

Secondo il vademecum 2021 dell’Enea sulle comunità energetiche il valore medio di emissioni per ogni kWh consumato (in ambito domestico) è di 352,4 grammi di CO2 equivalente. Questo significa che sostituire le fonti fossili con, ad esempio, il fotovoltaico comporterebbe – solo in ambito domestico – un risparmio di emissioni pari a circa 950 kg di CO2 all’anno per ogni famiglia. Sempre secondo i dati Enea, a giugno 2020 si sono registrati livelli record di concentrazione di CO2 pari a 417.9 ppm. È chiaro, quindi, che è necessario un impegno notevole e condiviso per combattere i cambiamenti climatici e ridurre l’impatto ambientale.

le comunità energetiche e l’autoconsumo collettivo

I vantaggi economici delle comunità energetiche

Oltre alla consapevolezza di contribuire alla riduzione del proprio impatto ambientale, tra i motivi che spingono alla nascita delle comunità energetiche ci sono sicuramente i vantaggi economici offerti. L’autoconsumo, infatti, riduce i costi normalmente attribuibili dell’energia. Se prendiamo in considerazione, come potenziali membri di una comunità energetica, soggetti come enti pubblici o grandi edifici, è chiaro che il risparmio diventa ancora più significativo, in quanto crescono i consumi.

Oltretutto, la fatturazione dell’energia acquistata dalla rete non include solo i costi vivi dell’energia, ma anche una serie di spese variabili come oneri di rete e tasse.

I benefici economici, però, non derivano solo dal mancato acquisto di energia, ma eventualmente anche dai ricavi per la vendita dell’energia prodotta. Nel caso in cui gli impianti fotovoltaici della comunità energetica producano più energia di quanta ne venga consumata, è possibile attivare meccanismi come lo Scambio sul posto o il Ritiro Dedicato. Si tratta di meccanismi incentivanti alla produzione di energia rinnovabile, gestiti dal GSE.

Inoltre, gli impianti per la produzione di energia rinnovabile sono soggetti a diverse agevolazioni fiscali. Tra le ultime misure introdotte c’è il Superbonus 110%, che permette di incentivare la realizzazione di impianti fotovoltaici sia per condomini sia per comunità energetiche. Quindi, per tutte i soggetti coinvolti in attività di autoconsumo collettivo è possibile detrarre il 110% del costo dell’impianto fino ad una potenza massima di 20 kW. Per la potenza eccedente, invece, spetta la detrazione del 50% delle spese, con un tetto massimo di 96.000 euro.

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Gaia Mussi

Laureata in Progettazione Tecnologica e Ambientale, da sempre appassionata ai temi della sostenibilità e della tecnologia. Collabora come copywriter con portali, magazine e aziende per la creazione di contenuti inerenti il campo dell’edilizia, della sostenibilità e del risparmio energetico
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