Quali sfide per l’idrogeno nella transizione energetica? Da un lato, possiamo “sfruttare” l’elemento più diffuso nell’universo, dall’altro il procedimento per renderlo “utilizzabile” è dispendioso. Ce ne parla il rapporto Hydrogen Innovation Report 2021 dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano. Secondo gli analisti, l’effettivo vantaggio dell’energia dall’idrogeno va valutato attraverso un bilancio tra le emissioni di anidride carbonica in fase di produzione della molecola e i costi necessari per generazione, trasporto e stoccaggio.
Su queste basi, MCE Lab, la piattaforma di MCE – Mostra Convegno Expocomfort, ha fatto una sintesi delle attuali difficoltà e delle opportunità che verranno discusse a MCE 2022 (28 giugno-1 luglio 2022, FieraMilano) negli appuntamenti promossi insieme ad Anima Confindustria.
“La vera sfida per la creazione di un mercato dell’idrogeno è riuscire a produrre l’idrogeno verde a costi competitivi – afferma Giuliano Dall’O, coordinatore dell’MCE Lab e ordinario di Fisica Tecnica Ambientale presso il Dipartimento ABC del Politecnico di Milano –. Per vincerla c’è solo una strada: creare sinergie tra i paesi europei per definire un sistema di incentivazione”. In tal senso, un aiuto viene dalle risorse del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che prevede misure volte alla competitività dell’idrogeno. Sia in termini di produzione, per lo sviluppo di aree industriali con economia in parte basata su idrogeno verde, sia in termini di ricerca in tutti gli ambiti della catena del valore dei sistemi multi-gas. Il tutto, sostenendo la creazione di una filiera tutta italiana del vettore.
Possiamo realisticamente contare sull’idrogeno per i nostri traguardi green? I tempi di sviluppo per ottenere una disponibilità su larga scala venivano dalle “Linee guida della strategia Nazionale dell’Idrogeno”. Pubblicate a suo tempo dal Mise, sono oggi di competenza del Ministero della Transizione Ecologica (Mite), che prospetta passaggi al 2030 e 2050 partendo da un obiettivo di penetrazione relativamente modesto.
Forse troppo? Il dibattito sulle reali prospettive e potenzialità è ormai scattato. Attualmente con il Pnrr, il Pniec e il pacchetto per la decarbonizzazione e l’idrogeno della CE, il Mite sta definendo il quadro. I settori “hard to abate”, fortemente energivori e difficilmente elettrificabili, sono naturalmente il primo obiettivo di questo passaggio. Ma è altrettanto interessante verificare quali siano le prospettive anche in altri settori industriali, nella logistica o nel settore civile, in particolar modo nella climatizzazione, che incide sul 38% sulle emissioni italiane di CO2.
“Sono molti gli aspetti legati alla sfida della transizione ecologica che si concentrano sull’idrogeno – aggiunge Massimiliano Pierini, managing director di Reed Exhibitions Italia -. A cominciare dagli alti costi per la sua produzione in modo sostenibile, fino alla tipologia di distribuzione in funzione degli utilizzi”. I produttori di tecnologie per il riscaldamento e la climatizzazione si dicono pronti. Anzi, la diffusione di sistemi “hydrogen-ready” potrebbe non essere una chimera. Per supportare e sviluppare il mercato italiano dell’idrogeno, MCE e Anima Confindustria stanno collaborando con le istituzioni per concordare un piano efficace. Pensando soprattutto alla realizzazione di una filiera completa dell’idrogeno verde.
Il futuro di questa risorsa, e del suo utilizzo nel processo di elettrificazione di edifici, industrie e città, sarà anche al centro di diversi appuntamenti promossi a MCE.
