Fra i vari report messi a punto da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale in alta tensione, acquistano un particolare interesse quelli che riportano le cifre più significative relative ad un anno appena concluso. Al riguardo sono disponibili i dati 2023 relativi all’incidenza delle fonti rinnovabili per soddisfare la domanda elettrica nazionale.
Una prima importante evidenza riguarda l’impiego delle fonti rinnovabili per soddisfare la domanda elettrica nazionale. Infatti, il loro utilizzo ha permesso di coprire complessivamente il 36,8% del fabbisogno elettrico. Si tratta di una percentuale in crescita rilevante rispetto a quella registrata nel 2022, attestata sul 31%.
Un dato sulle rinnovabili, quello dell’anno appena concluso, che come spesso succede è un’espressione di sintesi di varie componenti. “L’incidenza delle rinnovabili è in aumento – spiega Terna nel suo comunicato – grazie al contributo tendenziale positivo di tutte le fonti e, in particolare, della produzione idroelettrica, tornata in linea con i valori storici”.
E fra le componenti di cui tener conto c’è anche il dato complessivo sui consumi elettrici italiani, che nel 2023 sono diminuiti del 2,8% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 306,1 miliardi di kWh.
Un arretramento peraltro confermato dall’andamento dei consumi elettrici industriali, per i quali Terna elabora l’indice IMCEI che prende in esame i consumi di circa 1.000 imprese “energivore”. Indice che per l’anno scorso mostra una variazione negativa del 3,9% rispetto al 2022.
Dunque, le fonti rinnovabili acquistano più rilevanza in uno scenario di riduzione dei consumi, quest’ultima legata alla contrazione della produzione termoelettrica (-17,4%) e, in particolare, di quella a carbone (-41,7%).
“La contrazione della produzione a carbone – si legge nel report – è anche conseguenza dell’interruzione, nel corso del 2023, delle iniziative di massimizzazione dell’utilizzo delle centrali a carbone messe in atto durante il periodo più critico della crisi del gas”.
Terna approfondisce poi l’andamento delle fonti rinnovabili nel 2023, periodo nel quale le nuove attivazioni hanno raggiunto complessivamente una potenza di circa 5,8 GW. Siamo di fronte ad un incremento quasi doppio rispetto a quello registrato nel 2022. Allargando l’orizzonte all’ultimo triennio, si è passati da un totale di nuove attivazioni per le fonti rinnovabili pari a 1 GW nel 2021 ai quasi 6 GW, come detto, dell’anno scorso, con nel mezzo i 3 GW del 2022.
A fare la parte del leone c’è il settore fotovoltaico, che ha ovviamente beneficiato degli effetti del Superbonus. I dati mostrano che nel 2023 la potenza fotovoltaica complessiva installata nel nostro Paese ha raggiunto i 30,28 GW mentre l’anno precedente ammontava a 25,05 GW, con un incremento per le nuove attivazioni pari a 5,23 GW.
Altro aspetto interessante dell’analisi di Terna è l’andamento della domanda elettrica a livello territoriale. Ebbene, alla citata flessione nazionale dei consumi corrisponde un identico andamento nelle varie zone del nostro Paese. Nel dettaglio, la flessione maggiore si è registrata nel Nord Italia, -4%, mentre al Centro il calo è stato di due punti percentuali.
Al Sud e nelle Isole la flessione della domanda elettrica è stata invece molto più contenuta, -0,9%. Ed ancora, nel 2023 la richiesta di energia elettrica in Italia è stata soddisfatta per l’83,3% con produzione nazionale e per la quota restante (16,7%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.
Resta da dire del comportamento registrato l’anno scorso dalle altre fonti rinnovabili. Geotermoelettrico e bioenergie non hanno sostanzialmente registrato delle aggiunte di potenza installata, che resta quindi complessivamente attestata sui 5 GW. Diverso il discorso per l’eolico, dove si è passati dagli 11,85 GW di potenza installata del 2022 ai 12,34 GW dell’anno scorso (+0,49 GW).